Culla per la vita: promossa mozione promossa da Fdi con emendamenti della maggioranza

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Foto| regione Umbria
 

Si puntualizza l’importanza della presa in carico delle donne per prevenire al massimo il ricorso a tali strutture, del ‘parto in anonimato’ e della localizzazione delle culle presso le strutture ospedaliere dotate di un punto nascita

   

 L’Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato, con 17 voti favorevoli sia della maggioranza che dall’opposizione e 2 non partecipanti al voto (Fabrizio Ricci-Avs e Sarah Bistocchi-Pd), una mozione promossa dai consiglieri del gruppo Fratelli d’Italia, Eleonora Pace (primo firmatario), Paola Agabiti e Matteo Giambartolomei sul tema delle ‘Culle per la vita’ per impegnare la Giunta ad “affiancare i soggetti titolati affinché venga ripristinata la piena funzionalità delle culle per la vita già presenti nel nostro territorio regionale; a mettere in atto una campagna informativa, in sinergia con le varie associazioni di sostegno alla natalità e con gli ordini professionali, affinché le donne in attesa che per i più svariati motivi si trovano impossibilitate a prendersi cura del nascituro, abbiano chiara la conoscenza di questo servizio”.

Rispetto al testo originario, con gli emendamenti apportati si puntualizza “l’importanza della presa in carico delle donne per prevenire al massimo il ricorso a tali strutture, del ‘parto in anonimato’ già previsto per legge e della localizzazione delle culle presso le strutture ospedaliere dotate di un punto nascita”.

Illustrando l’atto, Pace ha ricordato che “la culla per la vita prevede l’installazione di una serie di dispositivi come, ad esempio, il riscaldamento, il presidio di controllo h24 e una rete con il servizio del soccorso medico, che consente un tempestivo intervento per la salvaguardia del bambino. Ad oggi in Italia si contano circa sessanta installazioni e di queste in Umbria ce ne sono tre, ma solo due sono attive: una è presente, infatti, all’ospedale di Città di Castello e l’altra al Centro ‘Daniele Chianelli’ in prossimità dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia a Perugia, mentre la culla di Terni è stata inaugurata, ma non è più operativa. Dare la possibilità alle madri, che per diverse motivazioni non possono prendersi cura dei propri figli, di lasciarli in un luogo sicuro e protetto, dove potranno ricevere tempestivamente cure e sostentamento, è un atto fondamentale di civiltà per tutelare i neonati, soggetti fragili per eccellenza. L’importanza di garantire questo servizio va di pari passo con la necessità di prevedere interventi di manutenzione per potenziare le installazioni già presenti nella nostra regione, garantendo loro piena funzionalità, e con la necessità di implementarle, prevedendo nuove installazioni in altri luoghi di cura e, ancor meglio, in ogni struttura ospedaliera regionale. Fondamentale è poi garantire un’adeguata e completa diffusione mediatica dell’argomento, attraverso campagne informative alla popolazione promosse dai siti istituzionali, dai presidi sanitari presenti nei territori con l’ausilio sia del personale sanitario che delle associazioni di volontariato”.

INTERVENTI:

Fabrizio Ricci (AVS) ha spiegato il motivo della sua contrarietà all’atto, che ha portato alla decisione di non partecipare al voto: “Qualsiasi discussione su questo tema non può non partire dalla legge italiana, che non prevede la ‘Culla per la Vita’ ma parla di ‘Parto in anonimato’. Un diritto che troppo spesso non è riconosciuto. Sarebbe dovere delle istituzioni renderlo noto. Questo però non c’entra con la ‘Culla per la Vita’, che pone una serie di problematiche giuridiche e di sicurezza. Parlando di numeri: le culle termiche presenti in Italia sarebbero circa 60, un dato che non è certificabile. Spesso sono culle prodotte da movimenti pro-life che le utilizzano come megafono per le proprie istanze. Quello per la culla per la vita risulta più uno spot che una campagna nell’interesse delle donne e dei bambini. Abbiamo bisogno di una seria campagna per dire che il ‘Parto in anonimato’ è un diritto, come vera manifestazione di impegno per la vita. Noi ci diciamo pronti a lavorare in questa direzione”.

Maria Grazia Proietti (Pd): “Si tratta di un tema estremamente delicato. Condividiamo tutti l’obiettivo di tutelare la vita, salvaguardare i neonati e sostenere le madri in seria difficoltà. Se vogliamo promuovere davvero la cultura della nascita dobbiamo evitare risposte parziali e simboliche. La ‘Culla per la Vita’ può avere un ruolo se inserita in un contesto di politica in favore delle donne e delle madri che non ne stigmatizzi le scelte individuali, ma le accompagnino e le sostengano. Su questi temi che riguardano la vita delle persone vorrei che ci fosse un confronto serio e azioni concrete come: potenziare il percorso del parto in anonimato, agganciare la misura politica e strutturale contro la povertà, creare una rete di prese in carico per le fragilità socio sanitarie, tempestive e adeguate informazioni alla donna in periodo di gravidanza. Propongo il rinvio della mozione in commissione per delineare gli aspetti tecnici e risolverne le criticità. In questo modo potremmo presentare all’Aula un testo più completo e condiviso. Lavoriamo insieme per realizzare un gesto meritorio nel rispetto per la vita e per le donne, dove possa esserci un posto per la ‘Culla per la Vita’”.

Tommaso Bori (PD): “Nel caso in cui una donna non fosse messa in condizione di essere assistita durante il parto ci sarebbero alti rischi di mortalità. Il Parto in anonimato concede alla madre di mantenere l’anonimato, di tornare sui suoi passi oppure di procedere con il totale anonimato in spazi riservati. Sul tema delle ‘Culle per la Vita’ invito i proponenti ad accettare la proposta della consigliera Proietti, un approfondimento con i professionisti dell’ambito socio sanitario credo che sarebbe più che doveroso”.

Eleonora Pace (FDI): “L’atto impegna la Giunta ad esprimere una posizione, favorevole o contraria a una richiesta. Se ci sono approfondimenti da fare facciamoli ora, come già successo, si sospendono i lavori e si cerca, ora, una posizione unanime sul tema. Il dispositivo della mozione non comporta un gravoso impegno economico, se ne può discutere adesso”.

L’invito di Pace è stato accolto e, dopo una sospensione dei lavori d’Aula per approfondire il testo, la mozione è stata emendata con l’intervento dei consiglieri di maggioranza: è stato introdotto un passaggio che definisce “fondamentale implementare il servizio di presa in carico delle donne al fine di prevenire al massimo il ricorso a queste strutture; di prevedere l’installazione delle culle per la vita presso le strutture ospedaliere dotate di un punto nascita e di promuovere una campagna informativa che favorisca la conoscenza in primis della possibilità del parto in anonimato, previsto dal Dpr. 396/2000 e anche di questo ulteriore servizio anonimo e sicur