Consegnato a Laura Santi il Baiocco d’Oro, massimo riconoscimento della città di Perugia

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A sovrintendere la cerimonia è stata la sindaca Vittoria Ferdinandi

   

Mattinata di grandi emozioni, quella del 13 giugno, a palazzo dei Priori in occasione della consegna a Laura Santi del baiocco d’oro, massimo riconoscimento della città di Perugia.

A sovrintendere la cerimonia è stata la sindaca Vittoria Ferdinandi; presenti numerosi assessori, consiglieri comunali e cittadini, oltre all’assessore regionale Fabio Barcaioli.

Laura Santi, perugina classe 1975, è giornalista ed attivista nell’ambito dell’associazione Luca Coscioni. Affetta da tempo (circa 25 anni) da sclerosi multipla, Laura da anni combatte per il riconoscimento del diritto al fine vita, all’autodeterminazione e alla libertà di scelta.

Oltre al diritto al suicidio assistito, Laura Santi si è fatta portavoce nel tempo per il riconoscimento di molteplici diritti che le persone con disabilità stentano a vedere riconosciuti: tra gli altri il riconoscimento e la tutela del caregiver, una protezione economica giusta, un’assistenza adeguata a una vita indipendente, un accesso pieno a terapie, riabilitazione, ausili e tecnologie assistive, il diritto all’eliminazione delle barriere fisiche, culturali e mentali, ancora troppo diffuse nella società.

Questo il testo della pergamena consegnata dalla sindaca a Laura Santi insieme al baiocco d’oro:

“L ’Amministrazione comunale, con profonda stima e gratitudine, a Laura Santi per il coraggio nella battaglia dei diritti civili che negli anni ha portato avanti con determinazione, per una società laica e libera. Per l’impegno che riesce a dare ogni giorno alla comunità con grinta e generosità”.

La sindaca Vittoria Ferdinandi, prendendo la parola, non ha nascosto la fortissima emozione:

“è quasi impossibile parlare – ha esordito – perché la storia di Laura è stata per me come una vertigine”.

La sindaca ha illustrato ai presenti un aneddoto, ossia di aver letto passeggiando per via Cartolari una lettera di Laura Santi in cui la giornalista illustrava “l’inferno” che stava attraversando e chiedeva alle Istituzioni di non essere sorde di fronte a tale dolore.

Questo – ha detto Ferdinandi – non è più il tempo per l’ambiguità: la politica deve prendere una posizione chiara senza rimanere sorda davanti al dolore degli altri, perché ciò significherebbe perdere sostanza ed il compito di servizio verso l’umano.

“Per questo oggi – ha continuato – ho voluto consegnare il baiocco d’oro a Laura, perché, alla presenza di così tante persone, possiamo restituirti un pezzo minuscolo dell’enorme dono che ci hai fatto. Con la tua battaglia, infatti, hai provato a consegnarci una città ed una società più libere, umane, dignitose e laiche. E l’hai fatto esprimendo la massima “altezza”, ossia trasformando un dolore individuale atroce in una battaglia per gli altri, per tutti noi”.

Questa battaglia – ha continuato la sindaca – non ha niente a che vedere con la cultura delle morte, bensì con la sacralità della vita, perché ciò che Laura ha fatto con la sua resistenza e quello che farà con la sua resa è un dono incredibile: consentirà infatti di liberare le vite messe al muro che sprofondano nel dolore, un dolore irreversibile e senza speranza.

Ferdinandi ha quindi invitato tutti a chiudere gli occhi per un attimo e ad immaginare cosa sarebbero le nostre vite se non fossimo più capaci di poter sperare perché inchiodati al dolore.

Senza speranza per il futuro, infatti, e senza libertà di scelta nella vita non c’è alcuna sacralità.

La sindaca ha rivolto un invito poi a non abbassare lo sguardo pensando che la vita sia un mero insieme di organi, in quanto la vita è qualcosa di molto più grande come Laura ci ha testimoniato.

“Le istituzioni oggi non possono più nascondersi di fronte a tutto questo e devono riconoscere appieno i diritti inviolabili previsti dalla Costituzione, compreso quello della laicità dello Stato”.

Ferdinandi ha posto l’accento su quella che ha definito “ignavia” del Parlamento che da tempo si sta rifiutando di scrivere una legge nazionale che disciplini finalmente il tema del fine vita:

“noi saremo sempre al fianco di Laura e saremo difensori dell’eredità preziosa che lei ci lascerà”.

Infine la sindaca ha voluto chiedere profondamente scusa a Laura Santi per le cose che sono state dette nelle ultime settimane sul suo conto:

“io non sarò mai sindaca di certe mostruosità. Oggi al contrario grazie a Laura ed alla sua battaglia l’Umbria non è più povera ma infinitamente più umana e libera”.

Prendendo a sua volta la parola Laura Santi, col sorriso stampato sul volto, ha ringraziato la sindaca spiegando che, tuttavia, si è sbagliata:

“io non ho fatto niente; per questo il baiocco d’oro, che dovrebbe essere collettivo, oggi lo meriterebbero in tanti; in primis mio marito Stefano (un eroe civile ma un antasma per lo Stato), senza il quale io fisicamente non sarei qui con voi; e poi gli amici dell’Associazione Luca Coscioni che mi hanno indotta a rendere pubblica la mia battaglia; ed infine tutti voi per il sostegno e l’amore che mi avete dedicato. Il baiocco, in fin dei conti, è per la città di Perugia che amo infinitamente”.

Laura Santi ha infine invitato tutti i presenti a restare vigili sul tema del fine vita, soprattutto sul livello nazionale, perché sui diritti civili non ci si deve rilassare mai.

Una parola infine è stata pronunciata dall’assessore regionale Fabio Barcaioli che ha espresso il rammarico di non aver potuto conoscere prima Laura Santi.

“Oggi – ha detto – un barlume di civiltà e buon senso c’è anche nella nostra Umbria; siamo contenti quindi di aver potuto dare una risposta a Laura che, nonostante il foglio di carta ottenuto, ha continuato la sua battaglia. E noi continueremo questa battaglia per lei”.