“Vie legali per informazioni non corrette” “Minacce inaccettabili”. Scontro avvocatura-opposizione sul payback sanitario

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Sanità: siamo al capitolo payback sanitario e la battaglia continua 

   

Sanità umbra: la sfida adesso è sui rimborsi. Già perché dopo mozioni varie proposte dalla minoranza che si sapeva già non avrebbero mai sortito l’effetto voluto dall’opposizione regionale ora si torna, dopo qualche giorno di stand by a parlare di payback. Un meccanismo introdotto nel 2015 nell’era Renzi (Ministro della Salute era Beatrice Lorenzin) ma realmente attuato nel 2022 con il Decreto “Aiuti-bis”.

Come è noto la guerra si gioca sui numeri ed è qui che gli otto consiglieri di minoranza stanno dando battaglia. Già perché se il payback venisse conteggiato il disavanzo sanitario non ci sarebbe e quindi la manovra finanziaria voluta dalla Giunta Proietti non avrebbe motivo di esistere. Tuttavia ieri (24 maggio 2025) una comunicazione inviata dall’Avvocatura regionale sembra avere gelato speranze e aspettative.

Nella nota si legge che “Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite, ha definito il payback “un cerotto su un’emorragia che merita altri tipi di cure” in quanto trattasi di un eventuale contributo una tantum aleatorio, dipendente solo dagli esiti di migliaia di procedimenti legali e sui cui esiti c’è la più grande incertezza anche di sopravvivenza delle aziende fornitrici. Il payback dispositivi non è infatti un credito certo, liquido ed esigibile e pertanto non è possibile agire in via monitoria, bensì agire in via procedimentale e/o contrattuale (azione di responsabilità per danni o compensazione crediti) con pressoché certa successiva dinamica contenziosa cognitiva o processuale amministrativa”

Aggiungendo anche che “la Regione comunica che, per contrastare tutte le informazioni fuorvianti e non corrette anche pubblicate, si riserverà di adire le vie legali anche con richiesta di risarcimento per danni a tutela dell’immagine degli amministratori, dell’istituzione regionale e per trasparenza e correttezza nei confronti dei cittadini”

La risposta a stretto giro di posta dei consiglieri di minoranza non si è fatta attendere.

“Si fa davvero fatica a credere che la nota diffusa oggi pomeriggio, sabato 24 maggio, dall’Agenzia Umbria Notizie, e in merito alla quale ci riserviamo di fare i dovuti approfondimenti, sia un documento dell’Avvocatura regionale, visto il contenuto palesemente politico. È inaccettabile che in un Paese civile e democratico come il nostro, la maggioranza di sinistra in Regione Umbria si permetta di minacciare procedimenti legali contro chiunque osi raccontare la verità” scrivono in una nota Paola Agabiti (Fratelli d’Italia), Nilo Arcudi (Umbria Civica – Tesei Presidente), Enrico Melasecche (Lega Umbria),Matteo Giambartolomei (Fratelli d’Italia), Eleonora Pace (Fratelli d’Italia), Laura Pernazza (Forza Italia), Andrea Romizi (Forza Italia) e Donatella Tesei (Lega Umbria).

“Il meccanismo del payback, come più volte ribadito da esponenti nazionali e regionali, non solo è legittimo, come confermato dalle sentenze della Corte Costituzionale, ma rappresenta un credito per la Regione Umbria – sottolineano – anche se la giunta insiste a definirlo incerto e non esigibile. Non possiamo tollerare che la sinistra continui a scaricare su altri le proprie responsabilità mentre si ostina a negare l’evidenza e a mistificare i dati reali. Continueremo a denunciare senza paura le troppe bugie e inesattezze raccontate dalla maggioranza e a vigilare affinché la verità non sia vittima di censure e intimidazioni. Il nostro impegno è e resterà quello di difendere gli interessi e i diritti degli umbri, e non ci arrenderemo”.

Siamo solo all’inizio di una lunga e a tratti estenuante battaglia con continui colpi di scena.

Martina Braganti