Nuovi Lea, garantirli e attuarli in campo psicologico

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Attuare i nuovi Lea in campo psicologico, guardando anche alla necessità di una «messa a sistema delle risorse psicologiche presenti nelle aziende sanitarie tramite adeguate forme di coordinamento», così come “all’introduzione della figura dello psicologo delle cure primarie per la collaborazione con le attività della medicina generale». Sono alcuni dei punti finiti in un documento approvato al termine del convegno organizzato giovedì 11 maggio da Ordine Psicologi e Aupi al salone d’onore di palazzo Donini. L’incontro ha ruotato attorno al tema dell’assistenza psicologica vista come diritto per i cittadini, e sul come garantirla. «I bisogni della società sono cambiati e i nuovi Lea fotografano questo», ha detto in apertura il presidente del Cnop Fulvio Giardina secondo cui «i dati evidenziano il valore degli interventi psicologici in tante situazioni». A parlare degli ambiti di attività e degli interventi psicologici che vengono garantiti nel Decreto Lea è stato Mario Sellini, segretario generale Aupi. «I Lea sono un grande risultato che chiama in causa tutta la comunità professionale». Una comunità che viene chiamata a rivedere anche «l’organizzazione dei servizi psicologici nelle aziende sanitarie per l’inserimento dello psicologo nelle cure primarie – spiega David Lazzari, presidente dell’Ordine umbro e coordinatore task force Lea del Cnop – e per l’apertura a forme convenzionate di collaborazione con i liberi professionisti». E’ stata così evidenziata l’importanza del «passare dalla logica delle singole prestazioni a quella dei percorsi e processi integrati di cura» (di questo si è occupata Daniela Rebecchi, direttore servizio psicologia Asl Modena, così come della “necessità di una riflessione sull’organizzazione della psicologia nelle aziende sanitarie e sulla adeguatezza numerica degli psicologi nel pubblico”. Tema, quest’ultimo, sviluppato da Walter Orlandi, direttore della Sanità della Regione Umbria insieme a Luca Ferrucci (Università di Perugia), che ha presentato dati sui costi dei problemi psicologici per le persone, evidenziando che «investire in psicologia vuol dire diminuire la spesa pubblica e quella privata dei cittadini». Proprio su tema pubblico-privato si è soffermata Rossella De Leonibus, psicologa e psicoterapeuta libero professionista, illustrando  l’attuale normativa per l’accreditamento delle strutture e dei liberi professionisti e avanzando riflessioni sulle «possibilità operative e normative per la collaborazione”. A tracciare la situazione sulla situazione organizzativa nel servizio sanitario umbro sono state Marina Brinchi, consigliere Ordine e Flavia Febbraro, dirigente Aupi. “Per ogni psicologo dipendente c’è uno psicologo che lavora nel SSR con forme varie di collaborazione. La percentuale è 33% di dipendenti, 33% di collaboratori e 33% di specializzandi, volontari e tirocinanti”. Sul tema della psicologia nelle cure primarie è poi intervenuta Antonella Micheletti (membro del GdL Psicologia in Regione), che ha parlato della sperimentazione presso le Case della Salute deliberata dalla Giunta.

   

TAVOLA ROTONDA E DOCUMENTO

“Quali risposte ai cittadini e agli operatori?”. E’ stato questo il tema di una tavola rotonda conclusiva coordinata nel pomeriggio da Lazzari, cui sono intervenuti Nera Bizzarri per la Regione Umbria, Corrado Bibbolino (segretario generale Snr-Fassid), Marco Cotone (segretario regionale Uil Sanità), Tiziano Scarponi in rappresentanza dei Medici di Famiglia (Fimmg), Antonia Tamantini (direttore di dipartimento per la Usl Umbria 2). In chiusura è stato approvato un documento che sottolinea «come le evidenze scientifiche hanno illuminato l’importanza degli aspetti psicologici (relazioni, vissuti, comportamenti, stress e traumi) per la salute psichica e fisica, l’efficacia e sostenibilità delle attività psicologiche di prevenzione e cura, anche dentro logiche e percorsi di integrazione”.