A Perugia la prima nazionale de “La sposa bambina”, di Laura Masiello

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Un tema che sembra lontano, che quasi sembra impossibile possa toccarci da vicino, invece sono 12 milioni in Europa le spose bambine vendute per qualche spicciolo che muoiono di parto o dopo la prima notte di nozze. Oggi alla prima nazionale dello spettacolo teatrale “La sposa bambina”, che si è tenuta nella sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni, hanno partecipato studenti delle scuole secondari Pascal-Cavour-Marconi, Capitini e Giordano Bruno. Lo spettacolo, scritto e diretto da Laura Masiello, racconta di una famiglia costretta dalla crisi a vendere la propria figlia di 8 anni ad un uomo d’affari. “In Italia – ha spiegato Gemma Paola Bracco conigliera di Parità della Provincia di Perugia – pensiamo che queste cose non possano accadere ma non è così, perché la nostra società sta diventando sempre più multietnica. Voi ragazzi siete il nostro futuro, non chiudete gli occhi difronte a queste realtà, che sono crude sì, ma vanno comunque conosciute per riuscire a combatterle. Questo spettacolo sicuramente ha aiutato tutti noi a parlare di questo problema, il teatro ha la caratteristica di farci vivere profondamente la problematica che tratta. Ringrazio Laura Masiello per questo intenso e meraviglioso spettacolo”. Dopo la rappresentazione Gemma Bracco e Donatella Porzi Presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria hanno inaugurato la mostra fotografica “Game over – Le spose bambine del Bangladesh” di Sara Munari, che resterà aperta dall’8 al 10 aprile presso “Umbrò” in Via Sant’Ercolano 8 a Perugia. Il Progetto/evento “Le spose bambine” è promosso dall’Associazione I 7Raccoglifiabe è realizzato con la collaborazione, insieme ad altri soggetti istituzionali e Associazioni, della Consigliera provinciale di Parità e della Provincia di Perugia. L’evento ha avuto come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, in primo luogo i giovani, sul triste fenomeno delle “spose bambine”, diffuso in molti paesi quali il Niger, il Bangladesh, il Mali, l’Afghanistan ecc., ma anche più vicino a noi di quanto si possa pensare. Una pratica figlia della povertà, dell’ignoranza e dell’analfabetismo che coinvolge prevalentemente bambine al di sotto dei 15 anni vendute ad uomini adulti quali mogli-schiave. Questi matrimoni forzati sono definibili come veri e propri casi di “pedofilia legalizzata” che portano a conseguenze spesso assai atroci e non solo di natura psicologica. “Non possiamo far finta di nulla e lasciare che bambine così piccole siano costrette a crescere improvvisamente – dichiarano i promotori dell’evento perugino – strappate brutalmente al mondo dell’infanzia e catapultate in quanto di più atroce possa esserci nel mondo adulto. Negare a delle bambine il diritto all’infanzia, allo studio…ad un futuro scelto liberamente è una aberrazione contro la quale tutti dobbiamo impegnarci a contrastare”.