Monteleone di Spoleto auguri a Lisa Poli, classe 1925 che compie 100 anni

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La sindaca Angelini: “Celebrare un secolo di vita significa onorare una storia personale ricca di esperienze sacrifici e conquiste, che si intrecciano profondamente con quella della nostra comunità”

   

Arrivare a 100 anni non è un traguardo riservato a molte persone, così il paese di Monteleone di Spoleto si è stretto, il 14 giugno, intorno a Lisa Poli, classe 1925, che neanche a farlo apposta è caduto di sabato (giornata non lavorativa), con un bellissimo sole splendente, tra il verde della montagne della Valnerina. Una cornice da togliere il fiato.

Immancabili i palloncini con un bel 100 svolazzante e lei, Lisa, al centro della scena con la sua camicetta, occhiali e sorriso di chi ne ha passate tante ma è qui a festeggiare.

Maria Angelini sindaca di Monteleone di Spoleto presente alla festa, porta in dono una pianta di rose con una pergamena con su scritto: “…Celebrare un secolo di vita significa onorare una storia personale ricca di esperienze sacrifici e conquiste, che si intrecciano profondamente con quella della nostra comunità”.

Come si sente signora Lisa?

“Volevo andare semplicemente alla Messa, invece sono qui con tutta questa gente che mi festeggia. Mi sento un giorno bene e un giorno così e così, ma per tutti è così. Papà mi chiamava sempre di aiutarlo in campagna e io, prima che lui mi chiedesse, ero in moto per lavorare. La campagna e la famiglia sono stati i due pilastri della mia vita. Ormai faccio poco sono un po’ stanca”.

Lisa incarna l’anima forte e dignitosa della montagna umbra, una donna di grande fibra che ha condiviso la vita con il marito Vittorio Angelini – per tutti “Bobbi” – e con lui ha cresciuto quattro figli: Alfredo, Alberto, Marianna e Giulio, scomparso troppo presto, lasciando un grande dolore nel cuore della madre.

Sempre legata alla sua terra Lisa ricorda la Fiera di San Felice che quest’anno si terrà a Monteleone di Spoleto il 20 e 21 Luglio: “Era un evento – spiega Lisa – atteso tutto l’anno, quando si mettevano da parte i risparmi per comprare il necessario e qualche prelibatezza – come la frutta, rara in montagna. E poi le danze serali: l’organetto, il saltarello, le quadriglie. Eravamo poveri, ma felici. C’era tanta umanità, tanta solidarietà. E sempre la musica a rendere tutto più bello”.

Alla classica domanda, il segreto per vivere così a lungo?

“Amare il prossimo. Se non ti adoperi per il vicino di casa, che persona sei? Voler bene e fare del bene. La ricetta è semplice. Ah, e mangiare la minestra di farro di San Nicola! Ecco come sono arrivata a 100 anni!”.