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mercoledì, 17 Settembre 2025
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Art Bonus, un impegno corale per la bellezza e la memoria di Perugia: restaurate le vetrate della Sala dei Notari

Cerimonia ‘del ritorno’ partecipata da molte autorità e figure chiave del progetto, tra cui Lio Mancinelli (Consauto): “La città di Perugia è nel cuore della nostra azienda. Questo è solo l’inizio: continueremo a esserci”

Un gesto d’amore per Perugia, un impegno corale per la bellezza e la memoria. Martedì 13 maggio, nella cornice maestosa della Sala dei Notari, cuore pulsante della storia civica perugina, si è tenuta la conferenza stampa e cerimonia del ritorno delle vetrate storiche restaurate grazie allo strumento dell’Art Bonus. L’iniziativa ha visto la partecipazione di numerose autorità e figure chiave del progetto: l’assessore ai Lavori Pubblici con delega Art Bonus, Francesco Zuccherini, la responsabile della comunicazione e coordinatrice della comunicazione di Art Bonus, dottoressa Simona Cortona, il direttore dei lavori, architetto Stefano Barcaccia, la restauratrice, Laura Rivaroli, il consigliere regionale Andrea Romizi e il consigliere comunale Edoardo Gentili.

Un sentito ringraziamento è stato rivolto ai mecenati, autentici protagonisti di questo progetto di rinascita culturale, presenti in sala: Lio Mancinelli, presidente di Consauto; Silvia e Giulia Palmerini di Palmerini Autoricambi; avvocato Marco Galletti; signora Franca Di Dioniso; signor Roberto Rizzi e Federico Bolli, rappresentato simbolicamente dal padre, in nome della storica Farmacia Bolli 1883.

“Restituire queste vetrate alla sala più rappresentativa della nostra storia cittadina è un gesto che lascia un segno nella memoria collettiva – ha sottolineato l’assessore Zuccherini –. L’Art Bonus è uno strumento potente: ogni donazione è un tassello di amore civico, un ponte tra passato e futuro. Continueremo a investire in questa direzione, valorizzando il patrimonio e coinvolgendo la cittadinanza”.

“Ricordo con emozione il giorno in cui il primo mecenate, Lio Mancinelli – ha affermato la dottoressa Cortona – varcò la soglia della Sala dei Notari durante il Covid, chiedendoci di vedere le vetrate e comunicandoci che avrebbe voluto restaurare una trifora. Da allora, abbiamo compreso quanto donare sia un gesto nobile, capace di unire generazioni e costruire bellezza condivisa. Il nostro lavoro ha fatto scuola anche oltre i confini locali: persino Confindustria Puglia, in un seminario organizzato a Bari ha voluto conoscere il nostro modello”.

Un ringraziamento speciale è andato al consigliere regionale Andrea Romizi, che da ex sindaco vide nascere e crescere il progetto Art Bonus a Perugia. L’architetto Stefano Barcaccia, direttore dei Lavori, e la restauratrice Laura Rivaroli hanno, poi, illustrato l’intervento. “Missione compiuta – hanno confermato –. Abbiamo completato nei tempi il restauro di due trifore del XIV secolo, realizzate con vetro soffiato e piombo. I vetri sostituiti sono stati siglati con l’anno per tracciarne la memoria futura. Particolare cura è stata dedicata alla struttura metallica, riportata al suo grigio originario, rispettando i criteri della conservazione”. La restauratrice Laura Rivaroli ha eseguito con maestria l’intervento, ridando luce e vita a un patrimonio fragile ma potente.

A conclusione dell’evento, ogni mecenate ha ricevuto un omaggio simbolico e ha avuto l’occasione di raccontare il proprio legame con Perugia.

Lio Mancinelli (Consauto): “La città di Perugia è nel cuore della nostra azienda. Questo è solo l’inizio: continueremo a esserci”.

Silvia e Giulia Palmerini (Palmerini Autoricambi): “È un onore contribuire alla bellezza della Sala dei Notari. Grazie per averci resi parte di questa storia”.

Avv. Marco Galletti: “L’Amministrazione ha dimostrato continuità e serietà. È stato un piacere far parte di questo percorso”.

Franca Di Dioniso: “Mi auguro che sempre più cittadini scelgano di prendersi cura della nostra città con gesti concreti”.

Roberto Rizzi: “Sono un mecenate di Perugia. Donare per la mia città è un atto naturale e necessario.

L’Art Bonus Perugia, dopo dieci anni e un totale di 2 milioni e 700 mila euro raccolti, 43 beni restaurati e 606 mecenati su 936 umbri, si conferma uno strumento di trasformazione, che rende protagonisti cittadini e imprese, in un dialogo virtuoso con l’Amministrazione pubblica. Le vetrate della Sala dei Notari tornano a raccontare, con rinnovata luce, la storia e la bellezza di una città che non smette di credere nella cultura.

   

‘Umbria Selvatica’, oltre 30 aziende insieme per valorizzare le carni di selvaggina

A Bastia Umbra, durante Caccia Village, presentati progettualità e obiettivi futuri della Rete – Da ‘problema’ a risorsa: può diventare una fonte di reddito, di impresa e di sviluppo del territorio, in un percorso di filiera di qualità, garantita, salubre e sostenibile

Affrontare la questione degli ungulati, in particolare dei cinghiali, con l’obiettivo di regolamentare l’intera filiera, dalla gestione del problema dell’eccesso di fauna selvatica e dei danni causati all’agricoltura, e non solo, alla trasformazione e valorizzazione delle carni. È l’obiettivo di Umbria selvatica, la Rete di imprese promossa da Confagricoltura Umbria ed Ente produttori selvaggina (Eps), che racchiude oltre trenta aziende agricole umbre, organizzate per dar vita ad un esempio unico di filiera delle carni di selvaggina in Italia.

Occasione per presentare la Rete, le sue progettualità e gli obiettivi futuri è stato Caccia Village, salone nazionale della caccia e del tiro che si è tenuto all’Umbriafiere di Bastia Umbra, in particolare un incontro che ha visto la partecipazione di Igor Cruciani, presidente di Eps, Daniele Paoloni, presidente di Umbria Selvatica, e Simona Meloni, assessore alle Politiche agricole a agroalimentari e a Cacca e Pesca della Regione Umbria. Nel corso dell’incontro è stato evidenziato come, parallelamente alla crescita delle popolazioni di cinghiali, caprioli, daini e cervi, non si è ancora affermata in Umbria una piena tracciabilità e valorizzazione delle carni di ungulati selvatici che quindi, ad oggi, rappresentano sostanzialmente un ‘costo’ per tutta la collettività. La Rete si pone l’obiettivo di rovesciare radicalmente la prospettiva: la carne di ungulati, e in generale quella di selvaggina, può e deve diventare una fonte di reddito, di impresa e di sviluppo del territorio, tramite una sua valorizzazione in un percorso di filiera di qualità, garantita, salubre e sostenibile. Inoltre, a fronte di un elevato interesse del mercato, certificato da sondaggi realizzati a livello nazionale, e di un’ampia disponibilità di ‘materia prima’, si rileva come la quantità di carne di ungulati selvatici di origine estera è preponderante su quella locale e quindi la creazione di una filiera è anche un mezzo per salvaguardare il benessere animale ed il consumatore finale, in quanto la carne migliore è quella proveniente da animali che non subiscono stress in vita e che vengono adeguatamente trattati durante le fasi di lavorazione.

“L’iniziativa, finanziata dalla Regione Umbria – ha detto Cruciani – intende trasformare una criticità in un’opportunità economica e sociale. Metteremo sul mercato dei prodotti di alta qualità che seguiranno tutti quei controlli necessari a dare sicurezza al consumatore finale. Saranno realizzati dei centri di raccolta, centri di lavorazione selvaggina e laboratori di sezionamento, confezionamento e preparazione delle carni. In particolare, si prevede di realizzare circa 20 centri di raccolta, distribuiti su tutto il territorio regionale. Sono molto orgoglioso di poter dare il via a questa rete e spero che al più presto si possano trovare sul mercato i nostri prodotti”.

“È un progetto veramente ambizioso – ha aggiunto Paoloni – perché le aziende del territorio si sono messe insieme e hanno deciso di cooperare per sfruttare questa risorsa sostenibile e naturale. La carne degli ungulati selvatici è davvero naturale e per le sue caratteristiche ha tutte le ‘carte’ per entrare in un mercato più ampio, non di nicchia”.

“Dovremmo cercare di trasformare gli ungulati da problema ad opportunità – ha dichiarato Meloni –. Abbiamo ormai tre tipi di problematiche più urgenti e di criticità, a partire dalla sicurezza agricola con i danni ingenti che arrecano gli ungulati, cinghiali in particolare, alle nostre coltivazioni anche nei luoghi di montagna, dove tra l’altro gli agricoltori e le aziende zootecniche sono un grande importante presidio anche per evitare lo spopolamento; abbiamo il problema della sicurezza stradale e poi abbiamo il problema sanitario per il contenimento della peste suina, perché se è vero che in Umbria fino ad oggi siamo stati ‘molto bravi’, è anche vero che nelle regioni limitrofe si sono verificati dei casi. Essendo l’Umbria una regione anche a vocazione venatoria e con una grande presenza di ungulati nel territorio, credo che sia arrivato il momento di regolamentare in maniera chiara, trasparente e formale questo processo”.

   

Il Prof. Mario Mandalà incontra i volontari dell’AUCC


Il direttore dell’oncologia medica di Perugia parla di volontariato e riorganizzazione del reparto

il presidente Caforio: “Continueremo a fare la nostra parte per migliorare la vita del paziente oncologico”

Il direttore Mandalà: “Vogliamo creare una struttura ancora più all’avanguardia”

“Una nuova Carta dei servizi, creazione di Gruppi di Oncologia Multidisciplinari con riconoscimento aziendale, ottimizzazione delle Tac a disposizione dei pazienti, istituzione della figura del genetista medico, attivazione del percorso fertilità per i pazienti oncologici, riorganizzazione del percorso di diagnosi istologico-molecolare e del follow up sul territorio per i pazienti a basso rischio di recidiva: sono alcuni dei punti cui sta lavorando il direttore di Oncologia medica dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, professor Mario Mandalà – in collaborazione con la direzione dell’Ospedale, che ha supportato molto questa traiettoria migliorativa dell’Oncologia, per rendere ancora più efficiente la struttura – e che sono stati oggetto di confronto con l’Associazione Umbra per la Lotta Contro il Cancro. All’incontro, avvenuto ieri nella sede dell’AUCC, a Perugia, erano presenti il presidente dell’associazione, professor avvocato Giuseppe Caforio, Enzo Severini del Consiglio direttivo provinciale di Perugia Aucc, i volontari Aucc che operano al Day Hospital oncologico e la coordinatrice infermieristica Anna Rita Presciutti (Ambulatorio-Day Hospital).

“Un prezioso momento di confronto – ha detto il professor Mandalà – con voi che siete in prima linea, ogni giorno, a dare il vostro sostegno ai pazienti e ai loro familiari. Siamo pronti a ricevere suggerimenti, proposte di miglioramento, perché è da questi momenti che si cresce. Questa riorganizzazione, in parte già attuata, in parte in fase di definizione, necessita del supporto di tutti, anche il vostro. Siete l’interfaccia fra noi e i pazienti. La vostra attività è un atto di generosità, siete una presenza essenziale e silenziosa in reparto, siete la parte migliore che questa nazione possiede e io ho un’adorazione nei vostri confronti”. Parole che hanno commosso i presenti e che, per il presidente dell’AUCC sono motivo di “grande orgoglio”: “Svolgete egregiamente la vostra parte – ha ribadito il presidente Caforio, rivolgendosi ai volontari – siete una delle colonne su cui si regge il benessere del paziente e dei loro familiari”.

Un’attività, quella del volontario, che trova massimo raccordo con l’equipe infermieristica: “Il professor Mandalà – ha affermato Anna Rita Presciutti, coordinatrice infermieristica del DH oncologico – è stato il primo direttore ad aver avuto un simile approccio, il primo a mettere a un tavolo di lavoro tutte le componenti, con l’obiettivo di migliorare la vita del paziente. Quanto ai volontari, sono una risorsa incredibile”.

Il professor Mandalà ha concluso sostenendo che “l’Umbria può diventare un laboratorio di sanità pubblica, un modello di eccellenza”. Il presidente Caforio ha riaffermato “piena disponibilità a collaborare e a continuare a dialogare insieme alla Regione Umbria, ai Medici di Medicina Generale e a tutti gli attori coinvolti per rendere effettiva una riorganizzazione che mette al centro il paziente”.

   

San Sisto: Carabinieri intervengono per aggressione a un cittadino tunisino

Indagini in corso

Nella notte appena trascorsa, poco dopo le 24.00, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Perugia, insieme ai militari della Stazione di Castel del Piano, sono intervenuti nel quartiere di San Sisto, nell’area ricompresa tra le vie Albinoni e Doninzetti, a seguito di una comunicazione al Numero Unico di Emergenza – NUE – 112 in cui veniva segnalata l’aggressione patita da un cittadino di origini tunisine, dapprima oggetto di un tentativo di investimento e poi accoltellato da soggetti che si sono subito allontanati, facendo perdere le loro tracce.
Sul posto sono stati prestati i soccorsi alla vittima, 27enne, che ha riportato diverse ferite da taglio sulla mano e al volto. Trasportato da personale del servizio “118” presso il locale pronto soccorso dell’Ospedale, lo stesso è stato ricoverato in prognosi riservata, non in pericolo di vita.
Personale specializzato della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo Carabinieri di Perugia ha effettuato in loco un accurato sopralluogo al fine di acquisire utili elementi/tracce ai fini delle indagini.
Le investigazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Perugia, sono in corso per ricostruire l’esatta dinamica dell’evento delittuoso e risalire all’identità dei responsabili.

   

Tenta di asportare capi di abbigliamento da un negozio: arrestato 43enne

Nel primo pomeriggio di domenica scorsa, i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Terni hanno tratto in arresto un 43enne per tentato furto aggravato. A seguito di una segnalazione giunta al NUE 112, una pattuglia del Servizio di Pronto Intervento è intervenuta presso il centro commerciale della zona di Maratta Bassa dove, poco prima, un uomo sospetto era stato fermato dagli addetti alla vigilanza mentre usciva dal negozio. Dopo aver identificato il soggetto segnalato, risultato un 43enne ternano gravato da precedenti, i militari hanno proceduto alla perquisizione personale del medesimo, rinvenendo, all’interno del suo zaino, alcuni capi di abbigliamento, in particolare pantaloni e magliette, cui erano state tolte le placche antitaccheggio, un coltello a serramanico, uno spadino ed una tenaglia ovvero gli arnesi verosimilmente utilizzati per rompere i citati dispositivi. Per il 42enne è così scattato l’arresto per tentato furto aggravato e la denuncia in s.l. per porto di oggetti atti ad offendere. La refurtiva, del valore di poco meno di 200,00 €, è stata restituita al negozio mentre gli arnesi rinvenuti sono stati sequestrati. Dopo una notte in camera di sicurezza, ieri mattina si è svolta l’udienza per direttissima, all’esito della quale, il Giudice, nel convalidare l’arresto, ha disposto nei confronti dell’uomo la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di Terni, con permanenza notturna presso il domicilio dalle ore 21.00 alle ore 06.00.

Il procedimento è pendente in fase di indagini preliminari e sino ad eventuale condanna irrevocabile l’indagato deve ritenersi innocente.

   

A Deruta rivive di nuova luce l’antico pavimento del 1524

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L’inaugurazione del nuovo allestimento sabato 17 maggio al Museo Regionale della Ceramica

“Questo pavimento che potrei senza azzardo chiamare l’opera più fine che sia uscita dalle fabbriche derutesi, dà nuovo lustro all’antica arte ceramica italiana che lasciò ovunque le orme della sua grandezza”: è la descrizione dell’antico pavimento della Chiesa di San Francesco a Deruta, datato 1524, che ne fece Milziade Magnini qualche anno dopo il suo ritrovamento avvenuto nel 1902.
Lo stupore per tanta magnificenza potrà essere rivissuto sabato 17 maggio, quando al Museo Regionale della Ceramica di Deruta sarà inaugurato il nuovo allestimento del pavimento del 1524, “un vero e proprio tappeto istoriato (…) che intuona con i più grandi lavori decorativi dell’arte italiana del ‘500”.
“Quella resa possibile grazie al sostegno del Comitato nazionale per il quinto centenario della morte del Perugino – sottolinea il Sindaco di Deruta Michele Toniaccini – è tra le più significative iniziative di valorizzazione del museo e dell’arte ceramica derutese nel suo complesso, un risultato frutto del grande impegno del gruppo di lavoro guidato dal professor Francesco Federico Mancini, direttore del polo museale urbano,  e composto tra gli altri da Giulio Busti e da Iolanda Cunto, rispettivamente conservatore e coordinatrice del museo”.
Saranno proprio loro sabato 17, alle ore 11:00, introdotti dal primo cittadino a presentare il nuovo allestimento che consente per la prima volta la visione di tutte le sue parti superstiti, ad eccezione di una mattonella a forma di stella conservata nel Victoria & Albert Museum di Londra, di un frammento di mattonella quadrata nella collezione del British Museum e di altri due frammenti a forma di croce presenti nel Museo della Fabbrica Grazia di Deruta.
“Il pavimento – spiega il professor Francesco Federico Mancini – rappresenta un’opera unica nella produzione ceramica rinascimentale, sia per la sua morfologia che per la varietà delle figure simboliche dipinte nelle mattonelle a stella, che attingono al patrimonio figurativo dell’epoca, e la ricca decorazione ad arabeschi caratteristica della produzione derutese. I motivi iconografici che ricorrono nella pittura di questo straordinario manufatto sono perlopiù rappresentati da ritratti di profeti, muse, sibille, busti di imperatori e profili femminili con vedute di paesaggi sullo sfondo; sembrano ripresi dalle pitture di Perugino, Pinturicchio e Raffaello e vicini a quelli visibili sulla volta della Sala dell’Udienza del Collegio del Cambio di Perugia”.
Dopo il ritrovamento dei resti scomposti di questo pavimento maiolicato, interrati come materiale di riempimento, venne avanzata l’ipotesi che lo stesso fosse in origine collocato nella Cappella della Compagnia del Rosario e Morte, oppure che appartenesse ad una cappella funeraria di una famiglia nobile. Acquisito al patrimonio museale del Comune di Deruta, fu esposto nel 1907 alla Mostra d’antica arte umbra di Perugia e nel 1911 all’ Esposizione Internazionale di Roma.
“La struttura morfologica, tipica dei pavimenti maiolicati orientali, è costituita da oltre trecento mattonelle di varia forma”, illustra Iolanda Cunto. “Quelle a stella a otto punte, alternate ad altre a forma di croce, occupano l’area centrale delimitata da una cornice rettangolare di mattonelle quadrangolari e poligonali. Lo sviluppo complessivo del pavimento è di circa 12 metri quadrati di superficie. La cornice esterna reca un’iscrizione, oggi in gran parte lacunosa, che secondo alcuni esperti potrebbe essere analoga a quella ancora integra in un pavimento derutese del 1566 presente nella Cappella Baglioni della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Spello”.
Tanti dunque i motivi di interesse storico ed artistico dal pavimento che è ora tornato a splendere di nuova luce. Tra questi anche quello legato al suo autore.  Attribuito per anni ad un anonimo pittore convenzionalmente denominato Maestro del Pavimento di Deruta, l’autore è stato identificato nel 2004 da Giulio Busti e Franco Cocchi  in Nicola Francioli detto “Co” sulla base delle scoperte di archivio di Lidia Mazzerioli e Clara Menganna e delle comparazioni con opere note di questo pittore, rivelatosi il principale maestro derutese della prima metà del XVI secolo.
“Discendente da un’antica famiglia di vasai derutesi e più volte ricordato nei documenti d’archivio tra il 1513 e il 1565 con lo pseudonimo “Co” paraffato, a significare la contrazione del nome Nicola – spiega Giulio Busti – con la stessa cifra firma due capolavori in maiolica: una coppa raffigurante la scena mitologica di Diana e Atteone, oggi conservata nel Musée de la Renaissance di Ecouen, e un piatto con un putto che cavalca un delfino, liberamente tratto da Raffaello, oggi in collezione privata. Le stringenti analogie stilistiche tra queste due opere e le decorazioni del pavimento ne hanno giustificata l’attribuzione”.
Oggetto di restauro conservativo nel 1980, il pavimento risulta consumato dal prolungato calpestio nella sede primitiva ma questo, lungi dal togliere bellezza, accresce il valore e l’attesa per lo svelamento del nuovo allestimento, occasione per la quale l’ingresso al Museo Regionale della Ceramica di Deruta, che nei primi tre mesi dell’anno ha già visto raddoppiare i visitatori, sarà libero e gratuito.

   

Concorso Nazionale Letterario Rina Gatti – Francesca Ulissi vince l’ottava edizione

Al MANU di Perugia la cerimonia di premiazione tra memoria, talento e radici culturali

(Cittadino e Provincia) – Perugia, 13 maggio ‘25 – È Francesca Ulissi di Ancona la vincitrice assoluta dell’ottava edizione del Concorso Nazionale Letterario “Rina Gatti”, con un intenso racconto introspettivo che narra il percorso di crescita di una giovane donna, da sempre definita “mediocre” dalla sua famiglia, fino alla conquista della propria identità.

Secondo classificato è Alberto Cascavilla, autore pugliese, con un testo dal forte impatto emotivo, in cui il realismo a tratti crudo si alterna a profonde suggestioni interiori. Tra i finalisti anche due autori umbri: Francesco Lombardo di Torgiano, che si è piazzato al terzo posto con un racconto simbolico ambientato lungo il Tevere, nei luoghi cari a Rina Gatti, e Daniela Lalleroni, premiata con il Premio Speciale della Giuria degli Autori. A completare il gruppo dei vincitori sui primi tre gradini del podio, Sabrina Tonin di Padova (3° premio ex-aequo) con una narrazione familiare sull’esodo istriano-dalmata, che richiama un capitolo poco conosciuto della storia italiana del dopoguerra.

La premiazione

La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 10 maggio nelle sale del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria (MANU), a Perugia, in occasione del ventennale della scomparsa di Rina Gatti, avvenuta il 19 agosto 2005. Il Concorso ha raccolto l’entusiasmo di numerosi partecipanti, con ben 60 autori provenienti da 30 province di 15 regioni italiane, oltre a una concorrente residente in Austria. Per la seconda volta nella storia del premio letterario, la regione con il maggior numero di partecipanti è risultata essere proprio l’Umbria.

La giuria, composta da Lucia Magionami (presidente), Maria Angela Turchetti, Gustavo Cuccini, Margherita Gianfreda e Carmen Coli, ha selezionato i testi in forma rigorosamente anonima, favorendo opere di grande intensità emotiva e valore letterario, spesso firmate da autori esordienti.

Molto apprezzata la partecipazione straordinaria di Luciano Lepri, giornalista, critico e già presidente della giuria in tutte le precedenti edizioni, che quest’anno ha deciso di mettersi in gioco come concorrente. La sua opera ha superato la selezione anonima ed è stata inclusa tra le finaliste.

Oltre agli autori, alla giuria, a Giovanni Paoletti figlio di Rina Gatti e Jean Luc Bertoni presidente dell’Associazione Europa Comunica Cultura che organizza il Concorso, alla cerimonia erano presenti ospiti in rappresentanza delle istituzioni e degli enti patrocinanti. La direttrice del MANU di Perugia, che ha ospitato per il quarto anno consecutivo la premiazione del Concorso, Tiziana Caponi, ha aperto l’evento con i saluti esprimendo la soddisfazione per la collaborazione sempre più proficua con le associazioni e i soggetti che fanno cultura nel territorio.

Per il Comune di Perugia era presente l’assessora Costanza Spera, che ha consegnato il primo premio a Francesca Ulissi. Nel suo saluto ha ricordato il sostegno dell’amministrazione a questi eventi che qualificano la città e la collaborazione con l’associazione Europa Comunica, insieme alla quale è stato realizzata anche la recente distribuzione gratuita di libri “Dritti alla Fonte”.

Per la Regione Umbria è intervenuta la presidente dell’Assemblea Legislativa Sarah Bistocchi, che ha tenuto un appassionato intervento sul valore della memoria, riconoscendo a Rina Gatti il merito di aver saputo raccontare con autenticità l’identità dell’Umbria e il sentimento della sua comunità attraverso la scrittura: “La memoria va custodita e trasmessa – ha sottolineato –, perché per costruire il futuro è fondamentale ricordare il passato, senza mai perdere di vista il presente. Le nostre radici sono contadine, rurali, ed è importante non dimenticarle, perché da lì veniamo e lì si fondano molte delle nostre storie collettive”.

A rappresentare la Provincia di Perugia è stata la Consigliera Francesca Pasquino, delegata dal nuovo presidente Massimiliano Presciutti, che ha consegnato il premio al racconto “Orizzonte Cobalto” di Sabrina Tonin e ha ribadito il sostegno dell’ente alla manifestazione: “Un premio – ha detto – che celebra la memoria e valorizza la scrittura come mezzo di espressione e riscatto personale. Iniziative come questa rappresentano un presidio culturale fondamentale per il territorio, perché danno voce a storie di vita autentiche, promuovono il talento e rafforzano il legame tra le persone, la loro identità e le loro radici”. In merito al racconto premiato, la consigliera provinciale ha aggiunto: “Questa lettura mi ha profondamente emozionata. Il tema della migrazione rende il racconto estremamente attuale, perché parla di tutti coloro che sono costretti ad abbandonare la propria casa. C’è un’immagine che mi ha colpita in modo particolare: il barattolo pieno di terra. È un simbolo potente, che appartiene all’esperienza di molti, soprattutto di chi, anche senza percorrere grandi distanze, ha dovuto lasciare la propria terra. In questo mi sono riconosciuta”.

Ad intervenire con la consegna del Premio Speciale della Giuria sul tema dell’edizione “…attraverso…” è stata anche la Consigliera di Parità della Provincia di Perugia, Elena Bistocchi, autrice di una prefazione all’Antologia contenente tutti i racconti vincitori di quest’anno: “Il Concorso Letterario “Rina Gatti” celebra la scrittura come strumento di memoria, emancipazione e riflessione sull’universo femminile – ha evidenziato -. I racconti dimostrano ancora una volta come la scrittura possa essere strumento di passaggio e congiunzione tra esperienze personali e universali, come la penna sia un mezzo per dare voce a chi spesso è rimasto in silenzio. Iniziative come questa rappresentano un invito a continuare a cercare coscienza e conoscenza attraverso la scrittura”.

Numerose le personalità presenti, Lorena Pesaresi (Fondazione Nilde Iotti), Gemma Bracco (tra i fondatori del concorso), oltre agli autori umbri emergenti Luca Gatti, Viviana Picchiarelli, Marta Moroni e Marina Palazzetti. Lo scrittore Cristiano Parafioriti, vincitore della scorsa edizione, ha consegnato la targa alla vincitrice del premio speciale.

La voce narrante dell’attrice Sandra Fuccelli ha dato vita ai brani delle opere vincitrici, regalando momenti di grande suggestione al pubblico presente.

Ecco i vincitori

1° posto MEDIOCRE di Francesca Ulissi – Ancona

2° posto CARO DIARIO di Alberto Cascavilla _ Manfredonia (FG)

3° posto ex-aequo ORIZZONTE COBALTO di Sabrina Tonin – Tombolo (PD)

3° posto ex-aequo IL PONTE DELLE OMBRE di Francesco Lombardo – Torgiano (PG)

I Premi Speciali

– Premio Speciale della Giuria per il tema “attraverso” a: PUNTI DI VISTA di Rossana Massari – Livorno

– Premio Speciale della Giuria a: DEI MIEI PERDUTI SOGNI di Maura Simone – Molfetta (BA)

– Premio Speciale della Giuria degli Autori composta dai vincitori delle passate edizioni del Concorso“RINA GATTI” assegnato a: CON TE HO ATTRAVERSATO IL NOVECENTO di Daniela Lalleroni – Scheggia (PG)

– Premio del Presidente di Giuria a: L’AMORE DELLA MIA VITA di Bruno Izzo – San Lazzaro di Savena (BO)

I successivi classificati al 4° posto ex-aequo

4° premio Menzione Speciale SOTTOTONI di Monika Mayer Pavlidis – Bregenz (Austria)

4° premio Menzione Speciale FUGGIRE DALL’INFERNO di Margherita Flore Satta – Atzara (NU)

4° premio Menzione Speciale LA ZUPPA DI SASSI di Agnese Pelliconi – Imola (BO)

4° premio Menzione Speciale   TANA LIBERA TUTTE di Anna Gallazzi – Piacenza

4° premio ex-aequo L’ARCOBALENO di Stefania Maida – Milano

4° premio ex-aequo LUISA di Luciano Lepri – Perugia

4° premio ex-aequo INSEGNA IL MIO NOME AL VENTO di Federica Napolitano – Varese

4° premio ex-aequo IL POZZO di Mirko Orsini – Capena (RM)

4° premio ex-aequo L’ARCOBALENO DELLA SPERANZA di Cinzia Manetti – Poggibonsi (SI)

4° premio ex-aequo CALLE DEL MAGAZZEN – IRMA di Michela Zennaro – Venezia

4° premio ex-aequo OGNI 13 NOVEMBRE di Antonella Bertoli – Villadose (RO)

4° premio ex-aequo LO SPECCHIO di Filippo Mazzini – Perugia

4° premio ex-aequo IL BRACCIALETTO ROSSO di Mariagrazia Menegon –  Tolmezzo (UD)

4° premio ex-aequo ATTRAVERSO LE STELLE di Federica Inebria – Taranto

Per saperne di più

Rina Gatti, nata a Torgiano nel 1923, è stata una donna coraggiosa e sensibile, che ha usato il coraggio per intraprendere un percorso di emancipazione personale che l’ha portata ad essere testimone preziosa e appassionata di un mondo nel quale la donna era la vittima privilegiata di meccanismi arretrati e strutturati in una visione uomo-centrica dell’organizzazione sociale. Attraverso la scrittura ha usato tutta la sensibilità e l’amore di donna, madre e nonna per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio positivo e stimolante. Ha così raccontato la durezza e le contraddizioni del mondo contadino del 900, rappresentando un quadro universale sui sentimenti, sulle speranze, sulle conquiste che hanno permesso alle donne di assumere consapevolezza e di raggiungere un’emancipazione che sembrava un miraggio per le loro nonne. Seguendo la sua sensibilità e la sua vocazione, Rina Gatti, si è assunta il ruolo di testimone non solo attraverso i suoi libri, conosciuti in Italia a all’estero, ma anche attraverso la sua attività diretta con le scuole. Alle immagini e alle tematiche raccontate nei suoi volumi più famosi “Stanze vuote” e “Stanze vuote, addio” restano legate le motivazioni principali che la rendono una donna simbolo non solo dell’Umbria che fa da sfondo ai suoi racconti, ma di tutte le donne del mondo, specialmente di quelle che ancora oggi sono costrette in situazioni e legami familiari o sociali che inibiscono loro la libertà e l’autodeterminazione.

   

Ferdinandi e Donato:”Ferma condanna per episodio di violenza avvenuto a San Sisto”

VICINANZA AGLI ABITANTI SEL QUARTIERE

Questa notte, nel quartiere di San Sisto, si è verificata una brutale aggressione che ha portato al ferimento di almeno una persona e ciò ha profondamente scosso la comunità locale. Dai primi elementi raccolti, potrebbe trattarsi di un regolamento di conti tra gruppi criminali, un fatto di estrema gravità che ha generato paura e tensione tra i residenti.

In merito al grave episodio, la Sindaca Vittoria Ferdinandi e il delegato alla sicurezza urbana Antonio Donato esprimono “ferma condanna, profonda preoccupazione  e massima vicinanza ai cittadini di San Sisto”.

Fin dalle prime ore del mattino, l’Amministrazione è in costante contatto con le forze dell’ordine, cui spetta il compito di fare piena luce sull’accaduto. Si tratta di un grave fatto di ordine pubblico che ha giustamente allarmato i residenti, i quali hanno reagito con senso civico tentando di prestare soccorso.

L’Amministrazione comunale confida pienamente nell’operato delle forze dell’ordine certa che sapranno definire con precisione le responsabilità e assicurare alla giustizia i responsabili di questo atto inaccettabile.

   

Nodo di Perugia, Presciutti “opera strategica per l’intera Italia di Mezzo”

Il presidente della Provincia ha partecipato all’incontro di Ponte S. Giovanni: “Necessaria per essere cerniera d’Italia”

Questa la posizione espressa dal presidente della Provincia di Perugia Massimiliano Presciutti rispetto al “Nodo di Perugia”, in occasione del convegno di ieri pomeriggio a Ponte San Giovanni dedicato a questo tema.

Promosso dal Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni aps”, il convegno aveva lo scopo di evidenziare la grave situazione infrastrutturale che vede protagonista il territorio compreso tra Collestrada, Balanzano, Ponte San Giovanni ed il capoluogo di regione, e “promuovere una ampia convergenza affinché sia finanziato da subito il primo tratto (Collestrada – Madonna del Piano) e condivisa la progettazione del secondo/terzo tratto (Madonna del Piano – Ospedale regionale – Corciano)”.

“Una delle prime cose che ho fatto da neo presidente della Provincia – ha riferito Presciutti – è convocare unincontro con i presidenti delle Province confinanti con la nostra: se non ricominciamo seriamente un ragionamento sull’Italia di Mezzo, non faremo niente perché saremmo fagocitati dal nord, locomotiva economica del paese, e dal sud che riceve più aiuti rispetto a noi. Ritengo dunque che occorra riprendere in fretta questo ragionamento, che è di naturasquisitamente politica. Cosa è prioritario – si è quindi chiesto Presciutti – il Ponte sullo Stretto (che ha un costo cinque volte superiore a quello del Nodo) o collegare l’Italia di mezzo con nord e sud attraverso il Nodo, e farne una cerniera di questo paese? Credo che con questa impostazione occorra presentarsi tutti insieme al Governo. La Provincia di Perugia – ha quindi precisato – già in passato si è dichiarata favorevole al Nodo senza ambiguità, consapevole che accontentare tutti sia impossibile. Andiamo dal Governo, uniti, a sostenere che l’opera ci interessa e vogliamo realizzarla. Dobbiamo essere in grado di coniugare le esigenze più che legittime di chi vuole conservare il paesaggio e l’ambiente con le istanze di chi in questo territorio ha interessi economici e imprenditoriali. Noi vogliamo l’opera nella sua interezza. Incontriamo il ministro Salvini e il primo ministro Meloni e rivendichiamo con forza questa opera che risulterà strategica, non per Perugia o per l’Umbria, per l’intera Italia di mezzo”.