Ferdinandi: “Parlare di politica 25 aprile è come respirare”

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Foto Ansa

Per candidata sindaca passeggiata antifascista, siamo in 700

   

In oltre 700 – secondo gli organizzatori – hanno partecipato con Vittoria Ferdinandi, candidata sindaca di Perugia per centrosinistra e civici –

“parlare, il 25 aprile, di politica è come respirare a polmoni più grandi” ha detto -, e l’Alleanza per la Vittoria alla “passeggiata antifascista” che si è svolta al termine delle celebrazioni ufficiali.

La sede del comitato elettorale è stata raggiunta “riscoprendo” i parchi del capoluogo umbro, da Sant’Anna a quello Pescaia, passando per Fontivegge fino al Chico Mendes.

E poi la festa a Pian di Massiano, con gli interventi di Mirella Aloisio, Sara Belia, Roberto Ciccone, Francesca Tizi, Sarah Bistocchi, Lorenzo Falistocco, Andrea Stafisso e Lucia Maddoli, insieme a Vittoria Ferdinandi. L’intervento della quale è stato diffuso dal suo ufficio stampa.

 “Al liceo – ha ricordato la candidata sindaca – inciampai in una frase che mi è rimasta addosso: ‘Chissà se quelli che vivevano ai tempi del fascismo, sapevano di essere ai tempi del fascismo’. Noi lo sappiamo che tempi viviamo? Parlare, il 25 aprile, di politica è come respirare a polmoni più grandi. C’entriamo qualcosa, noi, ora, con chi ha fermato il secondo conflitto mondiale… 50 milioni di morti… la Shoah, 30 milioni di profughi in un Europa devastata? La valle del Tevere, tra le province di Perugia e Macerata, fu tra le prime a costruire una zona libera, quando i nazisti attuarono il piano Alarico e presero possesso dell’Italia. E noi? Io non so se avrei avuto il coraggio del parroco di Magione, don Antonio Fedeli che si offrì come ostaggio ai nazisti per farsi restituire i corpi di contadini martoriati, se avrei avuto la forza di rifiutare l’arruolamento per andare a riempire treni in corsa verso Auschwitz, come i ragazzi di Ponte della Pietra che finirono fucilati dalla Wermacht. Io so, di certo, di essere antifascista. E l’antifascismo è una virtù, non è qualcosa di acquisito una volta per sempre ma è un habitus, un esercizio. Antifascisti non si nasce, si diventa, con l’habitus, con l’esercizio quotidiano in difesa dei valori della libertà, dell’uguaglianza e della giustizia sociale. Per questo siamo qui, noi, e siamo qui oggi. Se penso al buono di questo paese: la tradizione democratica, la tradizione liberale, socialista, comunista, femminista, cristiana, il 25 aprile… erano tutti dalla stessa parte”.

Ferdinandi ha poi parlato di giovani,

“quelli che alzano gli occhi dal telefono”. “Ma io li capisco – ha aggiunto -, li sento. Perché è la paura che ti fa tenere gli occhi bassi io la sento. I casi di autolesionismo tra gli adolescenti sono aumentati del 60% negli ultimi dieci anni. Ve lo raccontano, quando ci raccontano la Perugia del mulino bianco? In Umbria, così come in Italia, il suicidio è la prima causa di morte tra i ragazzi. Che aria gli facciamo respirare per fargli desiderare di morire? Quanto odio inghiottono? Si sentono soli, senza città e politica, ed è per questo che chiudono gli occhi sulla primavera. Lo spazio civile e politico si è ristretto intorno ai nostri fastidi individuali che sembrano l’unica via per dare un significato alle cose. Guardate cosa fanno con noi – ha quindi detto Ferdinandi riferendosi all’attualità -, ogni giorno cercano di trasformare una campagna elettorale fatta di fiori, di sorrisi, di passi insieme per le strade mano nella mano, di gentilezza, di signore con i sinali e i sorrisi che preparano la torta al testo, cercano di trasformarla in uno spauracchio in cui quotidianamente aggiungono nemici immaginari: quelli che insultano , che attaccano, che strappano i manifesti, la sinistra estremista. E non capiscono quanto pericolosa e incosciente sia questa continua istigazione all’odio”.