Coletto: “E’ ragionevole includere la vulvodinia nell’ assistenza essenziale”

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Simona Meloni (Basilietti)

L’assessore risponde alla capogruppo del Pd Simona Meloni

   

Per l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto “è ragionevole promuovere un percorso di inserimento” della vulvodinia nei Lea.

“Faremo la nostra parte per proporlo alla Commissione salute della conferenza Stato Regioni” ha detto in Assemblea legislativa dove nel question time ha risposto alla consigliera Simona Meloni, capogruppo del Pd.

L’esponente del Partito democratico ha infatti presentato un atto ispettivo per conoscere gli intendimenti della Giunta regionale circa il “riconoscimento della vulvodinia o sindrome vulvovestibolare e della neuropatia del pudendo quali malattie croniche ed invalidanti ed il loro inserimento nei Livelli essenziali di assistenza”.
Nello specifico, Simona Meloni ha chiesto all’assessore Coletto se l’esecutivo “intende attivarsi nelle sedi opportune affinché la vulvodinia o sindrome vulvovestibolare e la neuropatia del pudendo, siano riconosciute come patologie croniche ed invalidanti per le quali siano garantiti appropriati servizi e prestazioni contemplati nei livelli essenziali di assistenza (Lea); se intende ed in quali tempi mettere in campo azioni finalizzate a garantire un tempestivo riconoscimento ed un sempre più efficace trattamento di queste patologie per migliorare la capacità di risposta del nostro sistema sanitario regionale; se intende promuovere, sul tema, specifiche campagne di informazione e sensibilizzazione, nonché di formazione degli operatori e di informazione rivolte alle donne”. “Con queste patologie per il paziente significa affrontare la convivenza con un dolore cronico. Questa sindrome è ancora poco nota tra gli operatori sanitari, tanto che attualmente non esistono procedure codificate per la diagnosi e non sono stati ancora predisposti protocolli di cura con inevitabili ritardi nella fase diagnostica” ha aggiunto.
“La possibilità di attivare un percorso extra Lea – ha detto Coletto – merita l’attivazione di un gruppo di lavoro multidisciplinare per definire l’iter diagnostico, per poi valutare la sostenibilità di un percorso extra Lea”.