Riconoscimenti per i lavori sul Covid-19 del Servizio Epidemiologia dell’Usl Umbria 1

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Pubblicati tre articoli sugli gli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità, International Journal of Environmental Research and Public Health e Vaccines

   

 

Importanti riconoscimenti per il Servizio Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl Umbria 1 che, nel corso del 2023, ha pubblicato tre articoli su altrettante riviste scientifiche, tra le più autorevoli e prestigiose nel panorama internazionale, quali gli Annali dell’Istituto Superiore di SanitàInternational Journal of Environmental Research and Public Health e Vaccines.

Gli articoli pubblicati sono frutto di approfondimenti sul Covid-19 e hanno affrontato temi quali: determinanti della accettazione o esitazione della vaccinazione Covid-19 in Italia: una panoramica delle evidenze attuali; fattori socioeconomici associati alle disparità etniche nella infezione da Sars-Cov-2 e nel ricovero; adesione alla vaccinazione Covid-19 e potenziali disuguaglianze legate a caratteristiche socio-demografiche: uno studio di popolazione nella regione Umbria.

“I risultati ottenuti, – spiega Carla Bietta, responsabile del Servizio Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl Umbria 1 – oltre a confermare le conoscenze attuali a livello di popolazione, forniscono nuovi input utili per pianificare interventi mirati di riduzione dell’esitazione vaccinale contro il Covid-19, per personalizzare e rendere più efficaci le campagne di vaccinazione e per migliorare le politiche di accesso all’assistenza sanitaria di base a favore degli immigrati. Le recenti pubblicazioni sono il frutto non solo della cooperazione tra gli autori degli articoli che fanno parte del Servizio di Epidemiologia dell’Usl Umbria 1, della sezione di Sanità Pubblica del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Perugia e del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, ma anche della collaborazione con le altre Istituzioni e gli organi tecnici che hanno sinergicamente collaborato in questo lungo periodo pandemico, come la Regione Umbria, il Nucleo epidemiologico regionale e il Comitato tecnico scientifico umbro. Questo ha reso possibile una lettura approfondita dei comportamenti della nostra popolazione durante la fase emergenziale e ha consentito la produzione di informazioni scientifiche validate utili per indirizzare azioni di sanità pubblica non solo a livello locale ma con possibili applicazioni anche in contesti internazionali. Tale esperienza – ha concluso Bietta – ha rappresentato un modello di collaborazione sinergica che auspichiamo possa essere sempre più forte e diffusa all’interno del territorio regionale e anche nel rivolgersi a contesti extra regionali”.