Alla Tennis Training di Foligno arriva il Maestro Nazionale Marco Marcelli

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E’ in continua crescita l’organico della Tennis Training School di Foligno che infoltisce i propri ranghi di coaching con l’ingresso di un altro pezzo da novanta, come il Maestro Nazionale Marco Marcelli.

Marcelli nato ad Ascoli, dopo aver abbandonato l’attività agonistica nei primi anni ’90, ha conseguito nel 1990 il diploma federale iniziando la sua carriera di allenatore presso il C.T. Maggioni di San Benedetto del Tronto, circolo in cui è stato il responsabile organizzativo dell’intera Scuola Tennis riservata a ragazzi di tutti i livelli di gioco (dai Principianti agli Agonisti) e di tutte le squadre agonistiche a livello giovanile. Qui ha conseguito dieci titoli regionali tra gare a squadre e gare individuali, un quinto posto nel Campionato Italiano Under 12 a Squadre e un Vice-Campione Under 12 di Singolare, con il giocatore Daniele Giorgini allenato fino all’età di 14 anni. Negli anni 1998, 1999 e 2000 è stato Capitano non Giocatore della Squadra di Serie A del C.T. Maggioni. Inoltre, Dal Settembre 2000 è stato Maestro e Coordinatore Responsabile della Scuola Tennis presso il C.T. Morelli di Ascoli Piceno che conta tutt’oggi circa centoquaranta ragazzi iscritti. In carriera ha allenato tra gli altri Davide Melchiorre e Stefano Travaglia con i quali ha vinto sei titoli regionali a squadre e quattro titoli regionali individuali (Melchiorre) nelle varie categorie giovanili; una finale ai campionati nazionali under 12 coppa Porro Lambertenghi (Melchiorre) e un titolo italiano assoluto nel campionato nazionale a squadre under 14 nel 2005. Giunto nello scorso mese di Settembre alla Tennis Training School, Marco avrà il non facile compito di sostituire Alessio Torresi (chiamato dalla Federazione a dirigere il Centro Periferico di Allenamento) a capo del settore Junior.

“La chiamata della Tennis Training – spiega Marcelli – è arrivata proprio nel momento giusto e cioè quando, mio malgrado, ho dovuto interrompere la mia attività ad Ascoli Piceno per divergenze con la nuova gestione del Circolo. C’è una frase in una canzone che amo di Bruce Springsteen, Thunder Road, che recita “Questa strada a due corsie ci porterà ovunque vogliamo . Abbiamo un’ultima possibilità per avverare i nostri sogni”.

Ecco, l’ho sentita particolarmente mia in questo periodo. E da lì, quasi in contemporanea è arrivata la chiamata di Fabio Gorietti.

“Esatto, si è aperta questa opportunità che non mi sono lasciato sfuggire, anche perché conosco da una vita Fabio e più in generale la Tennis Training, luogo in cui negli anni scorsi sono venuto con i miei ragazzi di Ascoli per degli stage di allenamento e confronto”.

E quali sono state le tue prime impressioni una volta arrivato qui?

“Ho trovato una situazione sicuramente diversa, ad Ascoli ero rimasto da solo, qui al contrario si lavora di squadra. In questo contesto. nei primi giorni. ho appreso le linee guida della Scuola e oggi sto provando a dare il mio contributo. Quello degli Junior è un settore che funziona già bene, ma insieme a Chiara Gemma e agli altri maestri proveremo a migliorarlo ancora, nell’ottica di farlo crescere ulteriormente”.

Apporterai qualche cambiamento?

“Mi piacerebbe in modo particolare, far vivere il Circolo ai bambini, in maniera più profonda, a 360 gradi, anche facendogli praticare altri sport in questa location fantastica che è Villa Candida, in cui i ragazzi possono stare al sicuro in un ambiente di crescita ottimale. Non dimentichiamoci che i ragazzi di oggi rappresentano un piccolo tesoro per l’Associazione Sportiva, e coloro i quali magari non diventeranno professionisti, saranno comunque soci del circolo o magari dei dirigenti del futuro”.

In questi anni di lavoro con i giovani cosa hai imparato e quali sono gli errori da non commettere?

“Dal mio punto di vista l’errore che dobbiamo evitare di fare è quello di un’ eccessiva precocizzazione dei ragazzi. I bambini hanno i loro tempi ed hanno il diritto di averli. C’è chi apprende in anticipo e chi impiega più tempo e noi dobbiamo assecondarli senza mettere pressione, in special modo in uno sport così delicato a livello mentale come il tennis”.