Ospedali Branca e Città di Castello, dal 9 ottobre parte il nuovo servizio di automedica per il 118

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 I Pronto Soccorsi degli ospedali di Gubbio-Gualdo Tadino e di Città di Castello dell’Usl Umbria 1, con l’avvio del nuovo appalto del 118, sono stati dotati di una nuova automedica, destinata ad interventi in scenari complessi, ambienti impervi, con tempi di recupero paziente prolungati, in modo da lasciare operative le ambulanze, con conseguente risparmio di altri mezzi e operatori. Il mezzo, che entrerà in funzione da lunedì 9 ottobre 2023, è provvisto di tutte le strumentazioni per la rianimazione cardiopolmonare, per la trasmissione dei tracciati elettrocardiografici al cardiologo di guardia in terapia intensiva, fino al materiale di prima necessità che serve nelle condizioni più diverse e spesso estreme. La sua attivazione testimonia l’impegno dell’Azienda nel garantire il massimo livello di sicurezza e la qualità degli interventi di emergenza dei due principali Pronto Soccorsi dell’Usl Umbria 1.

“Il nuovo mezzo – spiega Manuel Monti, direttore del pronto soccorso Gubbio-Gualdo Tadino – garantisce la massima flessibilità e appropriatezza ottimizzando i tempi di percorrenza dal luogo di partenza al luogo dell’evento, integrandosi perfettamente con tutte le altre equipe di soccorso. Quando la centrale 118 riceve una richiesta di soccorso per un codice rosso parte subito l’automedica e, in contemporanea, l’ambulanza con a bordo un infermiere specializzato nelle urgenze. L’auto, con a bordo un medico, essendo più veloce arriverà sul posto in minor tempo. Immediatamente verrà eseguita la valutazione del caso effettuando poi i necessari interventi di primo soccorso. Quando il paziente sarà stabilizzato, e se non necessita del supporto medico durante il trasporto, verrà affidato all’equipaggio dell’ambulanza che in tutta sicurezza potrà eseguire il trasferimento verso la sede più idonea. Ma a quel punto l’automedica può già intervenire su un altro servizio, rispondere ad un’altra chiamata di soccorso, mentre sino ad oggi medico o infermiere sarebbero rimasti bloccati sull’ambulanza impegnata nel trasferimento del paziente al pronto soccorso”.