Tpl, sciopero in Umbria e manifestazione dei lavoratori

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Filt Cgil e Faisa Cisal: ‘Criticità dalla divisione in 4 lotti’

   

Contestano la divisione in quattro lotti del Trasporto pubblico locale i lavoratori del settore che martedì hanno scioperato per quattro ore – protesta organizzata da Filt Cgil e Faisa Cisal – e hanno svolto una manifestazione davanti a palazzo Cesaroni, a Perugia, partecipando poi ai lavori dell’Assemblea legislativa per assistere in question time alla parte dedicata alle due interrogazioni sul tema presentate da Tommaso Bori (Pd) e Vincenzo Bianconi (misto), alle quali ha risposto l’assessore ai trasporti Enrico Melasecche.

“Per il rapporto demografico che ha questa regione, per le difficoltà geografiche nel raggiungere anche le aree più remote, dividere il Tpl in quattro lotti – ha spiegato all’ANSA Ciro Zeno, segretario regionale Filt Cgil -sta a significare mettere a rischio il Tpl per le fasce più deboli, per gli anziani, che abitano nei borghi più lontani.

Ma anche le stesse città avranno una forte criticità. Le politiche che sta mettendo in campo questa Regione non sono inclusive di progetti che si sviluppano attorno all’utilizzo del mezzo pubblico e la riduzione dell’utilizzo mezzo privato”.
“In questa regione – ha spiegato – ci sarà un calo netto dei pullman, da 750 a 630, quindi ci sarà un calo di 120 unità vale a dire che ci saranno meno autisti, meno corse, meno servizi, al netto di un taglio di 13 milioni rispetto agli attuali 63 dei fondi destinati al Tpl. Come si può far credere alla popolazione umbra che si tagliano ben 13 milioni su 63 e rimarrà tutto uguale?”.
“Da un lato – ha detto il segretario di Faisa Cisal, Christian di Girolamo – fanno un’ottima politica sociale con gli abbonamenti per gli universitari e poi tolgono gli autobus, è il colmo. Fermo restando che c’è una grande differenza fra il servizio scolastico e non scolastico. Abbiamo esposto quello che potrebbe succedere a livello sociale, ma non dimentichiamo quello che succederà ai lavoratori, si prevedono appalti, sub appalti, appalti della manovalanza, torniamo indietro di 60 anni”.
“Siamo alla settima azione di sciopero – spiegano i due sindacati – perché continuiamo a considerare sbagliata e dannosa la scelta della Regione”.