Digitale, Bori porta il modello umbro della piattaforma Fintech all’Associazione nazionale finanziarie regionali

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   (Aun) – Perugia, 18 novembre 2025 – In Umbria sta prendendo forma un progetto che segna un cambio di paradigma nel modo di governare l’economia pubblica attraverso un’iniziativa che unisce innovazione tecnologica e visione istituzionale, con l’obiettivo di rendere la pubblica amministrazione più efficiente, più giusta e più vicina al sistema produttivo: lo ha detto il vicepresidente della Regione Umbria, con delega al Digitale, Tommaso Bori, intervenendo oggi a Roma all’assemblea Anfir (Associazione Nazionale Finanziarie Regionali) presso la sede Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.

  All’incontro, durante il quale la vicedirettrice di Gepafin con delega all’innovazione Cecilia Moretti, in qualità di coordinatrice della commissione digitalizzazione in ANFIR, ha presentato i progetti della commissione riguardo al digitale e all’intelligenza artificiale, erano presenti il Presidente di Gepafin Carmelo Campagna in veste di vicepresidente di ANFIR, il Presidente Cnel, Renato Brunetta, il Presidente ANFIR, Michele Vietti, Massimiliano Maselli, assessore all’Inclusione sociale e Servizi alla persona della Regione Lazio, Roberta Angelilli, Vicepresidente Regione Lazio.

  “Ringrazio il presidente ANFIR, Michele Vietti, per averci dato l’opportunità di trovarci qui a presentare il progetto Digital Twin della Regione Umbria – ha detto Bori intervenuto anche in qualità di presidente della Commissione per l’Innovazione tecnologica e digitalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome –   Nella nostra regione siamo partiti da un problema concreto che è quello della necessità di liquidità che affligge molte aziende e attività economiche.  Catene di crediti e debiti, spesso lunghe e complesse, rallentano i pagamenti e mettono in difficoltà imprese e fornitori. Per affrontare questa criticità, la partecipata Gepafin ha sviluppato una piattaforma fintech basata sulla compensazione multilaterale. Ovvero, un sistema capace di leggere l’intera rete delle relazioni economiche e di ottimizzare i flussi finanziari, riducendo i movimenti di denaro allo stretto necessario. È stato quindi creato un modello che può diventare un riferimento a livello nazionale e che dimostra come il digitale, se guidato da una visione pubblica forte e dal rispetto dei diritti dei cittadini, possa essere uno strumento concreto di sviluppo e coesione territoriale”.

  Bori ha quindi evidenziato che “una volta compresa la potenzialità della piattaforma, abbiamo deciso di applicare la stessa logica all’intero ecosistema pubblico regionale, quindi per la Regione, le società partecipate e il sistema sanitario”.

   Da qui nasce il cuore del progetto: le relazioni finanziarie non vengono utilizzate solo per sbloccare la liquidità, ma anche per creare analisi economiche dinamiche, continuamente aggiornate, che consentono non solo di osservare i flussi economici, ma di simulare scenari, anticipare criticità e supportare decisioni più efficaci.

  Un cambio di paradigma notevole che disegna un gemello digitale del territorio permettendo il passaggio da una governance che interviene solo una volta che i problemi si sono manifestati, a una in grado di prevenirli: “un progetto di questa portata – ha proseguito –  richiede ovviamente massima attenzione a sicurezza e privacy, per questo i dati sensibili non lasciano mai i sistemi delle imprese e vengono completamente anonimizzati attraverso processi crittografici avanzati, nel pieno rispetto delle normative sulla tutela dei dati personali”.

  “Questo percorso – ha concluso Bori – è graduale e strutturato ma permetterà una mappatura del sistema, l’arricchimento progressivo del modello e, infine, la regolazione dei pagamenti aumentando i flussi di liquidità sia a livello pubblico che privato. I benefici del progetto sono chiari: pagamenti più puntuali, maggiore liquidità per le imprese, un sistema economico più solido e una pubblica amministrazione più efficiente e trasparente. In sintesi, quello che stiamo costruendo in Umbria e che vedrà la luce nei primi mesi del 2026, va oltre il mero progetto tecnologico. È una nuova visione della governance pubblica, basata sui dati, sulla responsabilità e sull’innovazione”.