Illustrati i risultati studio Progetto salute di Arvedi Ast

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Analisi condotta in collaborazione con Università Studi Perugia

   

Sono stati presentati nel corso di un incontro presso la biblioteca Arvedi Ast, i risultati dello studio “Progetto salute” condotto dall’azienda in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia.

Tre gli ambiti analizzati: esposizione ai metalli, fattori di rischio sull’apparato respiratorio e interventi di promozione della salute.
Arvedi Ast – si legge in un suo comunicato – ha avviato “Progetto salute” condotto con il dipartimento di medicina e chirurgia – sezione di medicina del lavoro, malattie respiratorie e tossicologia professionale ed ambientale.

I risultati sono stati illustrati alla presenza del rettore Maurizio Oliviero e dell’amministratore delegato Dimitri Menecali. Presenti i ricercatori che hanno curato lo studio, i rappresentanti della Usl Umbria 2, dell’Ordine dei medici di Terni, di Confindustria Umbria e delle organizzazioni sindacali.
L’indagine ha interessato oltre 400 lavoratori per tre progetti di valutazione dell’esposizione cumulativa a metalli, dell’effetto di fattori di rischio professionali e non professionali sull’apparato respiratorio e degli stili di vita dei lavoratori, nonché l’attuazione di interventi di promozione della salute.
Riguardo l’esposizione ai metalli i risultati – si sottolinea nella nota – sono stati definiti confortanti in quanto evidenziano valori non solo inferiori ai valori limite ma anche pari o inferiori a quelli “di riferimento”.
La valutazione dell’effetto di fattori di rischio professionali e non professionali sull’apparato respiratorio “non ha evidenziato particolari criticità ed anzi ha registrato dati migliorativi nel 2018 rispetto al 2015”.
Infine, per il focus su stili di vita ed attuazione di interventi di promozione della salute è stato condotto uno studio che ha coinvolto, anche allo scopo di fare un confronto, sia lavoratori di Arvedi Ast che lavoratori dell’Azienda ospedaliera di Terni. Lo studio ha consentito di progettare ed attuare iniziative specifiche, che, integrando la prevenzione dai rischi sui luoghi di lavoro, contribuiranno ad avere una popolazione lavorativa “sana” nel senso più ampio del termine.