Futuro Sangemini: “Serve responsabilità”

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Futuro Sangemini: “Serve responsabilità”. Il consigliere regionale Fabio Paparelli fa “appello all’unità delle forze istituzionali, politiche e sindacali perché non è più il tempo delle polemiche”

“In questo passaggio così delicato per il futuro della Sangemini, sento il dovere di fare appello all’unità delle forze istituzionali, politiche e sindacali perché non è più il tempo delle polemiche o della propaganda a buon mercato, ma è quello della responsabilità”.

   

È quanto afferma il consigliere regionale e portavoce della minoranza, Fabio Paparelli, sottolineando che “i lavoratori attendono una risposta convinta e corale a difesa dei loro diritti e a garanzia del futuro dell’azienda”.

“Per questo – prosegue – il Gruppo PD e le altre forze politiche di opposizione in Regione, non faranno di certo mancare il loro supporto ad ogni azione che verrà messa in campo con l’obiettivo di assicurare un dialogo costruttivo, utile a risolvere questa drammatica situazione, economica e occupazionale”.

“Ricordo a tutti – aggiunge Paparelli – che, ancor prima della vendita al gruppo Pessina, la Sangemini aveva vissuto una ennesima importante crisi aziendale. A seguito dell’acquisizione del gruppo Ami – ricorda – fu raggiunto un accordo siglato nel 2018 tra azienda e sindacati, che stabilì investimenti su linee produttive, un nuovo piano commerciale e di marketing, e un conseguente aumento dei volumi produttivi, fino a 200milioni di pezzi”.

“La Regione – continua il consigliere Dem -, in qualità di ente proprietario delle concessioni, si pose a garanzia dell’accordo tra organizzazioni sindacali e proprietà chiedendo però che fossero mantenuti i livelli occupati, almeno fino alla scadenza delle stesse concessioni, ovvero nel 2024, essendo questa clausola alla base della concessione stessa. Ricordo inoltre – continua – che la crisi del gruppo Pessina-Ami trae origine dal settore edile, e finisce con il coinvolgere anche quello delle acque minerali, arrivando a mettere in discussione uno dei maggiori player nazionali del mercato. Io stesso – ricorda ancora Paparelli – insieme ai sindacati, da oltre un anno, ho denunciato l’inadeguatezza delle politiche aziendali e commerciali che, insieme ai pochi investimenti sbagliati, hanno compromesso ulteriormente la competitività di un azienda e di marchi che sono stati per anni tra i più importanti d’Italia, grazie a maestranze altamente specializzate e produttive”.

“Non ritengo dunque – osserva Paparelli – che la situazione attuale sia imputabile né all’accordo siglato a suo tempo da sindacati e proprietà, né alla Regione che ha accompagnato quell’accordo fino ad oggi, ma, data la gravità della situazione attuale, la stessa Regione deve ora fare un passo in più, e non confidare solamente sul Mise e/o sulla moral suasion. Ora serve inchiodare il Gruppo alle proprie responsabilità ed elaborare subito un piano di salvataggio credibile insieme al ministero e al Tribunale competente, oltre che, contestualmente – conclude -, mettersi sulle tracce di un nuovo acquirente che sia in grado di far ripartire un’azienda prestigiosa per il Paese e non solo per l’Umbria. Questo è ciò che serve ai lavoratori, noi siamo pronti a fare la nostra parte”.