Proietti: “Due giornate dedicate all’ascolto, ora la programmazione diventa azione concreta e condivisa”
(aun) – Perugia 18 dicembre 2025 – Le giornate del 15 e 16 dicembre organizzate dalla Direzione Salute e Welfare della Regione Umbria per accendere una luce sul mondo della salute mentale, hanno visto la partecipazione di oltre 250 soggetti alle sedute plenarie – tra esperti, operatori, istituzioni e associazioni – e 150 iscritti ai 9 tavoli tematici ospitati nei palazzi istituzionali del centro storico di Perugia. Un risultato di pubblico importante che avvalora ancora di più il senso del segnale concreto che la Regione vuole lanciare: ovvero, “dare più forza alle persone, più sostegno alle famiglie e più futuro al benessere delle comunità”.
La Presidente della Regione, Stefania Proietti, ha espresso profonda soddisfazione per gli esiti dei lavori: “La salute mentale – ha detto la presidente – deve tornare al centro delle politiche sanitarie. Viviamo un momento molto delicato dal punto di vista della tenuta sociale e, in particolare i giovani, hanno bisogno di essere seguiti, ascoltati e supportati. Dobbiamo fermare questo trend che vede sempre di più in crescita il malessere nelle giovani generazioni, così come vanno sempre di più supportate le famiglie nel loro carico di cura. A tal fine, le istituzioni devono fare la loro parte e fare rete insieme ai medici e agli operatori per non lasciare nessuno da solo. Anche dal confronto degli esperti – ha aggiunto la presidente – è emerso chiaramente l’intento condiviso di evitare la frammentazione dei percorsi di cura, di prevenire i disagi e di mettere in rete protocolli e modelli per dare continuità e sostegno ai progetti messi in campo. L’insieme delle proposte emerse dai Tavoli tematici organizzati in questi giorni, costituiranno l’ossatura della fase di attuazione del nuovo Piano sociosanitario. A lungo termine continueremo a mantenere un dialogo costante tra esperti, strutture, pazienti e associazioni, così come terremo conto di tutte le criticità emerse che se ora rappresentano un limite, diventano un’opportunità una volta trasformate in azioni concrete e condivise. Questa è la sfida che vogliamo affrontare con la nuova per la programmazione e insieme, ci riusciremo”.
Per la Direttrice Daniela Donetti, “questi due giorni di confronto intenso e partecipato sono stati un momento di grande emozione. Abbiamo raccolto in modo corale la voce di chi vive la sofferenza mentale, dimostrando che la partecipazione dà un valore inestimabile alla programmazione. La sfida che ci attende è trasformare queste proposte in azioni concrete e condivise, per costruire un sistema sanitario e di welfare più equo, sostenibile e, soprattutto, più umano. La strada è segnata: questo confronto è solo il primo passo verso uno scambio continuo e virtuoso per il benessere del cittadino e della comunità. Desidero ringraziare tutti i partecipanti, attivi e motivati, come anche la Provincia di Perugia, il Comune e le Aziende ospedaliere per il loro contributo”.
Focus sui risultati dei tavoli: una programmazione condivisa e integrata
L’articolazione dei lavori in 9 tavoli tematici ha permesso di ottenere una visione dettagliata e operativa delle sfide e delle opportunità connesse alla salute mentale. Le proposte emerse, frutto di un intenso confronto che qui si sintetizza in una rassegna non esaustiva della vastità di contributi scaturiti dai lavori, andranno a contribuire alla definizione le linee d’azione concrete del prossimo Piano socio-sanitario Regionale per una sanità basata sulla centralità della persona e sui determinanti sociali della salute.
Il tavolo Doppia diagnosi e nuove dipendenze ha evidenziato l’urgenza di definire un modello strutturato di presa in carico integrata, con la definizione di criteri di complessità e intensità e il rafforzamento della regia territoriale, in linea con il DM 77/2022 e il concetto di budget di salute.
Il tavolo Dna e connessioni con altri servizi (disturbi della nutrizione e dell’alimentazione) ha chiesto la continuità delle cure e l’uniformità di accesso, sottolineando la necessità di personale stabilizzato e potenziato e una forte collaborazione con le associazioni del terzo settore.
Sul fronte della programmazione della complessità, il tavolo Il progetto di vita e il budget di salute ha stabilito che è cruciale definire percorsi precisi per l’utilizzo del budget di salute, costruire servizi flessibili e ampliare i criteri di accreditamento a nuovi modelli di assistenza. Il tavolo ha inoltre richiesto una formazione comune e trasversale su modelli di tipo bio-psico-sociale-culturale.
Riguardo la prevenzione, il tavolo Prevenzione e collegamento con i servizi di secondo livello, gestione della transizione ha enfatizzato l’importanza di professionisti specializzati come figure di congiunzione tra prevenzione e cura, e tra infanzia, adolescenza ed età adulta. Ha inoltre ribadito la necessità di un reparto di degenza per la neuropsichiatria infantile e una riflessione sulla figura dello psicologo di base.
Il tavolo Prevenzione suicidio e protocolli conseguenti ha prodotto risultati dettagliati per affrontare la complessità del tema: tra le proposte, figurano l’adozione regionale di un protocollo unificato di valutazione del rischio suicidario, lo sviluppo di un programma strutturato di supporto (postvention) e l’attivazione di percorsi di formazione per “gatekeepers” anche in contesti extra-sanitari. Ha previsto anche lo sviluppo di programmi specifici per il benessere di anziani e giovani.
Sull’area penitenziaria, il tavolo Salute mentale carcere, autori di reato Rems e percorsi alternativi ha posto la priorità sull’istituzione di una U.O. psichiatria forense, la creazione di un tavolo permanente con l’Autorità giudiziaria e l’implementazione di una rete territoriale di strutture dedicate per progetti alternativi e l’istituzione delle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).
Il tavolo Integrazione ospedale Spdc – territorio ha stabilito che la continuità assistenziale passa per la strutturazione del passaggio tra ospedale (Spdc – Servizio psichiatrico diagnosi e cura) e territorio, chiedendo di pianificare la dimissione in modo condiviso fin dalle prime fasi del ricovero, standardizzando la comunicazione clinico-organizzativa e definendo percorsi dedicati per la gestione dei ricoveri complessi e prolungati.
Il tavolo Il benessere dei giovani ha ribadito la necessità di superare la disomogeneità e la frammentazione con un modello co-progettato, basato su evidenze, flessibile e leggibile, e ha chiesto l’istituzione di un tavolo di lavoro regionale multidisciplinare e l’attivazione di una formazione specifica, focalizzandosi sull’intercettazione precoce e la presa in carico proattiva.
Infine, il tavolo Integrazione socio sanitaria: la comunità esperta ha concluso sull’importanza di omogeneizzare le modalità organizzative e i criteri di accesso ai servizi regionali, promuovendo una formazione congiunta tra istituzioni e terzo settore per uniformare i linguaggi sull’applicazione del progetto di vita e del budget di salute.
Le proposte comuni per un impegno strutturale – Dai Tavoli è emersa la richiesta di attivare gruppi di lavoro regionali permanenti, nonché la sperimentazione di modelli organizzativi pilota, definizione delle reti, dei luoghi di cura e dei percorsi integrati, garanzia di professionisti qualificati in numero adeguato, strutturazione del Progetto di vita e del Budget di salute, e promozione di una formazione specialistica multidimensionale.
La Regione Umbria si è impegnata ora a integrare tali risultati nel Piano socio-sanitario regionale. Questi importanti contributi, che rappresentano l’essenza di un percorso partecipativo di alto profilo, diventeranno a tutti gli effetti parte integrante del nuovo Piano socio-sanitario regionale.






























