Insulti social dalla moglie dell’assessore: Scoccia chiede chiarimenti in Comune

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Perugia, l’esponente di opposizione: «A dicembre firmato il Manifesto della Comunicazione non ostile»

   

Un’interrogazione al sindaco e alla giunta comunale di Perugia viene presentata dalla consigliera Margherita Scoccia per sapere se le espressioni utilizzate in un commento su Facebook da parte della moglie di un assessore («La città è sottomessa al buffone ricco che può tenerci in ostaggio e fare quello che vuole!») vengono ritenute appropriate o meno e se quelle parole siano compatibili con gli impegni presi dal Comune nel dicembre 2024 mediante l’adesione al Manifesto della Comunicazione non ostile. È quanto si legge in un comunicato dell’esponente di Fratelli d’Italia che attraverso i propri canali social ha denunciato il post, poi rimosso. Secondo l’esponente di opposizione si tratta di un episodio che «non può essere derubricato a fatto privato in quanto coinvolge direttamente la sfera più prossima a un componente della Giunta».

«Il Manifesto della Comunicazione non ostile, elaborato nell’ambito di un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza nelle parole promosso dall’associazione ‘Parole O_Stili’ di Trieste, nella declinazione ideata per le pubbliche amministrazioni – si legge in una nota ufficiale del Comune di Perugia del 5 dicembre scorso – rappresenta un’occasione per ridefinire lo stile di comunicazione, in particolare sul web, e per responsabilizzare sulla scelta delle parole, partendo dal presupposto che i social network sono piazze virtuali ma dove si incontrano persone reali».

Il chiarimento ufficiale richiesto al sindaco, massima autorità politica e amministrativa del Comune, e alla giunta, è utile a capire se «l’Ente intende esprimere una formale presa di distanza dalle espressioni offensive rivolte a un operatore economico della città».

Scoccia elenca i dieci punti di cui si compone il Manifesto: 1) Virtuale è reale; 2) Si è ciò che si comunica; 3) Le parole danno forma al pensiero; 4) Prima di parlare bisogna ascoltare; 5) Le parole sono un ponte; 6) Le parole hanno conseguenze; 7) Condividere è una responsabilità; 8) Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare; 9) Gli insulti non sono argomenti; 10) Anche il silenzio comunica. 

Mi auguro che qualcuno tra chi si è sempre presentato come custode della correttezza e della moralità pubblica trovi il modo di fare almeno una riflessione 

dichiara Margherita Scoccia –

in segno di rispetto verso i cittadini che hanno letto quegli insulti usciti proprio da casa dell’assessore. Lo dico con sincerità e senza polemiche

– conclude la consigliera di opposizione

meno prediche e più coerenza da chi governa oggi la nostra città