Lettera aperta al Comune di Perugia per la mobilità post covid

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Lettera aperta al Comune di Perugia per la mobilità post covid. Obiettivo: scongiurare la mancanza di gestione della mobilità che potrebbe causare molti problemi ai cittadini

Le associazioni Fiab, Legambiente e Udu di Perugia hanno scritto una lettera aperta al Comune di Perugia per scongiurare la mancanza di gestione della fase post covid sul tema della mobilità che potrebbe causare moltissimi problemi ai cittadini di Perugia in linea con le riflessioni che molte città italiane e nel resto del Mondo stanno prendendo.
Di seguito il testo della lettera:
Con la progressiva fine delle restrizioni per la gestione di emergenza di contrasto della diffusione della Covid-19 si rischia una nuova condizione di emergenza traffico nelle città italiane. Senza un impegno di tutti, cittadini, Sindaci, società di trasporto e Governo, presto le nostre città rischieranno di riempirsi nuovamente di auto e l’aria autunnale di inquinanti, gli stessi di prima. Lo scenario è quello per cui l’uso del trasporto pubblico locale sarà fortemente ridotto, sia a causa del mantenimento delle misure di distanziamento sociale, che della sfiducia della popolazione nel prendere i mezzi pubblici, nonché della ridotta offerta da parte del Trasporto Pubblico Locale (TPL). Il trasporto pubblico locale sposta quote rilevanti di cittadini, in particolare la popolazione studentesca, cui si aggiunge il movimento di persone che usano i treni pendolari. Come già accaduto in Cina e come temono le città di tutto il Mondo, in assenza di interventi e alternative praticabili, è probabile che la maggioranza si orienterà verso l’uso dell’auto privata, congestionando a livelli mai visti il traffico cittadino, intasando gli spazi urbani, mettendo a rischio i pochi che non hanno o non usano un’auto, e peggiorando drammaticamente le condizioni di inquinamento atmosferico che a loro volta potrebbero favorire o comunque aggravare il contagio del virus. Va considerato anche che Perugia è già oggi una delle città col più alto numero di automobili pro-capite (74 auto ogni 100 abitanti), e dove la maggior parte degli spostamenti già ora avviene tramite l’uso del mezzo privato (il 73% come riporta anche il PUMS).
Si pone dunque il problema urgente di scongiurare questo scenario, provando a garantire e indirizzare altre forme di mobilità alternative all’auto, come già peraltro era previsto dal PUMS approvato al termine della scorsa Legislatura. La creazione di corridoi per la mobilità di emergenza è la soluzione già prospettata in molte città all’estero e in Italia, e prevede di assegnare corsie dedicate alle forme di mobilità alternative all’auto lungo tutte le principali direttrici urbane, in modo da convogliare su queste le quote di mobilità che si perderanno dal trasporto pubblico, almeno nelle parti più congestionate delle città. È d’altro canto in linea anche con quanto annunciato dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli in merito alle azioni che intende realizzare il Governo nazionale, ed è assolutamente prioritario per il percorso che Perugia ha dichiarato di voler fare con la candidatura a Capitale Verde Europea.
Misure Proposte
Noi Associazioni promotrici suggeriamo il seguente pacchetto di misure per la gestione sostenibile della mobilità nella fase emergenziale e in quella immediatamente successiva:
1) Realizzazione di nuove regolamentazioni e/o infrastrutture “soft”, a basso costo e rapida attuazione, per la mobilità attiva (pedonale e ciclabile) e la micro-mobilità, estese a tutta l’utenza fragile, anche non convenzionali e in deroga al Codice della Strada (attendendo le misure governative in questo ambito). A titolo di esempio citiamo:
  • percorsi pedonali e corsie ciclabili in sola segnaletica;
  • apertura delle corsie preferenziali alla circolazione delle bici;
  • estensione posteggi e rastrelliere per bici;
  • integrazione dei percorsi e dei servizi per bici sui provider di mappe online.
2) Introduzione di consistenti incentivi economici e finanziamenti per il potenziamento della mobilità attiva come alternativa all’uso dell’auto privata e complementare al trasporto pubblico. Ad esempio:

  • incentivi all’acquisto di bici elettriche o muscolari
  • potenziamento e facilitazione all’accesso dei servizi di bike sharing
  • premialità e rimborsi chilometrici a chi utilizza la bici negli spostamenti casa-scuola, casa-lavoro, etc.
   

3) Pieno ripristino delle misure di equilibrio del sistema della mobilità, come le ZTL, la sosta regolamentata, le corsie preferenziali, indispensabili ancor più ora per gestire il traffico, rendere appetibili ed efficienti le modalità alternative all’auto ed evitare la completa paralisi circolatoria derivante da un “liberi tutti” di spostarsi comunque e ovunque in macchina. Favorire la pedonalità per alleggerire il TPL e promuovere la mobilità attiva, liberando i marciapiedi dalle auto in sosta, implementando zone 30 (partendo da quelle già individuate nel PUMS e ancora non realizzate), istituendo strade residenziali e sviluppando progetti di urbanistica tattica.

4) Contenimento della domanda e dei picchi di mobilità lavorativa e commerciale, promuovendo in modo diffuso lo smart working come modalità facoltativa di lavoro con priorità per i pendolari extraurbani, rimodulazione degli orari delle attività commerciali, degli uffici e dei servizi pubblici per evitare i picchi di traffico concentrati e i sistemi di consegna a domicilio, privilegiando ed incentivando quelli su bicicletta e cargo-bike. Favorire e implementare modalità sostenibili di spostamento casa-lavoro, soprattutto verso le aziende con maggior numero di dipendenti (Ospedale, Università, Perugina, ecc).
5) Predisposizione di un piano per la mobilità scolastica 2020-21: occorre contenere il numero degli spostamenti attraverso l’uso dell’auto privata. Tra le misure da adottare: piedibus, corse scolastiche dedicate, istituzione di “strade scolastiche” con limitazioni temporanee di traffico veicolare, istituzioni di percorsi protetti casa-scuola nelle aree territoriali maggiormente idonee (es: Ponte San Giovanni), etc.
6) Favorire, strutturare e incentivare forme di inter-modalità bici TPL, sia per i pendolari che in ambito urbano. Tale misura favorirebbe anche l’accesso e l’utilizzo dei servizi da parte dei ciclo-turisti.
7) Promozione del ciclo-turismo, dei cammini e del turismo lento, che potrebbe essere fondamentale anche per rilanciare la nostra regione e aiutare l’economia del territorio, attraverso:

  • predisposizione di apposito materiale promozionale
  • segnaletica dedicata e mappatura percorsi esistenti
  • facilitazioni e incentivi nell’accesso e utilizzo dei servizi (card, convenzioni, etc.).

8) Realizzazione di campagne informative per stimolare stili di vita basati su forme di mobilità attiva, indispensabili per tenersi in salute e recuperare la forma fisica.