La sindaca Ferdinandi riceve i “Numeri zero”: “Mi farò portavoce delle loro proposte anche in sede nazionale dando concreta attuazione alla carta di Solfagnano”
Tra i primi appuntamenti di oggi, 3 dicembre, per la sindaca c’è stato quello con i ragazzi e le ragazze di Numero Zero, il ristorante inclusivo di Perugia di cui la stessa prima cittadina è stata co-fondatrice e direttrice. Soprattutto grazie a loro Ferdinandi dice di aver appreso “quanto ciascuno può fare nel concreto per costruire una società davvero più inclusiva”.
Proprio in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, la sindaca ha avuto il piacere di riceverli in Comune e ha chiesto loro cosa farebbero per le persone con disabilità se fossero il Sindaco di una città. Secondo “Costanza”, le politiche di tutela devono puntare a garantire il lavoro partendo dal presupposto che “le persone con disabilità sono come tutte le altre” sul piano dei diritti e dei doveri.
Per Daniel “è impensabile” che nel 2024 persone con disabilità e/o con problemi mentali siano “sottopagate ed emarginate”. Anche Alessio dice che se fosse un politico, “aiuterei le persone con disabilità a trovare lavoro” e assicurerebbe loro “la precedenza nella sanità”.
“Queste proposte meritano di essere portate avanti nel concreto sia a livello locale che nazionale e in prima persona intendo sostenerle esercitando le deleghe che rivesto all’interno dell’Ufficio di presidenza di Anci – afferma Ferdinandi -. Lavoreremo per mettere a terra i principi della Carta di Solfagnano e per fare in modo che l’inclusione non resti un tema da agende politiche, ma si trasformi in agire collettivo quotidiano per garantire a tutti i diritti a una vita indipendente e piena”.
“Dobbiamo avviare una stagione di innovazione nelle politiche per la disabilità – sottolinea – basata su un approccio inclusivo e universalistico. I diritti alla vita indipendente, alla partecipazione attiva nella vita sociale e lavorativa devono diventare i cardini su cui le istituzioni devono lavorare.
“Per realizzare questi obiettivi – aggiunge – è indispensabile disporre di risorse adeguate, ma è altrettanto importante costruire una rete integrata di servizi. Questo richiede un dialogo costante e una progettazione condivisa con tutti i soggetti coinvolti, compresi i rappresentanti delle associazioni, le famiglie e le persone con disabilità stesse. Insieme, possiamo creare un ambiente in cui ogni persona possa esprimere il proprio potenziale e partecipare attivamente alla vita della comunità”.
“È tempo di agire – ha concluso – con determinazione e unità, per un futuro in cui l’inclusione e il rispetto dei diritti siamo al centro delle politiche pubbliche”.