Restauro finito, San Domenico cerca la svolta

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Per San Domenico è il momento della svolta e del salto di qualità. Dopo lunghi anni, complessi e delicati interventi, svariati milioni di finanziamenti, i lavori di restauro e consolidamento del meraviglioso complesso domenicano che si apre nel cuore di Corso Cavour sono finalmente arrivati a conclusione. A rendere ufficiale il traguardo raggiunto, venerdì si terrà il grande convegno «La basilica e il campanile di San Domenico» con tutti i protagonisti del recupero e le istituzioni, sindaco Romizi e presidente Marini in testa. Il bello, però, è che il convegno non servirà (solo) a celebrare la fine dei lavori ma sarà occasione per lanciare un appello e mettere in atto una strepitosa occasione di promozione e attrazione turistica per la città. A chiarire il progetto ci pensa il vulcanico presidente dell’associazione Borgobello, Orfeo Ambrosi. «I lavori sono finiti, adesso manca solo l’ultimo, piccolo passo: trovare le risorse, minime, per mettere in sicurezza il percorso di salita e visitabilità del campanile e delle soffitte». Il convegno, ne è certo, «servirà a smuovere l’apatia e trovare i finanziamenti per allestire il cammino, con luci e corrimani che permettano di affrontare in sicurezza una salita di 60 metri». Ambrosi non ha dubbi: «Con il percorso di visita si arricchisce l’offerta turistica del borgo, con vantaggi incredibili per la città. Noi ci puntiamo tutto, è un evento decisivo, il punto di arrivo di un percorso durato anni». A entrare nei dettagli è l’architetto Giulio Sergiacomi, progettista e direttore del lavori, con l’architetto Maria Carmela Frate e l’ingegnere Francesco Ardino. «Adesso – spiega – manca solo un obiettivo, valorizzare questo tesoro. Con poche risorse si può fare il salto di qualità». Per Sergiacomi, il convegno servirà per trovare «una struttura, ente o fondazione, che renda stabile e possa gestire tutta questa bellezza. Che oltre alla basilica e al campanile si estende al Museo Archeologico e all’Archivio di Stato». Si tratta, insiste, «di un complesso di valore incredibile, che potrebbe diventare un risorsa per la città, capace di attirare turismo a tutti i livelli». L’idea è mettere il suggello alla lunga vicenda dei lavori di restauro e consolidamento, che hanno ‘salvato’ il monumento da una gravissima situazione di degrado. Gli interventi sono stati effettuati in diversi blocchi e momenti, grazie a finanziamenti della Regione e del Ministero dei beni culturali, soprattutto dopo il terremoto del ’97, per 3 milioni e mezzo di euro ai quali si si sono aggiunti i fondi della comunità dei frati domenicani e una donazione privata. I lavori hanno permesso di risanare i tetti dell’ala conventuale, la volta e i tetti di una parte del Palazzo dell’Inquisizione, la loggetta verso il cortile comune con le ‘ex scuderie’, la sacrestia, il transetto, la navata destra e quella sinistra, la quasi totalità del percorso delle ‘soffitte’ e la grande vetrata. L’ultima parte ha riguardato il campanile. (Fonte:La Nazione)