Montefalco: incontro dell’Associazione “Nel nome del Rispetto” con gli alunni dell’Istituto Melanzio

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Montefalco: incontro dell’Associazione “Nel nome del Rispetto” con gli alunni dell’Istituto Melanzio. Zenobi: “Coraggio, ricerca della verità e della felicità sono antidoti alla violenza”

   

“Rispetto ed amore migliorano ogni relazione”: è questo il filo conduttore del concorso-sondaggio nazionale presso le scuole, organizzato e promosso dall’Associazione “Nel nome del Rispetto” presieduta da Maria Cristina Zenobi che ieri, accogliendo l’invito della dottoressa Maria Cristina Rosi preside dell’Istituto comprensivo di Melanzio che comprende le scuole di Castel Ritaldi e Montefalco, ha illustrato il senso della propria attività che la formazione delle giovani generazioni nell’ambito scolastico.

Autorevoli gli ospiti che hanno partecipato all’incontro, dal vicesindaco Luigi Titta e dall’assessore alla cultura Daniela Settimi in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Montefalco, alla responsabile della sede della Croce Rossa Italiana di Montefalco, al comandante della stazione dei carabinieri, luogotenente, Gaetano La Bruto.

Forte presa sui ragazzi hanno avuto gli interventi dei relatori, coordinati da Gabriella Baciocchi, insegnante e membro dell’Associazione e della giuria del concorso. Il generale dei Carabinieri, Giuseppe Meglio, testimonial e a sua volta membro della giuria del concorso,  ha aperto la serie degli interventi, spiegando ai ragazzi quanto sia importate, nel parlare di rispetto, ricordare che oltre a una serie importantissima di doveri c’è anche il rispetto dei diritti a salvaguardia della libertà da tutelare e difendere come bene prezioso. Il generale ha inoltre sottolineato quanto sia fondamentale l’esempio dato dai propri familiari nei comportamenti di tutti i giorni, anche nel semplice gesto di non gettare cartacce in terra. Meglio ha esortato i ragazzi a fidarsi delle istituzioni e di prendere le distanze dalle cattive compagnie evidenziando come i “bulli” siano in realtà dei vigliacchi e non persone da ammirare o temere.

La presidente Maria Cristina Zenobi ha spiegato agli studenti come nel rispetto siano impliciti il coraggio, la ricerca delle verità e della felicità,il rifiuto della maleducazione, del bullismo, delle discriminazioni. “Sono argomenti – ha aggiunto la Zenobi – di cui parlare ogni giorno. Anche per questo vi invito a partecipare al concorso che vi permetterà di raccontare la vostra storia personale, i vostri sentimenti e le esperienze che se anche molto giovani vi hanno coinvolto”.

La parola è poi passata a Maria Luisa Iavarone, docente universitaria, il cui figlio Arturo è stato vittima di una brutale aggressione, da parte di minorenni in pieno centro a Napoli, che gli ha provocato irreversibili, gravissime lesioni. Una donna che non si è arresa e che ha spiegato come per superare il dramma che la sua famiglia stava vivendo aveva un solo modo per rispondere a quell’orrore: mettere in campo il rispetto e l’amore. Amore per suo figlio, ma anche per quei ragazzi che lo avevano massacrato. Amore e rispetto come unica soluzione per curare l’anima di Arturo.

La Iavarone ha concluso il suo intervento raccomandando ai giovani un uso intelligente delle nuove tecnologie, un uso critico che non cerchi sempre nella scorciatoia la risposta ad ogni domanda. E proprio sull’uso appropriato dei social e delle nuove tecnologie si è incentrato l’intervento del maresciallo dei carabinieri presso la procura generale della repubblica di Perugia, espero in cyber bullismo Claudio Zeni.

“Sappiate  – ha detto rivolto ai ragazzi – che tutto ciò che scrivete e pubblicate nei social diventa di proprietà del provider. Quindi innanzi tutto rispettate voi stessi e sappiate che lo Stato c’è e non dovete avere paura di rivolgervi ai vostri insegnanti o ai genitori per segnalare qualsiasi disagio o problematica”.

Infine la vicepresidente dell’Associazione Cristina Virili ha spiegato che “Nel Nome dei Rispetto” è nata tre anni fa a Foligno e che l’edizione 2019 del concorso punta ancora una volta a valorizzare le azioni positive come unico antidoto alla violenza e alla cattiveria.