“Il Nodo di Perugia: se non ora, quando?”

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Il Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?” continua ad interrogarsi

   

Di seguito il comunicato n. 42 del 2 agosto 2023 firmato dal Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?”

Leggendo la recente delibera della Giunta Regionale del 12 luglio scorso, tutti coloro che più o meno quotidianamente hanno a che fare, per loro sventura, con la maledizione del cosiddetto “Nodo di Perugia” potrebbero averne ricavato il motivo per un sospiro di sollievo e anche per un moto di soddisfazione: “Finalmente! Il cerchio si chiude! Con l’approvazione da parte del governo regionale cade ogni dubbio residuo su necessità e urgenza che il Nodo si realizzi nella sua interezza!”

Infatti, dopo il parere positivo del Consiglio Comunale di Perugia datato 28 Giugno 2022, riguardante il primo tratto dell’opera, tra Collestrada e Madonna del Piano (il cosiddetto Nodino), ora la Giunta regionale cala il suo asso con maggiore energia, chiedendo al governo nazionale che l’intera opera, il Nodo di Perugia, da Collestrada a Corciano, venga fatta propria dall’esecutivo, come non più  rinviabile, visto il rinnovarsi sempre più asfissiante di incidenti e ostacoli di ogni sorta al normale scorrimento del traffico automobilistico, sul tratto della E45 tra Collestrada e Ponte San Giovanni e sull’intero tratto urbano del Raccordo autostradale Perugia Bettolle, tra Ponte San Giovanni e l’uscita di Madonna Alta- Stadio di Perugia.

E allora, perché quel pessimismo che traspare dal titolo di questo articolo? Più esattamente, non si tratta di pessimismo, ma della giusta cautela che è obbligatoria per chiunque conosca l’importo economico di questa grande opera e lo confronti con lo stato delle nostre finanze pubbliche e con le necessità di modernizzazione e potenziamento delle infrastrutture in tutto il nostro Paese. Si aggiunga poi la fragilità che i nostri territori hanno dimostrato di fronte all’incombere del cambiamento climatico ed alle trasformazioni di strutture pubbliche e private che saranno necessarie per affrontarlo. Lasciamo perdere poi, per il momento, tutte le altre emergenze che l’Italia sta già affrontando: rimaniamo sul terreno delle infrastrutture pubbliche su cui operare con finanziamento dello Stato.

La sfida è di quelle da far rabbrividire, e non a caso già molti governi passati hanno proclamato di volerla affrontare senza riuscirci o senza neanche provarci. Ora però le emergenze non sono più rinviabili e proprio a questo scopo l’Europa ha concesso al nostro paese un finanziamento agevolato di oltre 240 miliardi, il famoso PNRR (anche se non immediatamente disponibile per il Nodo, ma che comunque libererà nuovi capitali) sul quale si sono accentrate le speranze e le mire di molti, affinché finalmente il nostro paese si metta al passo con la parte più progredita e sviluppata dei paesi europei. Anche, o soprattutto, adeguando la dotazione di infrastrutture alle esigenze di un futuro purtroppo imminente. In primo piano Strade, Ferrovie, Aeroporti, Energia pulita e disponibile a prezzi ragionevoli.

Preso atto di questa realtà, il nostro punto interrogativo sul futuro ha una logica evidente: il progetto del Nodino è già passato attraverso tutti i filtri di fattibilità, di regolarità, di rispetto ambientale, di urgenza. La Regione ha già sollecitato il governo al finanziamento non solo del Nodino, ma dell’intera opera, e di questo la presidente Tesei ha già avuto ampiamente occasione di parlare col ministro Salvini, responsabile appunto di opere pubbliche e infrastrutture.

Intanto, l’Europa ha confermato all’Italia l’elargizione della terza rata del PNRR. Dunque, ci sono sul piatto tutte le condizioni perché finalmente si dia il via all’opera, a cominciare dal Nodino e a seguire con progettazione, approvazione e finanziamento di secondo e terzo stralcio: le disponibilità finanziarie ci sono e così pure la situazione politica di omogeneità tra governo nazionale e governo regionale.

Per di più, tutto il mondo produttivo regionale si è ampiamente dichiarato a favore del Nodo di Perugia. Tutte le coordinate, a questo punto, sembrano convergere verso un medesimo obiettivo, con una coincidenza di voci che è raro incontrare nel nostro paese e che non si rinnoverà facilmente nel futuro.

Se non ora, quando? Questo è il nostro timore, e crediamo quello di tutta la comunità regionale più attenta e avveduta. La risposta alla domanda è facile, meglio non evidenziarla, per scaramanzia. Ma ognuno sa, in cuor suo, che opportunità favorevoli come questa non si ripresenteranno forse più.

Sarebbe come perdere, per insipienza e pigrizia mentale, la classica partita a briscola avendo in mano l’Asso e il Tre: imperdonabile!