Lega, denatalità in Umbria: “la sinistra pensa all’ideologia gender”

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Per Marchetti e Pillon la sinistra “preferisce inseguire battaglie ideologiche”

   

“L’Umbria sta lentamente perdendo il proprio futuro. I dati Istat parlano chiaro: solo nella provincia di Terni, negli ultimi sei anni, si contano circa 200 neonati in meno. Interi comuni rischiano di svuotarsi, travolti da un’emorragia demografica senza precedenti. Di fronte a questa emergenza qual è la risposta della sinistra? Invece di affrontare la crisi delle nascite, preferisce inseguire battaglie ideologiche scollegate dalla realtà, come dimostra il recente caso del riconoscimento a Spoleto di un bambino con due mamme.

Si tenta così di cancellare la figura del padre e della madre, sostituendola con un’anonima e pericolosa logica da ‘genitore 1 e genitore 2’, pilastro dell’ideologia gender. Un attacco ai valori fondanti della famiglia naturale, proprio mentre la nostra terra avrebbe bisogno di politiche concrete per sostenere la natalità, i giovani e il futuro. Perché la Regione Umbria non ha mai dato piena attuazione alla Legge sulla famiglia, a prima firma di Paola Fioroni (Lega), approvata nella scorsa legislatura? Perché si preferisce la propaganda alle risposte reali? Servono misure coraggiose e immediate per sostenere la genitorialità, contrastare lo spopolamento e restituire speranza alle comunità umbre. Continueremo a batterci per un’Umbria che rinasce sui valori della vita, della famiglia e dell’identità. Perché senza bambini non c’è futuro, e senza famiglia non c’è comunità”.

Lo dichiarano l’On. Riccardo Augusto Marchetti, segretario regionale Lega Umbria, e Simone Pillon, responsabile del Dipartimento Famiglia Lega Umbria e già vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza