Perugina: “Aprire vertenza”

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“La dichiarazione della Nestlé Perugina in merito alla situazione dello stabilimento di San Sisto non fuga nessuna delle preoccupazioni che in questi giorni hanno espresso i lavoratori, i sindacati e allertato la Regione Umbria”. È quanto affermano Stefano Vinti dell’associazione Sinistra Lavoro Umbria e Giuseppe Mattioli de La Sinistra per Perugia. “Le generiche prese di posizione della Nestlè – proseguono Vinti e Mattioli – hanno come obiettivo quello di cercare di rassicurare i lavoratori sugli impegni futuri della multinazionale che si è, però, guardata bene dal mettere nero su bianco. Una sorta di: ‘non vi preoccupate stiamo lavorando per voi’. D’altra parte, Perugia conosce bene questo atteggiamento della Nestlé che, alla vigilia di ogni ristrutturazione, ha sempre sistematicamente smentito quello che si accingeva a compiere”. “Per tutti – ricordano Vinti e Mattioli – valga la ristrutturazione della primavera del 1997, quando la Nestlè ridusse la fabbrica a non più che dei capannoni industriali, spogliandola di tutte le funzioni strategiche, dalla ricerca al marketing, e mandando a casa, in forme diverse, circa 650 lavoratori. Da quel momento, ogni intervento sul ciclo produttivo e sui prodotti ha significato ulteriore spoliazione tecnologica, diminuzione dei volumi produttivi, perdita di salario e riduzione dei livelli occupazionali”. “Purtroppo – sottolineano Vinti e Mattioli –, a questa strategia aziendale troppe volte si è accordato chi avrebbe dovuto salvaguardare gli interessi dei lavoratori, del territorio e della città. Riteniamo, quindi, giusta l’iniziativa che ha avviato il Consiglio regionale dell’Umbria, attraverso il presidente della seconda commissione Biancarelli, con una serie di audizioni sulla situazione che vive oggi la Perugina”. “Ribadiamo l’urgenza e la necessità – sostengono i rappresentanti di Sinistra Lavoro Umbria e La Sinistra per Perugia – che sia aperta formalmente la ‘vertenza Perugina’ con l’obiettivo dichiarato di ricollocare il sito di San Sisto in una posizione pienamente dentro il comparto dolciario-alimentare della multinazionale Nestlè. Le organizzazioni sindacali e le istituzioni devono pretendere dalla Nestlè chiarezza sui progetti futuri per San Sisto, a iniziare dalla definizione di un piano industriale imperniato su nuovi investimenti tecnologici, ampliamento della gamma delle produzioni, rilancio del marchio, allargamento occupazionale e innalzamento dei salari”. “L’invito del Mise alla Nestlè per un confronto è positivo – concludono Vinti e Mattioli –, ma assolutamente insufficiente se non prevede l’apertura di un tavolo nazionale per discutere e approvare un piano industriale per la Perugina. La Perugina si difende e si rilancia solo aprendo una vertenza vera, mobilitando il territorio e le sue espressioni sociali, politiche e culturali”.