Puletti (Lega): “Dalla Regione solo fumo negli occhi per i 23 mila cacciatori umbri”

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“Fumo negli occhi per i 23 mila cacciatori umbri”. Manuela Puletti, responsabile del dipartimento caccia per la Lega Umbria, commenta così le dichiarazioni dell’assessore Meloni riguardanti l’inizio dell’attività venatoria ormai alle porte. “Credo che l’assessore abbia una scarsa considerazione della figura del cacciatore, leggo toni trionfalistici e mi chiedo su quali basi possano poggiare visto l’attuale situazione che si respira in Umbria – prosegue Puletti – Il mondo venatorio a differenza di quello che alcuni possono pensare, non ha l’anello al naso, ma è fatto di persone che hanno testa e cuore e non si faranno prendere in giro da dichiarazioni roboanti quando i fatti dicono altro.
Riconosciamo che in questi ultimi anni il centrodestra non ha saputo ascoltare fino in fondo il mondo rurale, nonostante le battaglie della Lega che ha sempre anteposto la difesa dell’attività venatoria agli equilibri di coalizione. Purtroppo il potere esecutivo in tale ambito non era nelle nostre mani e le decisioni prese non hanno rispecchiato le nostre posizioni. Sicuramente pagherà anche il centrosinistra che non riesce ad operare a causa di ambientalisti estremisti in giunta, i quali minacciano da un giorno all’altro dichiarazioni plateali sui giornali o crisi politiche solo per limitare l’attività di un mondo, nella loro visione, assolutamente da annientare.
In poche settimane sei associazioni venatorie hanno scritto all’assessore chiedendo un confronto e un passo indietro sulla data dell’apertura della caccia in deroga. Posizione, quella delle associazioni assolutamente condivisibile a mio avviso poichè anche le Regioni limitrofe come Toscana o Marche dimostrano che ciò che la Lega ha sempre chiesto, ovvero che una preapertura a settembre con deroghe di rilievo non è utopia, ma realtà se si sa lavorare con programmazione e volontà. Da quanto si evince dalle missive inviate non c’è solo disaccordo su scelte così importanti, ma anche una totale assenza di dialogo e di confronto con chi in realtà vive la caccia e paga per avere un servizio che al momento non ha.
Aprire la caccia in deroga a storno, piccione di città e tortora dal collare a metà ottobre spacciandolo come ausilio per gli agricoltori è una presa in giro per tutti, in quel periodo la maggior parte delle colture è ormai matura e oggetto di lavorazione. Stessa considerazione sulla chiusura posticipata della beccaccia, che ad oggi non c’è ma che viene spacciata come un lungo e arduo percorso dall’eventuale esito positivo. Ce lo auguriamo, ma senza affannarsi tanto posso suggerire all’assessore di copiare cosa fanno nelle regioni limitrofe visto che la chiusura della beccaccia da calendario è già al 31 gennaio, così risparmia tempo e può incontrare tutte le associazioni ed ascoltarle. Capisco la difficoltà di governare con soggetti ostili a determinati mondi, ma il silenzio su certe posizioni diventa assenso anche su posizioni fattibili come una preapertura dignitosa o l’inserimento del fringuello”.