Festival delle Corrispondenze al via con grandi nomi e temi d’attualità

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Anteprime affollate con Veltroni e Montanari, dal 2 al 7 settembre la rassegna a Monte del Lago con ospiti di rilievo

   

È iniziato nel migliore dei modi l’itinerario di riflessione tra “libertà e potere”, al centro della 14esima edizione del Festival delle Corrispondenze (2-7 settembre a Monte del Lago di Magione). Il pensiero critico come rotta è stato subito fulcro delle due anteprime a Castel Rigone e a Perugia.

E proprio lunedì 1 settembre nel capoluogo umbro, in una gremita Sala dei Notari di Palazzo dei Priori, Tomaso Montanari è stato protagonista applauditissimo dell’incontro realizzato per l’occasione in collaborazione con il Comune di Perugia, dal titolo “Gaza: un genocidio made in Italy. Complicità, reticenze e (auto)censure nel discorso pubblico e nei media”.

Durante l’appuntamento lo storico dell’arte, saggista e rettore dell’Università per Stranieri di Siena, tra le voci più lucide e impegnate del panorama culturale italiano, ha dialogato con lo scrittore, critico letterario e direttore artistico del festival Massimo Arcangeli che proprio con Montanari ha condiviso di recente anche una campagna per la difesa dell’autonomia scientifica e didattica degli atenei dai tentativi della politica di eroderla e ridimensionarla.

E da Perugia Montanari ha lanciato un primo appello: «In un momento in cui la grande missione umanitaria Sumud Flottilla è partita per mare per arrivare a Gaza con gli aiuti, e quindi si compiono atti fondamentali per rompere l’assedio israeliano, in Italia c’è una cosa che dobbiamo fare e si chiama sciopero generale. Per un giorno e contro il genocidio che è in corso in Palestina è arrivato il momento di bloccare il Paese».

Montanari ha poi spiegato perché secondo lui il genocidio è “made in Italy”. «La maggior parte delle armi usate a Gaza sono prodotte da noi, così come il software che le comanda fino agli addestramenti» ha affermato per poi aggiungere che è “made in Italy” anche per un’altra ragione: «Israele sta facendo il lavoro sporco per tutti noi, ha affermato senza indugi il cancelliere tedesco Friedrich Merz in un’intervista. L’attitudine è di tipo coloniale, perché ad un popolo cristiano bianco ed europeo non sarebbe stato possibile fare tutto questo. L’aggressione in Ucraina la sta facendo un autocrate, questa la sta facendo invece un paese nostro alleato. Quindi si consente tutto questo solo per i nostri maledetti interessi occidentali, economici e geopolitici».

Per Montanari non ci può essere poi nessuna giustificazione: «Se la società mondiale di studio sul genocidio, fattispecie giuridica riconosciuta, ci dice che è genocidio. Se la Corte penale internazionale accoglie atti di accusa da parte dei Paesi. Se storici di olocausto ci dicono che è genocidio. Allora mi chiedo davvero chi può negarlo». E la parola chiave per Montanari è «negazionismo” o meglio «negare qualcosa per un interesse».

«In tutti i Giorni della memoria – ha inoltre dichiarato – ci siamo detti sempre ‘mai più’, perché la prima vendetta contro i genocidi è la memoria. Questo è il motivo per cui dobbiamo parlare, oltre di chi si macchia di questi crimini e dei suoi complici, anche di Palestina, del suo popolo e della sua cultura e delle persone uccise».

Per l’occasione gli è stato consegnato il Premio speciale “Corrispondenze” alla carriera, giunto alla sua terza edizione: al Montanari studioso e storico dell’arte, ma soprattutto intellettuale che sceglie di non sottrarsi al discorso pubblico, assumendo la responsabilità di una parola lucida e rigorosa che interpella la coscienza civile.

«Una grande emozione consegnare questo riconoscimento in un luogo prestigioso e  simbolico come la Sala dei Notari, grazie alla generosa collaborazione del Comune di Perugia» ha commentato Vanni Ruggeri, vicesindaco di Magione e anima del Festival delle Corrispondenze. «Le parole di Montanari – ha aggiunto – così lucide, rigorose, Incisive non soltanto hanno offerto una prospettiva ineludibile sulla tragedia di Gaza, ma hanno anche dato risposta sul perché un piccolo festival come il nostro sia oggi quanto mai necessario, per costruire uno spazio e un tempo condiviso di riflessione critica e di partecipazione  autentica intorno alle questioni capitali del nostro tempo».

Prima dell’incontro con Montanari sono intervenuti con i rispettivi saluti la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Sarah Bistocchi, che ha definito il festival «un esempio di cultura diffusa e diffondente», e il vicesindaco di Perugia Marco Pierini.

 Prima dell’incontro a Perugia, il significato attuale della libertà, incarnato da Iris Versari, protagonista del romanzo di Walter Veltroni “Iris, la libertà” (Rizzoli), un romanzo che restituisce vita e voce a una figura emblematica della Resistenza italiana, ha emozionato e fatto riflettere il Teatro Giuseppe Verdi di Castel Rigone durante la prima anteprima del Festival delle Corrispondenze andata in scena venerdì 29 agosto.

Una grande lezione di libertà, una storia capace di illuminare il nostro presente, con parole lucide, coraggiose, incisive, contro l’indifferenza, la seduzione autoritaria, la rinuncia all’esercizio critico e alla partecipazione democratica. «Il potere – ha detto Veltroni – è una definizione sufficientemente ampia da contenere due dimensioni: una è il potere democratico, quello che avviene attraverso la partecipazione dei cittadini, e l’altro è il potere autocratico, quando qualcuno pensa di riassumere in sé un potere che invece deve essere diffuso tra i cittadini. E contro questi rischi credo che dobbiamo sempre tenere gli occhi aperti».

Ed il rapporto tra memoria storica e urgenza del presente, tra patrimonio e futuro rispecchia pienamente lo spirito del Festival delle Corrispondenze, luogo in cui la cultura diventa spazio di incontro, confronto e responsabilità condivisa. Sarà ora così anche dal 2 al 7 settembre a Monte del Lago di Magione.

Si inizia martedì 2 settembre alle 17 in piazzetta Sant’Andrea con la cerimonia ufficiale di apertura della 14esima edizione

Alle 18 nella Terrazza Fattoria Luca Palombaro “Il potere delle superstizioni: liberarsi con filosofia”: Eugenio Radin (white whale cafe) e autore del libro “Argomentare, Watson! Come smascherare i cattivi ragionamenti e sopravvivere al dibattito pubblico” dialoga con Rick DuFer (Daily cogito), autore del libro “Dio era morto. Riscoprire il divino senza cadere nelle nuove superstizioni”

Alle 19.30 in piazzetta Sant’Andrea Matteo Caccia, conduttore e autore di programmi radiofonici e podcast,  porta il suo racconto personale “Voci che sono la mia. Come le storie ci cambiano la vita”

Alle 21.30, sempre in piazzetta Sant’Andrea, Ezio Mauro riflette sulla Russia di ieri e di oggi, sul legame tra rivoluzione e potere e su un corpo politico che ancora inquieta il presente, con il reading scenico a due voci “Il segreto di Lenin” (adattamento e selezione musicale di Massimiliano Briarava, concept e immagini di Carmen Manti)

La giornata di mercoledì 3 settembre parte alle 17 in piazzetta Sant’Andrea il divulgatore scientifico, scrittore e noto youtuber Adrian Fartade guiderà il pubblico fra le storie delle estinzioni di massa e disastri su scala planetaria che il nostro pianeta ha vissuto nel tempo, ipotizzando quando e come ci sarà la prossima in “Quella volta in cui è finito il mondo”. Introduce Generazione T

Alle 18 nella Terrazza Fattoria Luca Palombaro presentazione di “2027 Fuga dalla democrazia” (Solferino) del giornalista e saggista Sergio Rizzo che dialogherà con Massimo Arcangeli, linguista, critico letterario e scrittore

Alle 19.30 in piazzetta Sant’Andrea Gabriella Greison porta in scena lo spettacolo teatrale “La donna della bomba atomica”. Sul palco il racconto della  vicenda di Leona Woods, unica donna ad aver lavorato insieme a Fermi e Oppenheimer al Progetto Manhattan (musiche di Francesco Baccini e Michele Cusato, regia di Alessio Tagliento)

Alle 21.30, sempre in piazzetta Sant’Andrea, Riccardo Iacona porta le sue “Corrispondenze scomode”, dialogando con Paola Zanca (giornalista Il Fatto Quotidiano) su come la libertà d’informazione resti oggi uno dei fronti più minacciati dal potere della disinformazione globale

Il Festival delle Corrispondenze 2025 è un evento promosso e organizzato dal Comune di Magione con il sostegno di Fondazione Perugia, Regione Umbria e GAL Trasimeno Orvietano; in collaborazione con Associazione Culturale Pro Monte del Lago, ISUC, Consorzio URAT, Comune di Perugia, Edicola 518, Generazione T, Fattoria Luca Palombaro, Green Rent, Istituto Omnicomprensivo G. Mazzini di Magione, I.Ri.Fo.R, L’Orologio soc. coop., Regusto, TSA, Associazione Proloco Castel Rigone; con il patrocinio di Camera di Commercio dell’Umbria, Provincia di Perugia, Unione dei Comuni del Trasimeno, Comune di Passignano sul Trasimeno, Ufficio scolastico Regionale dell’Umbria, Università di Perugia, Università per Stranieri di Perugia e Rai Umbria ; con il sostegno di partner e sponsor privati. Media partnership Tgr Umbria.