Furto di un’ imbarcazione al Lago Trasimeno. Scatta l’allarme

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“La notizia dell’ennesimo furto del motore del natante di un pescatore professionale socio della Cooperativa dei Pescatori di San Feliciano sta creando una grande eco non solo nell’area del Lago Trasimeno, tenuto conto dell’escalation di eventi di questo tipo che negli ultimi 12 mesi si sono succeduti tra San Feliciano, Sant’Arcangelo e Torricella”. Commenta così l’episodio Andrea Fora, presidente di Confcooperative Umbria. “Si contano ormai a decine – ha proseguito Fora – i casi di questa natura e a destare sconcerto è oltretutto il fatto che questo ennesimo atto di violenza ha colpito direttamente un pescatore per l’ottava volta. Il succedersi ormai quotidiano di questi furti nei punti sbarco ci lascia sgomenti per diversi motivi. Innanzitutto perché si tratta di atti malavitosi che attengono non solamente al patrimonio personale ma che colpiscono strumenti di lavoro e di reddito. Inoltre perché ormai da diversi mesi segnaliamo questo problema a tutti i livelli di pubblica sicurezza e agli organi politici”. A Fora, fa eco il coordinatore regionale di Federcoopesca-Confcooperative e amministratore delegato della Cooperativa dei Pescatori Valter Sembolini il quale sottolinea il fatto che “negli ultimi mesi si sono verificati non solo furti ma anche atti di sabotaggio nei punti sbarco, che mai si erano verificati in passato, tesi a ledere l’esercizio della pesca professionale. A questo si aggiungono la pressoché inesistente illuminazione dei pontili e l’attuale incertezza sul futuro della Polizia provinciale che getta ombre sul presidio dei controlli nell’area del Trasimeno e che sicuramente rischia d’incoraggiare i possibili malintenzionati”. “Reiteriamo con forza – rilanciano Fora e Sembolini – la nostra richiesta di attivazione urgente di un tavolo di confronto sul tema della sicurezza per mettere in piedi fin da subito azioni di prevenzione, controllo e repressione e poter condividere possibili iniziative di collaborazione per tutelare la professione della pesca nel lago Trasimeno. Lo faremo rivolgendoci direttamente al prefetto di Perugia e al questore ma anche alle massime autorità politiche regionali, provinciali e comunali”. “Riteniamo che sia un danno sociale ed economico – concludono Fora e Sembolini – che fatti di questa natura scoraggino, come stanno già facendo, i pescatori soci e i tanti giovani che si stanno affacciando a questo affascinate mondo che, dati alla mano, si sta rivelando come uno dei pochi comparti in grado di produrre opportunità occupazionali nell’area del Trasimeno”.