Perugia: approvato incentivo buoni spesa per l’acquisto di libri scolastici

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Nella foto: Nicola Volpi

Perugia: approvato incentivo buoni spesa per l’acquisto di libri scolastici. La soddisfazione del Consigliere Nicola Volpi

   

 

Il Consiglio comunale di Perugia ha approvato l’incentivo ai buoni spesa per l’acquisto di libri scolastici. Grande soddisfazione da parte del Consigliere Nicola Volpi che, in una nota, ha affermato come

“La legge n. 128 del 27 luglio 2011 (legge Levi), consentiva la vendita dei libri ai consumatori finali con uno sconto fino ad una percentuale massima del 15 per cento, con la possibilità di realizzare campagne promozionali con sconti che eccedano il limite indicato purché non superiori a un quarto del prezzo fissato. Di fatto questo si traduceva per molte famiglie nella possibilità di acquistare i libri scolastici in alcuni esercizi commerciali, ricevendo in cambio un buono spesa del 25% spendibile sull’acquisto di beni di prima necessità nel medesimo esercente. Il 25/03/2020 però è entrata in vigore la legge 13 febbraio 2020 n. 15 (Legge Editoria) la quale, modificando la legge Levi in particolare in materia di sconti sul prezzo di vendita dei libri, ha abbassato la soglia dello sconto consentito fino al 5 per cento del prezzo, elevabile al 15 per cento per i libri adottati dalle istituzioni scolastiche come libri di testo. Ho quindi presentato un ordine del giorno, discusso ed approvato stamattina nella commissione competente, che impegna l’Amministrazione comunale a farsi portavoce presso la Giunta Regionale e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), affinché possano dare voce alle tante famiglie che, nei mesi antecedenti alla ripresa della scuola, si sono trovati nella condizione di dover sostenere un ingente e quanto mai necessario investimento sull’acquisto dei libri scolastici, vedendosi però private di una parte importante di buoni spesa. Tutto questo in un momento in cui la situazione di emergenza contingente impone invece di mettere in campo misure a sostegno della ridotta capacità di spesa familiare, motivo per cui l’applicazione della legge citata appare quanto meno fuori luogo”.