“Vittime dell’amianto abbandonate: censimento fermo a dieci anni fa”

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“Vittime dell’amianto abbandonate: censimento fermo a dieci anni fa”. La nota del Capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca dopo l’esito dell’accesso agli atti

“Censimento della presenza di cemento e amianto fermo a dieci anni fa e Fondo regionale non ancora istituito”.

   

 È quanto emerge dalla risposta della direzione regionale Salute e Welfare dopo la nostra istanza di accesso agli atti in merito allo “stato di attuazione della delibera sulla presenza di manufatti e i loro effetti sulla salute della popolazione umbra”. Lo afferma il capogruppo regionale M5S Thomas De Luca, spiegando che

“emerge una situazione in netto contrasto con quanto previsto dalla deliberazione n. 84 del 3 maggio 2016 dell’Assemblea legislativa dell’Umbria con cui la Regione si impegnava ad adottare una serie di iniziative in riferimento alla gestione dei manufatti in cemento e amianto (MCA). A distanza di cinque anni permangono diverse zone d’ombra. Parliamo di un settore che solo nel 2019 è costato la vita in Umbria a circa 120 persone. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale, risultano essere 95 i morti stimati in Umbria nell’ultimo anno per patologie correlate all’amianto: 25 casi di mesotelioma mortale segnalati sul territorio regionale, 50 decessi per tumore del polmone da amianto e 20 morti per malattie correlate. Addirittura l’ultimo censimento dettagliato dei siti in cui è stata riscontrata la presenza di manufatti in cemento e amianto risale agli anni 2009-2011. Censimento che ha portato alla bonifica di 234 siti dai quali è stato rimosso un quantitativo di MCA pari a poco meno di 2.000 tonnellate. Purtroppo non è stato possibile ricevere risposta sull’istituzione di programmi di sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti. E questo perché, secondo la direzione regionale Salute e Welfare, ‘in assenza di alcuna iniziativa legislativa, il Fondo regionale non risulta, allo stato attuale, istituito’”.

Per il consigliere regionale si tratta di

“una mancanza a cui va posto subito rimedio. Rispetto all’Asl Umbria 2 mancano adeguate verifiche e indagini per quanto riguarda la presenza di fibre di amianto nell’acqua potabile distribuita negli acquedotti comunali. ‘Pur in assenza di qualunque evidenza di rischio per la salute umana – si legge nella risposta alla nostra istanza di accesso agli atti – l’azienda sanitaria locale Umbria 2 è intenzionata ad avviare un’indagine analoga a quella realizzata nell’altra Asl’. Il Dipartimento di Prevenzione ha siglato con Umbra Acque un protocollo d’intesa per la realizzazione di una serie di indagini a campione sulle condutture degli acquedotti comunali presenti sul territorio dell’Asl 1. Analoghe iniziative, seppur annunciate, non sono state portate avanti nell’area di pertinenza dell’Asl 2. Per quanto riguarda l’iniziativa privata nel corso dell’ultimo quinquennio i competenti Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione delle Asl umbre hanno evaso complessivamente 2.659 richieste di smaltimento di manufatti, ma non conosciamo al momento la dimensione media delle superfici bonificate”.