Al via il 62° Congresso Nazionale degli Ordini Ingegneri d’Italia

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“Occorre un cambio di paradigma che rafforzi la fiducia in coloro che, per competenze tecniche e conoscenza dei processi, rivestono un ruolo di guida e di indirizzo nelle scelte politiche”. E’ questo il messaggio lanciato dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Perugia Roberto Baliani in apertura del 62° Congresso Nazionale degli Ordine degli Ingegneri d’Italia che da oggi a venerdì vede riuniti al Teatro Lyrick di Assisi oltre 1000 delegati in rappresentanza di 106 ordini provinciali per parlare di “Corriamo il rischio. Ingegneri per una società aperta, sicura innovativa”.

   

L’evento, promosso dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Perugia, rappresenta l’occasione per affrontare le tematiche del “rischio” professionale, sociale, economico, incluso quello legato alle difficoltà di gestire il cambiamento del sistema e le relative politiche di prevenzione, il ruolo della formazione per la categoria e le sfide degli ordini professionali 2.0.

“Siamo in Umbria – ha affermato il presidente Baliani nella sua relazione – e parlando di rischio, non possiamo prescindere da quello sismico e dai suoi effetti, in cui il contributo degli ingegneri e degli altri tecnici della Rete Tecnica delle Professioni, è come sempre fondamentale e insostituibile, sia nella gestione dell’emergenza che nella importante fase della ricostruzione”.

Il 62° Congresso è iniziato con la relazione del Presidente CNI Armando Zambrano che ha esortato a lavorare per dare più forza alla categoria e a tutto il mondo delle professioni.

“Corriamo il rischio – ha continuato il presidente – può voler dire molte cose. Una tra queste è quella di sforzarci di trovare soluzioni che ci rendano ancora più forti. Per fare questo dobbiamo prenderci il rischio di fare delle scelte. La politica ci darà risposte solo se saremo più forti, se diventeremo più numerosi, se sapremo metterci assieme, come è stato già fatto con la Rete Professioni Tecniche. Dobbiamo trovare il coraggio di aumentare la nostra massa critica, ragionando anche assieme alle altre professioni ordinistiche. Abbiamo l’assoluta necessità di essere ascoltati”.

Il congresso, che per la prima volta si svolge in terra Umbria e, in particolare ad Assisi, assume un valore ancora più simbolico.

“Ringrazio di cuore tutti gli ingegneri e i liberi professionisti che in questi mesi hanno sostenuto e collaborato, anche in maniera volontaria, alla gestione della rilevazione dei danni a supporto delle popolazioni e delle pubbliche amministrazioni – ha rimarcato con forza la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini –. In questi tre giorni di lavoro che dedicate a un tema importate, vogliamo raccogliere anche una sfida legata alle competenze, alle conoscenze, all’innovazione e alla cultura diffusa che non è solo quella tecnica ma anche della consapevolezza tra i cittadini, parte centrale del lavoro che dobbiamo fare insieme nelle nostre comunità. Oggi siete sempre di più, così come in passato, un pilastro dell’innovazione necessaria ad accompagnare i processi di cambiamento e di crescita economica produttiva e di sviluppo nelle nostre comunità”.

E in questo percorso comune, così come sottolineato anche da Alfiero Moretti della Protezione Civile Regione Umbria e coordinatore dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria, struttura Commissario Straordinario Sisma 2016, strategico sarà la collaborazione sempre più stretta tra Protezione civile e Ordini professionali.

“Assisi è una città che dopo i recenti eventi sismici definisco miracolata anche per le mani e l’ingegno dell’uomo – ha affermato Stefania Proeitti nella doppia veste di sindaco di Assisi e di ingegnere meccanico iscritto all’Ordine di Perugia – il nostro è un lavoro di competenza assoluta che parte dalla formazione universitaria ma che si sostanzia anche nella vita quotidiana. E’ un lavoro di entusiasmo, di creatività e di ambizione, anche nel poter cambiare le cose al meglio, e soprattutto di coraggio nel compiere le scelte di cui non ci pentiamo mai”.

Per i saluti istituzionali, sono intervenuti, anche Franco Moriconi, Rettore Università Perugia, Giorgio Mencaroni, Presidente Camera Commercio Perugia, Giuseppe Santoro, Presidente Inarcassa, Andrea Sisti, Presidente Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali e Francesco Peduto, Consiglio Nazionale Geologi.I lavori di questa mattina sono proseguiti con la Lectio magistralis di Salvatore Natoli dell’Università degli studi di Milano- Bicocca su “Il buon uso del mondo, agire nell’età del rischio” e con il primo modulo dedicato alla “Formazione per la professione tra criticità e opportunità”. Domani al centro del dibattito il tema delle “Politiche di prevenzione del rischio: cultura, normativa, formazione, sussidiarietà” con gli interventi di Giovanni Azzone, coordinatore Casa Itali, Rafael Luis Bras Georgia Institute of Technology (USA), Mauro Dolce Dipartimento Protezione Civile, Università degli Studi di Napoli Federico II e Massimo Mariani, Consiglio Nazionale Ingegneri. Negli altri moduli di giovedì si affronteranno inoltre le tematiche delle responsabilità e nuovo protagonismo dei professionisti, con una nuova visione dell’organizzazione e delle sfide del lavoro professionale.