“Ponte San Giovanni: la mia bella cittadina”

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“Ponte San Giovanni: la mia bella cittadina”. La risposta di Gianfranco Mincigrucci, Presidente della Consulta dei Rioni e delle Associazioni al rapper Blind, che nelle audizioni di X-Factor non ha avuto parole tenere per Ponte San Giovanni

   

Blind, nome d’arte di Franco Rujan (nella foto), trapper di Ponte San Giovanni dal passato difficile, ha superato con ‘quattro sì’ dei giudici le audizioni di X-Factor, ma la sua improvvisa popolarità rischia di diventare un peso per il territorio dove è cresciuto, viste le pesanti dichiarazioni rilasciate.

“Sono venuto qui a riscattare me e la mia vita, vivo a Ponte San Giovanni, si può dire un postaccio. Questo posto per me rappresenta gioia, pianti e rabbia”.

Frase che ha generato diverse reazioni tra la cittadinanza. A partire dalla Consulta dei Rioni e delle Associazioni, che ha preso una posizione netta attraverso una nota del Presidente Gianfranco Mincigrucci.

“Carneade! Chi era costui”? Esclamò don Abbondio nei Promessi Sposi mentre leggeva un panegirico in onore di San Carlo Borromeo.

Franco Popi Rujan in arte Blind chi è? Mi dicono sia un giovane ventenne ponteggiano di origine albanese che descrive Ponte San Giovanni “Un postaccio, un carcere di periferia che rappresenta gioia, pianto e rabbia” da cui devi fuggire.

Ponte San Giovanni non è la periferia anonima di cemento “con casermoni disumani a chiudere ogni via d’uscita materiale ed esistenziale, orlo della dolce e gentile medievale Perugia che la nostra generazione è riuscita a sfigurare, serrandola in una squallida morsa di cemento e infelicità”.

Una realtà dimenticata da Dio e dagli uomini è la descrizione che fa il giornalista Montanari sulle dichiarazioni del Giovane Rujan che dal palco di X Factor oltre che cantare assurge a giudice della cittadina di Ponte S. Giovanni come farebbe uno storico esperto se non già urbanista e sociologo.

Il suo scarno giudizio, quanto meno ingiusto, è superficiale perché privo di conoscenze storiche per la giovane età e perché plagiato dai disfattisti che tendono a irretire gli ingenui.

Questo oscuro antro del Purgatorio a suo tempo ha saputo accogliere i parenti di questa nuova promessa musicale che spero ci faccia dimenticare i Beatles, i Rolling Stones, i Dire Straits, i Pink Floyd e i nostrani Pooh etc.

Per quanto mi riguarda, rigetto questo giudizio negativo al mittente e mi meraviglio di Montanari che si è lasciato condizionare nel suo fantasioso

articolo da un ventenne che probabilmente andrà a incrementare solo i musicisti rapper.

Ponte San Giovanni non è una periferia della città di Perugia ma una cittadina di 20 mila abitanti con una sua identità storica, strutturale, sociale e organizzativa. È una realtà ricca di servizi, dinamica e produttiva tanto che Ponte S. Giovanni è punto di riferimento di molte comunità limitrofe.

Se ci sono delle zone d’ombra, come in tutte le città, queste sono la conseguenza del modus comportandi di quegli abitanti che, mancando di senso civico, calpestano le regole della democrazia a scapito di altri.

Se non ci fossero i pusher, né i loro clienti.

Se non ci fossero gli imbrattatori dei muri fuori dagli spazi legali.

Se non ci fosse chi getta i rifiuti a terra, ma

ci fosse un maggior senso di appartenenza e di rispetto per la libertà del vicino, Ponte San Giovanni sarebbe un paradiso.

Qualcuno potrebbe obbiettare che il “Se” è il paradiso degli illusi.

Io dico che l’illusione unita alla speranza è una forza che aiuta a far girare il mondo”.