Sollecito: “Mignini-Knox amici? questione loro”

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Raffaele Sollecito:

Nessuna intenzione di essere amico con chi cercato distruggermi”. Sollecito impugnerà in Cassazione la decisione della Corte d’appello di Genova che ha nuovamente respinto la sua richiesta di risarcimento

   

Non ho alcuna intenzione e voglia di fare amicizia con chi ha cercato di distruggere la mia vita”: Raffaele Sollecito commenta così le ultime voci di un avvicinamento tra Giuliano Mignini, l’ex pubblico ministero delle indagini sull’omicidio di Meredith Kercher, e Amanda Knox, condannata e poi assolta per il delitto di Perugia del quale si è sempre proclamata estranea.

E’ una decisione loro” afferma Sollecito riguardo all’incontro tra Mignini e Knox. “Non so cosa cerchi – prosegue riferendosi al magistrato ora in pensione, senza mai farne il nome – ma vedo che è rimasto della stessa idea su quanto successo e non ha mai chiesto scusa. Io ne sto ben lontano”.

“Amanda Knox è una giovane coraggiosa, intelligente e disponibile al dialogo”: a parlarne così è Giuliano Mignini, magistrato di Perugia ora in pensione che ha diretto le indagini sull’omicidio di Meredith Kercher nel quale sono stati coinvolti l’americana e Raffaele Sollecito, poi definitivamente assolti per un delitto al quale si sono sempre proclamati estranei. “Di lui non parlo” ha aggiunto l’ex pm rispondendo all’ANSA in merito all’ultima richiesta di risarcimento di Sollecito. Mignini ha invece spiegato che “continua a essere in contatto con Amanda” dopo l’incontro della scorsa estate. “E’ stata lei a cercarmi – tiene a sottolineare – e io le ho teso la mano. Ora ha una famiglia e un lavoro, ho un buon giudizio di lei. E’ generosa”. “Se ho cambiato idea sul suo coinvolgimento nell’omicidio di Meredith? Indietro nel tempo non torno” conclude Mignini.

Raffaele Sollecito impugnerà in Cassazione la decisione della Corte d’appello di Genova che ha nuovamente respinto la sua richiesta di risarcimento in base alla legge sulla responsabilità civile dei magistrati per quanto successo nelle indagini sull’omicidio di Meredith Kercher, compiuto a Perugia, per il quale venne condannato in primo grado e poi definitivamente assolto. Lo ha detto all’ANSA commentando la decisione dei giudici del capoluogo ligure della quale riferisce Repubblica e legata alla non retroattività della norma. “Ci sono dei precedenti della Cassazione che ci danno ragione” ha detto Sollecito. “Non è solo una questione economica – ha aggiunto – ma il problema vero è che hanno devastato me e la mia famiglia e nessuno ci ha ancora chiesto scusa”. La Corte di Genova si è occupata del procedimento per questioni procedurali.