A Perugia la grande mostra del Perugino per il quinto centenario della morte

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A Milano l'

Un altro autoritratto, la sorpresa di Perugino

   

Un altro volto di Perugino, come l’artista si vedeva a 45 anni, si aggiunge a sorpresa ai due autoritratti certi del grande maestro del Rinascimento.

E’ la novità dell’ultima ora della grande mostra che la Galleria Nazionale dell’Umbria gli dedica fino all’11 giugno, fulcro delle celebrazioni del quinto centenario della morte, a cura del comitato nazionale presieduto da Ilaria Borletti Buitoni, aperta alla presenza del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

L’attribuzione si deve proprio Marco Pierini, direttore del museo e curatore con Veruska Picchiarelli della esposizione ‘Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo’ che raccoglie una settantina di capolavori tra le perle della Galleria, che vanta il maggior numero di opere al mondo del pittore, e i prestiti ottenuti da grandi musei italiani e stranieri e da collezioni private.
Il tributo che Perugia rende al suo pittore a Palazzo dei Priori si sviluppa in sette sezioni, cronologiche e tematiche, dai primi passi di Pietro Vannucci a Città della Pieve, dove nacque, poi nel capoluogo accanto a pittori locali, e infine nella bottega del Verrocchio a Firenze dove nei suoi dipinti compaiono gli archi, motivo architettonico ricorrente sempre più elaborato anche nelle enormi pale d’altare, che lo stesso allestimento della mostra richiama. Poi ecco il boom delle grandi committenze ottenute dopo l’exploit delle decorazioni della Cappella Sistina. I prestiti dai musei stranieri – Washington, Louvre, Londra, Berlino – hanno permesso ricongiungimenti inediti, come nel caso del Polittico della Certosa di Pavia del 1506, ricostituito qui per la prima volta, con le tre parti che arrivano dalla National Gallery di Londra e la cimata conservata nella città lombarda. Affascinante la sezione delle Belle Madonne, in cui alle figure femminili di Perugino esaltate dalla eleganza delle acconciature si affiancano capolavori come la Madonna Borghese di Raffaello del 1502, e quella dei Ritratti accostati a quelli di altri maestri dell’epoca in cui spicca la centralità del disegno.