“Ritiro della Convenzione tra Regione e Università”

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Nota di Paparelli (Pd)

“Già un anno fa ebbi modo di denunciare pubblicamente, sia di fronte all’Assemblea comunale del PD di Terni che poi sulla stampa, le grandi criticità che emergevano dal Piano sanitario preadottato dalla Giunta regionale e dalla Convenzione stipulata con l’Università degli studi di Perugia in materia di sanità, evidenziando, tra l’altro, il rischio concreto che a seguito di ciò l’Azienda ospedaliera di Terni ne sarebbe uscita fortemente ridimensionata per ruolo, funzioni e servizi. A tale riguardo, ribadisco che la stipula del protocollo tra Regione e Università, rappresenta una vera e propria abdicazione della politica”.

   

Lo afferma il consigliere regionale del Partito democratico, Fabio Paparelli.

“Oggi – prosegue – quei timori e quelle preoccupazioni trovano conferma nella bozza di documento fatto circolare dalla Regione, aggravato dall’assenza di un nuovo Piano Sanitario Regionale che avrebbe dovuto farne eventualmente da cornice. Ciò conferma la manifesta incapacità di programmare con lungimiranza e non certo per singoli atti, stralci e anticipazioni fuori luogo, come sta facendo la Giunta regionale sulla sanità ormai da troppo tempo. In merito alle anticipazioni emerse – precisa Paparelli – è necessario iniziare a sgombrare il campo da alcune ipotesi che riteniamo del tutto sbagliate. A Terni deve innanzitutto essere applicato un modello di Azienda sanitaria ospedaliera convenzionata ad hoc con l’Università, perché diversamente si corre il rischio di realizzare, con la scusa della razionalizzazione e dei tagli delle spese, un’azienda unica regionale integrata sotto l’egida dell’Università. Un’ipotesi, questa, che il centro sinistra in questa regione ha sempre scongiurato. Con altrettanta preoccupazione – prosegue il consigliere dem – constatiamo che il tema del merito sia del tutto scomparso dall’agenda comune elaborata da Regione e Università. Oggi infatti, in base a quanto scritto nella convenzione, l’attribuzione delle strutture complesse verrebbe per essere assegnata quasi su base discrezionale, troppo spesso a scapito di Terni, quando in passato era stato raggiunto un accordo che prevedeva come a capo di queste strutture, ci fossero i migliori professionisti reperibili dal punto di vista assistenziale, indipendentemente che fossero ospedalieri o universitari. Introdurre elementi di disparità tra medici ospedalieri e universitari, in nome dell’integrazione, è il modo subdolo con cui si intende di fatto unificare le due aziende ospedaliere, e ciò rappresenta per il ternano la criticità più evidente. Questa ipotesi – continua – è ormai molto avanzata dato che sta già avendo evidenti ripercussioni negative per questa parte dell’Umbria. Occorrerebbe, al contrario, una precisa definizione dei ruoli e delle funzioni tra Università e Azienda, sia sul versante dell’assistenza che sugli aspetti della ricerca e della formazione. Del resto il contributo forte dell’Università, che ha rappresentato realmente l’eccellenza sanitaria, c’è stato quando, con sinergie vere, la crescita e l’integrazione hanno viaggiato di pari passo, fornendo eccellenze professionali, cosa che almeno a Terni non avviene da tempo. Per questi motivi – aggiunge Paparelli – mi auguro che si possa aprire un confronto aperto e franco con gli stessi operatori sanitari affinché prendano oltremodo coscienza del rischio che stanno correndo se questo processo non viene scongiurato. Non può essere questo il momento delle timidezze e dei distinguo, occorre chiamare la città intera alla mobilitazione nella consapevolezza che in ballo c’è il destino della salute pubblica a Terni. Per questi motivi – conclude – ritengo doveroso chiedere il ritiro della Convenzione tra Regione e Università e lo stop dell’applicazione degli atti attuativi. Al contempo attendiamo le formali smentite circa l’intenzione di smantellare le strutture complesse di cardiochirurgia, maxillo facciale, di neuro radiologia ed endocrinologia dell’ospedale di Terni. A tal proposito, già martedì prossimo, sulla base dell’interrogazione che ho presentato a riguardo, ci aspettiamo che l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, faccia chiarezza una volta per tutte”.