Nasce “Castello di Solomeo” il vino di Brunello Cucinelli

242

Bottiglie “avvolte” da frasi Marco Aurelio, Omero e Socrate

   

Non più solo cachemire ma ora Brunello Cucinelli produce anche vino “nella vigna dell’amato borgo umbro di Solomeo”. Con le bottiglie avvolte in una carta che riporta, in italiano e in inglese, frasi di Marco Aurelio, Omero e Socrate, tanto amati dall’imprenditore umbro.

Il primo vino, annata 2018, è stato presentato all’istituto dei Ciechi di Milano in una “cena amichevole” voluta da Cucinelli. All’incontro conviviale erano presenti, oltre ai familiari e gli “amici di sempre”.

Il vino porta il nome di “Castello di Solomeo”, “amabile consigliere” di Brunello Cucinelli è stato l’enologo di fama internazionale Riccardo Cotarella. Impiantato nel 2011, il vigneto si estende su una superficie di 5 ettari in cui si alternano tre tipologie diverse di suolo alluvionale argillo-sabbioso, alluvionale argillo-limoso e marnoso arenaceo, ciascuna abbinata con accuratezza ad uno specifico vitigno coltivato. È in grado di produrre circa novemila bottiglie per anno. Le uve scelte per il “Castello di Solomeo” sono Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, da cui nasce il prestigioso blend bordolese, a cui viene aggiunto il vitigno Sangiovese “come tributo alla cultura e alla tradizione vitivinicola del centro Italia”. Da questa unione – è stato spiegato nella serata – nasce “un vino strutturato e al tempo stesso ricco di morbidezza”. Le oltre 20.000 piante che si snodano lungo i filari del vigneto di Solomeo – è stato detto ancora – vengono curate ogni giorno con l’obiettivo di “garantirne massima longevità e benessere”. Una filosofia agricola “secondo natura”. La scelta di disporre i filari seguendo un disegno a onda rende il vigneto simile ad un “giardino” e permette alle piante, grazie alla loro esposizione, di ricevere la massima quantità di luce favorendo l’arieggiamento.

“Proprio come avveniva nell’antica Grecia, mi piace immaginare che questo nostro vino possa allietare i più piacevoli simposi di persone che rinnovano questo umanissimo rito”.

Brunello Cucinelli ha parlato così del suo primo vino prodotto, “Castello Solomeo”, presentato a Milano presso l’istituto dei ciechi.

“In questo luogo così ricco di storia e di fascino è stato davvero emozionante assaporare il primo sorso di questo vino almeno per me molto, molto speciale che è nato dalla nostra terra e da un lavoro di grande attenzione e passione. Nel nostro Solomeo – ha ricordato Cucinelli – abbiamo dedicato cinque ettari a viti che vengono coltivate secondo i classici princìpi della viticoltura, che io considero una vera e propria arte e mi piace pensare che le nostre uve possano finalmente raccontare anche la loro storia di bellezza. Credo che non vi sia niente di più bello che condividere con gli amici di una vita e le persone care questo prezioso frutto, nato da una lunga opera di cura e di custodia. Proprio come avveniva nell’antica Grecia, mi piace immaginare che questo nostro vino possa allietare i più piacevoli simposi di persone che rinnovano questo umanissimo rito. Con l’opera Sofisti a banchetto di Ateneo, del resto, è bello ricordare che proprio ‘sul mare colore del vino Dioniso ha condotto quanto di buono c’è per gli uomini'”.