Migliora la situazione relativa all’andamento della pandemia in Umbria

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Lo rivela una statistica della Fondazione Gimbe

   

In base al monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, nella settimana 2-8 febbraio si registra una performance in miglioramento del numero degli attualmente positivi per 100.000 abitanti (1.990) e si evidenzia una diminuzione dei nuovi casi (-20,1%) rispetto alla settimana precedente.

Sopra la soglia di saturazione i posti letto in area medica (30,4%) e in terapia intensiva (12,8%) occupati da pazienti Covid-19. La popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari all’82,5% (media Italia 82%) a cui aggiungere un ulteriore 3,2% (media Italia 3,4%) solo con prima dose. Il tasso di copertura vaccinale con terza dose è dell’ 86,3% (media Italia 83,5%). La popolazione nella fascia di età 5-11 che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 18,3% (media Italia 20,7%) a cui aggiungere un ulteriore 17,6% (media Italia 14,2%) solo con prima dose.

Questi i nuovi casi per 100.000 abitanti dell’ultima settimana suddivisi per provincia: Terni 1.069, Perugia 1.053.

La curva epidemica, come pure la media mobile a 7 giorni, in Umbria mostra un trend in leggera diminuzione rispetto alle settimane precedenti. L’incidenza settimanale mobile per 100.000 abitanti all’8 febbraio è pari a 1.084: questi i dati del report settimanale elaborato dal Nucleo epidemiologico regionale.

Lo studio evidenzia che l’RDt sulle diagnosi calcolato per gli ultimi 14 giorni con media mobile a 7 giorni diminuisce attestandosi ad un valore di 0,80.

L’andamento regionale dell’incidenza settimanale mobile per classi di età mostra tassi superiori alla media regionale tra coloro che hanno età compresa tra 03-44 anni, con un trend in leggera diminuzione per tutte le classi d’età.

Rispetto alla settimana precedente non si osservano variazioni sostanziali, nell’impegno ospedaliero regionale mentre dal 31 gennaio al 6 febbraio si sono verificati 34 decessi.

“È stato prescritto per la prima volta questa mattina, presso la Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale di Perugia, il secondo trattamento antivirale orale contro il Covid-19 – rende noto l’assessore alla Salute, Luca Coletto –  Si tratta del farmaco Paxlovid ed è stato prescritto ad una giovane donna che presenta fattori di rischio”.

“Ci aspettiamo una buona tollerabilità del paziente al farmaco e la non necessità di ricovero grazie al trattamento – sottolinea la professoressa Daniela Francisci, direttore di Malattie Infettive dell’Ospedale di Perugia – La somministrazione riguarda pazienti che hanno forme lievi, ma che presentano fattori di rischio di progressione verso forme gravi di malattie. Per quanto riguarda le terapie anti Covid 19 – spiega la professoressa Francisi– abbiamo a disposizione sia gli anticorpi monoclonali come il Sotrovimab, efficace anche per la variante Omicron, che i due antivirali orali, il Lagevrio (Molnupiravir),la cui somministrazione è iniziata il 5 gennaio e il Paxlovid. Da gennaio, qui a Perugia abbiamo prescritto 107 trattamenti con monoclonali e 99 antivirali”.

Il Paxlovid deve essere somministrato il prima possibile dopo la diagnosi di COVID-19 ed entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. Il ciclo di trattamento prevede 300 mg di PF-07321332 (due compresse da 150 mg) con 100 mg di ritonavir (una compressa da 100 mg) da assumere insieme per via orale ogni 12 ore per 5 giorni.

La prescrizione di Paxlovid è affidata ai centri autorizzati da ciascuna Regione, ed è sottoposta a registro di monitoraggio AIFA, Inoltre, il farmaco è sottoposto a monitoraggio addizionale per permettere la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta utilizzando la Rete Nazionale di Farmacovigilanza.

La selezione del paziente è affidata ai medici di medicina generale, ai medici delle USCA e, in generale, ai medici che abbiano l’opportunità di entrare in contatto con pazienti affetti da COVID di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati.

I medici dovranno rapidamente contattare la struttura presso la quale effettuare la prescrizione e trasmettere la scheda precompilata in modo che la prescrizione ed il trattamento possano garantire la somministrazione del prodotto il più precocemente possibile rispetto all’insorgenza dei sintomi, e comunque non oltre i cinque giorni dall’inizio degli stessi.

Le Strutture individuate per la prescrizione, già censite nei Registri AIFA, sono le stesse già individuate per la prescrizione e somministrazione degli anticorpi monoclonali e per la prescrizione dell’altro antivirale orale Lagrevio (molnupiravir): in Umbria sono l’Azienda Ospedaliera di Perugia, l’Azienda Ospedaliera di Terni, l’Ospedale di Città di Castello, l’Ospedale di Spoleto.

Intanto è iniziato il monitoraggio dei primi pazienti che a gennaio sono stati sottoposti alla terapia orale: “Stiamo iniziando – continua Francisci – quest’opera certosina di contatto e ci stiamo organizzando per poterne fare, almeno in parte, a distanza, attraverso la telemedicina. Dovrebbe, inoltre, arrivare entro il mese di febbraio, un altro monoclonale che potrà essere utilizzato per la profilassi post esposizione per quei soggetti a rischio, fragili, che hanno avuto un contatto con un positivo. Una terapia preventiva da fare entro poche ore, per evitare che si manifesti la malattia”.

Concludendo il commissario regionale per la gestione dell’emergenza, Massimo D’Angelo, ha riferito che,

“ad oggi, dopo l’interlocuzione con la struttura commissariale nazionale, non si conosce ancora la data esatta di consegna del vaccino Novavax. I cittadini saranno opportunamente informati non appena sarà indicato il giorno della distribuzione in Umbria”.