Caccia: l’Atc Pg2 promuove il regolamento per il recupero degli ungulati feriti

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Alle tante iniziative avviate dall’Ambito territoriale di caccia Perugia 2 (Atc Pg2) durante il mandato di presidenza di Luciano Calabresi si aggiunge ufficialmente anche quella della stesura e approvazione, avvenuta il 24 agosto da parte del Comitato di gestione, del Regolamento per il recupero degli ungulati feriti.

“Nel corso degli ultimi anni – spiega Calabresi – è notevolmente cresciuto sia il numero delle persone attratte dalla caccia di selezione, correttamente intesa come prelievo programmato e sostenibile di una specie, sia la porzione di territorio a essa dedicata: secondo i dati della Provincia di Perugia, si è passati da un unico distretto ‘sperimentale’ istituito e 22 capi da prelevare nella stagione venatoria 2000-2001 a 22 distretti appartenenti al territorio dell’Atc Pg2 e 826 capi assegnati per la corrente stagione. Erano, perciò, ormai maturi i tempi per dotarci di un regolamento che si occupasse del recupero degli ungulati feriti”.

“Questa – commenta Calabresi – è un’azione di alto valore etico e morale che ha bisogno di un regolamento che ne definisca i tempi e i modi. Dev’essere, inoltre, un’attività svolta da persone formate e molto motivate. L’azione di recupero riguarda animali selvatici feriti o durante l’azione di caccia oppure a seguito di incidenti stradali. Si tratta, quindi, di animali sofferenti, che andrebbero comunque a morire dopo breve o lungo tempo, menomati e presumibilmente fortemente doloranti. L’intervento, eseguito secondo un protocollo da lungo tempo sperimentato in tutta Europa, dovrebbe concludersi o con il ritrovamento del selvatico morto o con il bloccaggio che solamente un cane adeguatamente addestrato riesce a compiere, garantendo al recuperatore il tempo di arrivare”.

“L’Ambito di caccia Perugia 2 – prosegue Calabresi – e, in particolare, la Commissione cervidi e bovidi e i suoi consulenti, che ringrazio per l’ottimo lavoro svolto, hanno prodotto un regolamento snello, lineare e, relativamente, di semplice attuazione. Le specie interessate sono tutti gli ungulati selvatici, compresa ovviamente la specie cinghiale”. “Invito – conclude Calabresi – i caccia-selettori a continuare a percorrere la strada di una corretta gestione faunistico-venatoria e chiedo a tutti coloro che vorranno essere dei ‘recuperatori’ di formarsi e rimanere aggiornati in modo da trasmettere al proprio cane da traccia la competenza, documentata dalle prove Enci da superare, per metterlo in grado di poter recuperare”.