Presentato al Gallenga il libro di Enrico Mauro: “Dalla cura di sé alla cura dei legami”

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Una critica alla società della prestazione

   

 

Perugia, 30 ottobre 2025  All’Università per Stranieri di Perugia si è tenuto il seminario “Dalla cura di sé alla cura dei legami. Per non morire di competizione”, dedicato alla presentazione del volume curato da Enrico Mauro, che esplora in chiave critica il rapporto tra etica della cura, relazioni sociali e cultura della competizione contemporanea.

L’incontro, introdotto e moderato da Cristina Gaggioli (Unistrapg), ha visto la partecipazione di Salvatore Cingari e Alessandro Simoncini (Unistrapg), insieme agli autori Davide Borrelli (Università Suor Orsola Benincasa di Napoli) e Ouns Mornagui, dottoranda dell’Unistrapg.

  «il libro di Enrico Mauro ha detto  Cristina Gaggioli, introducendo la giornata raccoglie saggi interdisciplinari accomunati da una critica alla società della prestazione, dove non si rimuovono gli ostacoli per consentire a tutti di realizzare la propria personalità, ma si creano barriere tra i pochi che raggiungono risultati e i molti che restano indietro».

«Il saggio – ha spiegato Alessandro Simoncini – offre l’occasione di riflettere sulla cura come principio politico e culturale, non come gesto privato. L’autore mostra come la cura si opponga alla logica meritocratica e competitiva del nostro tempo, proponendo, attraverso una rilettura dell’articolo 3 della Costituzione, un’idea di società fondata sulla solidarietà e sulla responsabilità reciproca». Simoncini ha inoltre sottolineato come il volume affronti il tema della “baldanza”, «quell’arroganza competitiva che attraversa la modernità, dal maschilismo all’individualismo economico», e rilanci, con una riflessione ispirata a Pierre Bourdieu, «una pedagogia della cura capace di contrastare le derive neoliberali che segnano oggi l’università».

Nel volume trova spazio anche un contributo di Davide Borrelli e Ouns Mornagui, dedicato alla critica della meritocrazia e al valore politico della cura nel pensiero di Bourdieu.

Il seminario si è rivelato un momento di riflessione collettiva sulle derive competitive del nostro tempo e sulle questioni costituzionali, come ha più volte ricordato Salvatore Cingari, offrendo un prezioso spazio di confronto tra discipline e prospettive diverse.

Nel corso del dibattito è emerso come la logica della performance, dell’efficienza e dell’ambizione abbia progressivamente sostituito quella della relazione, rendendo urgente il bisogno di ripensare la cura come categoria politica e sociale, oltre che personale. Si è discusso anche della storica separazione tra lavoro produttivo e lavoro di cura — eredità di un sistema patriarcale — che continua a definire i valori dominanti: da un lato assertività, competizione e successo; dall’altro sensibilità, empatia e responsabilità.

A partire da questa contrapposizione, il confronto si è aperto su come la cura possa diventare un paradigma condiviso, capace di superare le distinzioni di genere e restituire senso alla convivenza civile. Intesa come attenzione reciproca e come gesto di giustizia, la cura è apparsa non più come dovere secondario, ma come chiave possibile per una società più equa e relazionale.