Morto monsignor Tinarelli, decano del clero perugino

253

Il sacerdote era il più anziano della diocesi, aveva 97 anni

   

Aveva compiuto 97 anni da pochi mesi ed era il sacerdote più anziano della diocesi di Perugia monsignor Luciano Tinarelli, parroco emerito di Monteluce e decano del clero scomparso la sera del 17 agosto.

L’arcivescovo del capoluogo umbro mons. Ivan Maffeis, appresa la notizia – riferisce l’archidiocesi in un comunicato – si è raccolto in preghiera ricordando gli ultimi incontri avuti con lui e soprattutto “l’animo profondamente sacerdotale che lo contraddistingueva nonostante la sua età”.
Sarà lo stesso mons. Maffeis a presiedere le esequie di don Luciano nella chiesa parrocchiale di Monteluce, sabato 19 agosto, alle 10.
Il sacerdote era nato a San Mariano di Corciano il 4 marzo 1926 e venne ordinato presbitero nella cattedrale di San Lorenzo il 10 luglio 1949 dall’arcivescovo mons. Mario Vianello.

Per il sindaco ‘è stato un’autentica istituzione’

Il sindaco di Perugia Andrea Romizi e l’amministrazione comunale “si uniscono al dolore della comunità di Monteluce per la scomparsa di Don Luciano Tinarelli”. “E’ stato un’autentica istituzione per il quartiere avendo ricoperto l’incarico di parroco presso la chiesa di Santa Maria Assunta per oltre 50 anni” sottolinea il Comune in una nota. “Don Luciano – afferma l’amministrazione – è stato molto di più: fondatore dell’oratorio don Cesare Farkas, ideatore e fondatore della Corale, guida spirituale per molti parrocchiani, ha contribuito a formare intere generazioni di giovani, cui ha sempre dispensato una parola gentile e consigli disinteressati”. “Sentiremo la mancanza di Don Luciano – commenta Romizi – e ci mancheranno la sua saggezza, la simpatia, la schiettezza e quella bontà d’animo che l’ha sempre contraddistinto. E’ stato un esempio straordinario di dedizione alla fede ed alla cura delle anime: in tanti si rivolgevano a lui per ricevere un consiglio o una parola gentile e Don Luciano ha sempre saputo accogliere tutti con quella generosità che era insita nel suo animo”.