Virginia Raffaele incanta Perugia

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Foto: Michele Mencaroni

In scena al Morlacchi con lo spettacolo “Samusà”, l’attrice e comica romana racconta la sua adolescenza in chiave ironica

   

Dopo l’umorismo napoletano di Massimiliano Gallo, al Teatro Morlacchi di Perugia, è ancora tempo di ridere, ma con un altro tipo di comicità. Questa volta, ad animare la stagione targata Teatro Stabile dell’Umbria, è una meravigliosa Virginia Raffele. L’eclettica comica romana ha letteralmente conquistato il pubblico perugino con lo spettacolo “Samusà” (regia di Federico Tiezzi). 2 ore intense e senza sosta in cui l’attrice ha saputo esprimere tutto il suo smisurato talento e la sua completezza: canta, balla, recita, imita senza fermarsi un attimo. E solo la fantasia e una mente brillante come quella della Raffaele può riuscire a mettere insieme e spaziare da Giorgia Meloni ad una cantante lirica che non ricorda i testi dei brani più famosi, da una fervente no vax che vede complotti ovunque alla vecchietta – Donata (omaggio a Franca Valeri) – il cui unico passatempo è fare scherzi al telefono alla sua amica di sempre. Tutto in una sola e unica artista, capace di collegare tanti dialoghi in un unico grande monologo. Degna di nota la conclusione dello spettacolo, anche questa frutto del suo estro. La comica romana ha, infatti, deciso di affidare l’epilogo ai suoi cavalli di battaglia, riproducendo un dialogo immaginario tra lei, Ornella Vanoni, Sabrina Ferilli, Belen Rodriguez e Carla Fracci.

Foto: Michele Mencaroni

Samusà (che significa “fare silenzio”), per stessa ammissione di Virginia Raffaele, è uno spettacolo autobiografico in cui la protagonista racconta la propria adolescenza trascorsa al LunEur, storico Luna Park romano, ora chiuso. Figlia dei giostrai del tiro a segno nonché nipote del fondatore, l’attrice ripercorre la sua storia raccontando alcuni episodi capitati all’interno del parco giochi come ad esempio un’eccezionale visita del Papa, ma anche descrivendo tutto il folklore dei personaggi che lavorano all’interno del parco divertimenti e che hanno fatto, inevitabilmente, parte della sua vita. Personalità vere, piene di energia ed estremamente particolari (a partire dai nomi altrettanto strani) e che dialogano attraverso un linguaggio personale, comprensibile solo a loro. Il tutto accompagnato anche dalla scenografia (curata da Marco Rossi) e dalle luci (Gianni Pollini) che ricreano l’atmosfera del luna park. Inoltre, le scene sono intervallate da rapidi cambi d’abito (costumi a cura di Giovanna Buzzi), sempre accompagnati da tre abili giocolieri.

Michele Mencaroni