Quando Umbria Jazz “volava” con gli adesivi

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Dalla scatola dei ricordi riemerge quella che per anni è stata la miglior forma di pubblicità per la rassegna musicale perugina. Ogni edizione uno o più stickers, ma quelli d’epoca impazzano su Facebook

   

Aprire un baule zeppo di cose dimentcate e d’incanto venire inghiottiti dalla macchina del tempo, facendo riemergere ricordi annebbiati grazie al ritrovamento di un qualcosa che magari dopo quasi quarant’anni può anche diventare oggetto di culto. Oltre che nei film, tutto questo può succedere anche ad Umbria Jazz, evento per Perugia che più reale e caratterizzante non si può, anche quando deve affrontare mille difficoltà come stavolta. Ed è bastato un blister (leggasi un piccolo contenitore di cartoncino particolarmente colorato), con una cospicua manciata di adesivi al suo interno, per riaccendere le luci di un affascinante viaggio nella storia. Quella della kermesse musicale simbolo di una città, entrambe promosse nei lontani e mitici anni ’80 proprio attraverso queste targhette in carta o pvc da appiccicare in ogni dove, quale miglior forma di promozione possibile, come all’epoca si usava. “Andava di moda in quegli anni pubblicizzare negozi, locali o manifestazioni più per il tramite di adesivi che di manifesti o di quell’oggettistica che nel tempo avrebbe dato vita al cosiddetto merchandising. E allora pensammo di realizzare migliaia di pezzi da attaccare ovunque edizione dopo edizione per far conoscere a tutti Umbria Jazz”. A parlare con la voce chiaramente emozionata, quando si vede comparire su whatsapp la foto-copertina di questo articolo, è Virgilio Ambroglini, uno degli ideatori del Festival e per cinque anni dal 1982 al 1987 presidente dell’Associazione Umbria Jazz.

Artisti e manifesti ufficiali raffigurati negli adesivi storici di UJ

“Ora che vedo questi pezzi mi si stringe il cuore – dice perdendosi nei ricordi – perché con Carlo Pagnotta, Sergio Piazzoli, Sauro Peducci, Giovanni Tarpani e tanti altri costruimmo un qualcosa di eccezionale. Tutto era diverso rispetto ad oggi e in assenza di internet, social e compagnia bella veicolavamo la manifestazione proprio con gli adesivi, attaccandoli sulle valigie e un po’ in giro ovunque durante i nostri viaggi soprattutto negli Stati Uniti, ma non solo alla ricerca di artisti da portare a Perugia. Al contenpo era un mezzo, ma anche una moda e lasciare un segno distintivo divenne quasi una missione”.

Ma quei “tagliandi” da appiccicare divennero anche un qualcosa da conquistare, sia per gli appassionati di jazz che per turisti e perugini; certamente come un bel ricordo della manifestazione, ma anche come autentici cimeli per i collezionisti. Perché a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 era esplosa l’adesivo-mania con schiere di ragazzini che facevano incetta di stickers di qualsiasi attività commerciale o manifestazione di cui erano espressione. Ne sanno qualcosa, tra gli appassionati di tutto il mondo, gli oltre 1.200 membri del gruppo Facebook “Perugia in adesivo” che in soli 6 mesi ha fatto riemergere centinaia di veri e propri “tesori”, custoditi per decenni in vecchi armadi, soffitte e garage; testimonianze di stili grafici, immagini e soprattutto storie da ripercorrere di tanto in tanto sull’onda dei ricordi e, perché no, da tramandare. Come è capitato ad Andrea Tamburi, che aveva rimosso di avere il “blister” di cui parlavamo all’inizio e quando lo ha ritrovato lo ha messo subito a disposizione del gruppo riportando alla luce pezzi che lo stesso Ambroglini definisce “rarissimi”. A partire dall’adesivo dell’edizione 1985 che, spiega il giornalista di Umbria Radio Enrico Tribbioli, raffigura “il grande Miles Davis sul palco del concerto a Terni che aveva aperto l’edizione di UJ del 1984” e ancor di più quello del 1982 ritrovato in dei raccoglitori abbandonati in strada da Federico Paggi che per una curiosa coincidenza lavora nella security proprio di Umbria Jazz: “Si tratta probabilmente del primo fotografico – sottolinea sempre Tribbioli –  della lunga storia degli adesivi della manifestazione, che raffigura il grande trombettista Sam Rivers ripreso da uno scatto del fotografo Carlo Bianconi pubblicato quattro anni prima nel libro “Il jazz in piazza” dedicato all’edizione del 1976”.

Alcuni adesivi prodotti con l’abbinamento degli sponsor della manifestazione)

Tra l’altro questo dell’82 è anche il primo adesivo che riporta il main sponsor (Buitoni-Perugina) dell’evento. La cosa si ripeterà anche con i marchi dei prodotti degli sponsor stessi, come testimonia la scritta “La Voglia Matta” (certamente di jazz, ma anche il nome di un cioccolatino dell’epoca prodotto da Perugina) riportati negli adesivi dell’83 e dell’84 che Federico Boschi, milanese con origini e vissuto in Umbria tra Perugia e Città di Castello, si è affrettato a pubblicare nel gruppo. Insieme a tanti altri legati a svariate realtà della città del Grifo tra gli oltre 6.000 pezzi di una raccolta iniziata da bambino nei primi anni ‘70 che ne fa uno dei maggiori collezionisti italiani: “Gli adesivi ripercorrono la nostra storia – scrive in chat – e poco importa se se spesso qualcuno mi prende in giro sul fatto che alla mia età ancora vado ovunque in cerca di stickers…”.  E a proposito di sponsor di UJ, la loro presenza negli adesivi si ripeterà a lungo come evidenziano quelli postati da Spartaco Albarella, Francesco Covarelli e Luca Lustri, con Heineken a farla da padrone (in foto quelli delle edizioni ’95, ’97 e ’98), ma anche altre aziende come quella di articoli per fumatori RS Rolls (edizione ’98). Ci sono poi adesivi generici di Umbria Jazz, con la semplice scritta o con il logo e l’anno e perfino quelli raffiguranti i manifesti ufficiali del Festival realizzati da artisti locali e nazionali, come ha segnalato (in foto ’88 e ’92) Silvia Pergalani, che non ha mancato di postare pure quello (anch’esso storico) dedicato alla Berklee, il College of Music che ogni anno porta a Perugia giovani aspiranti jazzisti. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, edizione dopo edizione, compresa questa 2021 caratterizzata dal post-pandemia il cui adesivo è stato sì prodotto, ma non messo a disposizione del pubblico negli store di Piazza Matteotti e dell’Arena “Santa Giuliana”. Chi lo vuole ammirare può andare su “Perugia in Adesivo”, ma intanto in città la caccia è aperta…

Francesco Bircolotti