Assicurazioni sanitarie: “Cambiare il nuovo sistema mette che rischio gli operatori sanitari”

401

Assicurazioni sanitarie: “Cambiare il nuovo sistema mette che rischio gli operatori sanitari”. La nota del Capogruppo regionale del PD, Tommaso Bori

“Cambiare subito il sistema di polizze assicurative per la sanità umbra che, con il nuovo sistema senza più un soggetto privato, rischia di costare fin troppo in risarcimenti agli operatori sanitari, proprio quella fascia che, in questa fase, dovrebbe avere invece un encomio”.
Così il capogruppo del Partito democratico in Assemblea legislativa, Tommaso Bori, annunciando una mozione per
“modificare immediatamente e con urgenza il sistema assicurativo attuale di gestione dei sinistri e del contenzioso delle aziende sanitarie e ospedaliere a tutela degli operatori sanitari. Il progetto sperimentale di gestione unitaria del sistema assicurativo e amministrativo dei sinistri e del contenzioso delle Aziende sanitarie regionali, attivato nel 2013 per poi arrivare fino al 2020. Il sistema era di autoritenzione o autoassicurazione parziale del rischio, ripartito in tre fasce in cui, in relazione al valore stimato del sinistro e in base alla fascia di riferimento, la gestione della controversia e la corresponsione del risarcimento eventualmente dovuto veniva affidata a diversi soggetti: Azienda sanitaria cui è rivolta la richiesta risarcitoria fino ad un valore di euro 70.000 (con oneri a carico dei bilanci aziendali);  Struttura Sovraziendale regionale fino ad un valore di euro 700.000 (con oneri a carico del Fondo di Autoritenzione Regionale); Compagnia assicuratrice oltre il valore di euro 700.000 (con oneri a carico del Fondo di Autoritenzione Regionale fino all’ammontare di euro 700.000 – pari alla S.I.R. “self insurance retention” per sinistro della Polizza – valore oltre il quale era prevista la copertura della Compagnia Assicuratrice). Ad ottobre del 2020 l’azienda sanitaria di Perugia, capofila del progetto sperimentale, ha dato corso ad un accordo con la Regione, stabilendo Di non prorogare la Polizza catastrofale in scadenza e di avviare, a cura dell’Azienda Capofila, in collaborazione con C.R.A.S. – Umbria Salute e con il supporto del Broker AON-Centrale S.p.A., tutte le attività necessarie all’indizione di una gara per acquisire una polizza a copertura dei sinistri da responsabilità sanitaria delle Aziende sanitarie regionali con franchigia assoluta per sinistro essere significativamente ridotta rispetto a quella attuale di euro 700.000. Decisa anche la prosecuzione in autoritenzione completa da parte delle singole aziende sanitarie dei sinistri di valore stimato sino euro 70.000 con le stesse modalità già in atto e con oneri a carico dei bilanci aziendali. Sarà attivato invece, per i sinistri aperti nella fase transitoria intercorrente tra la scadenza del 27.10.2020 e l’aggiudicazione della nuova gara, una modalità di gestione in autoritenzione completa di cui l’Azienda Ospedaliera di Perugia rivestirà il ruolo di Capofila e i cui oneri (per i sinistri di valore superiore ad euro 70.000) risarcitori e di gestione dovranno ricadere su apposito Fondo Regionale. Non essendoci più una copertura assicurativa da parte di un soggetto privato ma essendo ad oggi il fondo regionale costituito da soldi pubblici, in caso di situazioni di colpa ci si rivale direttamente sugli operatori sanitari e non sull’assicurazione. In tal modo, tra l’altro, si incentiva la medicina difensiva, limitando la definizione in via transattiva dei sinistri e aumentando quindi il contenzioso giudiziale, con un prevedibile aumento dei costi a carico della sanità. Un fatto di una gravità inaudita, evidenziato dagli stessi operatori sanitari che, anche in occasione di un’audizione in sede di Terza Commissione Consiliare, hanno sottolineato come questa situazione finirà per peggiorare anche altre questioni su cui la politica si è molto spesa, come quella delle liste di attesa. Per non rischiare richieste di messa in mora per decine di migliaia di euro, infatti, in alcuni casi centinaia di migliaia, le dimissioni di anziani e malati cronici diminuiranno, le prescrizioni di esami aumenteranno e il principio dell’appropriatezza delle cure rischia di passare in secondo piano rispetto alla tranquillità familiare e all’incubo di maxi rimborsi da dover fronteggiare o meno. Senza contare che l’attività di transazione fra strutture sanitarie e assicurazioni per chiudere i contenziosi senza che il medico nemmeno sia stato avvertito, a volte non ha nemmeno ragione di esistere. Un sistema, quello messo in piedi, che è gravemente lesivo per tutti i professionisti sanitari e che va modificato al più presto al fine di restituire la serenità nel lavorare a una categoria che di serenità e lucidità ha costantemente bisogno, in particolar modo in questo periodo di emergenza sanitaria che ha già messo sotto stress strutture e professionisti e che ha dimostrato, tra l’altra, la grave carenza di personale della nostra regione. Garantire una giusta tutela assicurativa è fondamento della sicurezza dei pazienti, mentre un tale clima negativo può incentivare l’esodo di tanti medici verso il privato e aggravare una situazione che di per sé si regge proprio sul senso di responsabilità di chi lavora nel pubblico, garantendo le prestazioni anche a fronte di continui tagli di risorse e organici, con pochissime nuove assunzioni”.