“Diciannove morti sul lavoro in dieci mesi sono troppi”

830

La nota di Meloni (Capogruppo Pd)

“Diciannove morti sul lavoro in dieci mesi sono davvero troppi, è ora che la Regione faccia la propria parte e si metta intorno ad un tavolo insieme a tutti gli attori del mercato del lavoro, dai sindacati alle associazioni datoriali e di categoria, passando per gli istituti di previdenza e gli enti di controllo”.

   

Così la capogruppo del Partito democratico, Simona Meloni, intervenendo in merito alla “necessità di una svolta in tema di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro”.

“Nei primi otto mesi del 2023 – osserva Meloni – le denunce per decesso sul luogo di lavoro, in Italia, sono state 657.  Affermare una nuova cultura di sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere dunque una sfida, ma la battaglia al momento la stiamo perdendo. La politica, troppo spesso, ha messo la testa sotto la sabbia, pensando che l’indifferenza potesse essere scambiata con posti di lavoro insicuri e pericolosi. Un circolo vizioso che dobbiamo fermare con convinzione attraverso un cambiamento della cultura del lavoro. La sicurezza e la salute, che si basano sulla prevenzione – spiega la capogruppo Dem -, non sono un costo, sono un dovere e un investimento. Sul piano morale ed anche economico. Accanto al potenziamento numerico degli ispettori degli organi di vigilanza, al coordinamento fra gli stessi, al rafforzamento del contrasto verso il lavoro nero e alle norme che facilitano il sub appalto a cascata, è anche tempo di iniziare a pensare seriamente all’istituzione di una Procura nazionale dedicata alla sicurezza sul lavoro che, attraverso l’acquisizione di una formazione specialistica da parte di magistrati e forze dell’ordine, garantisca maggiore celerità alle indagini e soprattutto ai processi. L’ultimo report dell’osservatorio Vega su ‘Sicurezza e ambiente’ – sottolinea Meloni – mette l’Umbria ancora tra le regioni di testa in quanto a incidenza di morti sul lavoro parametrati alla popolazione. Un primato inaccettabile che dobbiamo combattere con i controlli, con la formazione e la cultura. La Regione è in ritardo e – conclude -, al netto di spot e di quanto potrà accelerare in dirittura di scadenza di legislatura, dopo l’unanimità sulla mia mozione sul tema di più di due anni fa, poco ha fatto e se non fosse per l’opera meritoria di tutti i sindacati, nulla si sarebbe mosso”.