“Niente scuse a Dante.” Lo sostiene il medievista Franco Cardini

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Lo storico Franco Cardini stupisce la platea con le parole “Madre Teresa cavaliere eterno”. Non è soltanto questa conclusione della sua relazione “L’eterno cavaliere” a suscitare scalpore, ma lo storico aveva già avuto modo di stupire e di riscuotere un forte applauso, il giorno precedente, all’apertura della sua relazione “Europa e Islam: storia di una amicizia” con una uscita davvero ad effetto ed inaspettata. Ha stigmatizzato infatti l’iniziativa di chiedere scusa alla memoria di Dante da parte del Consiglio comunale di Gubbio, domandandosi il perché di questo accanimento contro un podestà della sua città, peraltro cittadino di Gubbio, che ha emesso due sentenze di condanna contro il poeta, cosa che non ci deve meravigliare perché in quei tempi nelle lotte civili era normale che la parte avversa venisse perseguita nelle persone e nelle cose. Il famoso medievista è quindi perfettamente d’accordo con quanto da noi espresso nel precedente intervento su live Gubbio al quale rinviamo, dove riportavamo tra l’altro il pensiero della prestigiosa enciclopedia Treccani e di altri autori che riconoscono la regolarità formale e giuridica del processo, ritenendo che esso debba essere collocato nel quadro delle lotte municipali della Firenze del Trecento. Nel suddetto articolo, dal momento che esistono opinioni diverse riguardo alla vicenda, mettevamo in guardia dall’assumere una posizione di netta condanna del nostro concittadino Cante Gabrielli, a cui veniva riconosciuta professionalità indiscussa dal momento che successivamente alla podesteria fiorentina veniva a lui assegnata anche quella di altre città come Roccacontrada (1307), Lucca (1311), Orvieto (1314 e 1334), Siena (1329), Pistoia (1331). Non sappiamo quale reazione abbiano avuto i Consiglieri comunali che hanno votato l’ordine del giorno presentato dal Sindaco di fronte ad un così autorevole giudizio di uno dei più grandi medievisti italiani ed anche europei. Non riconosceranno di aver agito con troppa leggerezza da un punto di vista storico e giuridico? Non era preferibile elogiare gli studenti per aver fatto una ricerca storica, metodo da noi sempre adottato ed auspicato, e non accettare le loro conclusioni? Perché non si è voluto sottolineare la grandezza di Cante Gabrielli come amministratore che ha contribuito ad un grande sviluppo economico della nostra città, arricchendola di prestigiosi palazzi come quello del Popolo e quello del Podestà nonché del Bottaccione, che ha trasformato un torrente in fiume, e del condotto? Un personaggio che è stato uno degli uomini più influenti presso la corte papale, ripetutamente interpellato come consigliere da Clemente V prima e da Giovanni XXII poi? Perché non si è fatto un adeguato e serio approfondimento della materia con la collaborazione dei cittadini in un Consiglio comunale aperto? Nel quadro del festival del Medioevo sarebbe stato più giusto mettere in risalto le due figure, quella di Dante e quella di Cante, come due significative personalità del XIII-XIV secolo, i cui destini si sono intrecciati, l’uno grande in campo poetico, l’altro in campo amministrativo e non solo, senza sminuire la fama di Cante, nostro concittadino. Avremmo con ciò impedito di attirare su Gubbio critiche giustificate e avremmo potuto raggiungere il medesimo risultato di far parte del novero delle città che nel 2021 organizzeranno eventi a ricordo della morte del sommo poeta che proprio per essere stato condannato all’esilio ha avuto probabilmente lo stimolo a comporre la Divina Commedia, frutto di meditazioni, di rancori, di sofferenze patite per il fatto di andare ramingo per l’Italia. Non a caso il Carducci si meraviglia che ancora non sia stato eretto un monumento a Cante in una piazza d’Italia, perché ha la convinzione che senza l’esilio non avremmo avuto il capolavoro di Dante( “O primo, o solo ispirator di Dante, quando ladro il dannaste e barattiero”) Va ad onore di Gubbio anche il fatto che il poeta abbia forse scritto parte della sua opera nel Castello di Colmollaro, presso l’amico Bosone da Gubbio.