Fauna selvatica: “I cacciatori non possono essere il bancomat dell’ATC Perugia 1”

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Fauna selvatica: Confagricoltura chiede misure urgenti

Fauna selvatica: “I cacciatori non possono essere il bancomat dell’ATC Perugia 1”. La nota di Mancini e Pastorelli (Lega)

“I cacciatori non possono essere il bancomat dell’Atc (Ambito territoriale di caccia) Perugia 1”.

   

Così i consiglieri regionali della lega Valerio Mancini (presidente Seconda Commissione) e Stefano Pastorelli (Capogruppo) in merito alla “annosa questione dei risarcimenti agli agricoltori per danni da fauna selvatica” per cui reputano necessario

“che l’Ambito faccia chiarezza e agisca secondo buonsenso. Nel bilancio preventivo 2020, l’Atc Perugia 1 aveva previsto un contributo di 250 euro per ogni squadra iscritta all’Albo, poi aumentato fino ad arrivare a 300 euro, a differenza dell’Atc Perugia2 dove il costo è rimasto invariato, dandone peraltro tardiva comunicazione, pervenuta alle squadre interessate soltanto a metà ottobre. Inoltre, nella stessa lettera, veniva richiesta un’ulteriore quota variabile da 7 a 47 euro per ciascun componente, per il semplice fatto di fare parte della squadra. La Seconda Commissione intende far luce sul quadro complessivo dei danni arrecati all’agricoltura da tutta la fauna selvatica e non soltanto dalla specie cinghiale, come richiesto anche dal presidente di Coldiretti Umbria, Albano Agabiti, per comprendere chi deve ottenere rimborsi, in quale zone della regione viene fatta maggiormente richiesta e quanto incida la presenza nei territori limitrofi di riserve e parchi nei quali non sono consentiti abbattimenti. In particolare la Commissione intende comprendere quali siano le motivazioni per cui l’Atc 2 e l’Atc3 non chiedono ulteriori risorse per i risarcimenti agli agricoltori, mentre l’Atc 1 continua ad avanzare ulteriori richieste ai cacciatori del suo ambito per sopperire all’insufficienza di risorse stanziante a bilancio. La mancanza di un vero piano di gestione e di un censimento della specie cinghiale, non consente una reale tutela delle legittime esigenze degli imprenditori agricoli. È prioritario – concludono – difendere le imprese agricole e zootecniche e salvaguardare il loro lavoro e i raccolti, senza però gravare sempre sui cacciatori e sui cittadini umbri che già contribuiscono con fondi che la Regione destina agli Ambiti territoriali di caccia”.