Xylella, l’altra faccia della globalizzazione

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Paolo Giordano racconta, nella gremita Sala dei Notari, il disastro ambientale che ha distrutto 21 milioni di ulivi e segnato il Sud Italia

   

 

Perugia, 13 luglio 2025. <<Sono venuto in treno a Perugia da S. Maria di Leuca per un buon tratto oggi, e mi sono scorsi dal finestrino ettari ed ettari di terra pugliese popolata di scheletri: erano gli ulivi morti di Xylella>>.

È pacato ma fermo nei toni il monito lanciato in una gremitissima Sala dei Notari dal fisico e scrittore Paolo Giordano, torinese di nascita ma da sempre legato alla Puglia, che di quest’epidemia ha seguito nascita e sviluppo, implicazioni sociali e ricadute economiche, giungendo a configurarla come simbolo degli effetti collaterali del mondo interconnesso e centrato sul profitto, come una delle molteplici nuove emergenze, insieme a quelle del clima, delle migrazioni, delle epidemie, che gli uomini rifiutano di analizzare con uno approccio collettivo e strategico.

Il suo incontro pubblico con la città di Perugia su questo tema è stato propiziato dall’Università per Stranieri di Perugia nell’ambito delle celebrazioni per il suo centenario, e da Farchioni 1780 insieme alla Fondazione Umbria Jazz.

<<Serve uno sguardo congiuntivo e non negazionista nei riguardi dei cambiamenti drastici, delle crisi a forte impatto – ha spiegato il romanziere -: mi sono trovato a costatare che gli agricoltori pugliesi –  allo stesso modo di coloro che praticano l’inaccoglienza nei confronti di chi giunge in Europa da guerre e carestie o di chi nega l’emergenza climatica -, sottostimano la sistematicità e la dimensione del fenomeno epidemico a danno dei loro ulivi; è un modo di reagire alle emergenze correnti di cui vanno osservate la portata e le implicazioni, se non vogliamo che gli effetti scomodi della globalizzazione ci travolgano>>.

<<L’epidemia di Xylella non è estinta –  ha proseguito Giordano – corre verso Nord alla velocità di 2 km all’anno, senza che vi sia una presa d’atto di questa dinamica capace di tradursi in politiche concrete e condivise. È lo stesso atteggiamento delle leadership europee riguardo le emergenze immigrative e belliche: ognuno va avanti senza guardare oltre i propri interessi domestici, senza comprendere che ciò che accade alla nazione vicina accadrà anche alla loro>>.

In questo incontro pubblico, introdotto e coordinato dal rettore dell’Università per Stranieri di Perugia Valerio De Cesaris, le voci del pubblico hanno fatto eco alle riflessioni espresse da Giordano, esprimendo preoccupazione e sconcerto per il mancato senso di squadra con cui questo ed altri problemi vengono affrontati nel nostro paese. Lo stesso De Cesaris, introducendo l’intervento del romanziere ha sottolineato quanto necessario oggi sia il modo di guardare ai fenomeni emergenziali che lo scrittore adotta: <<Mi hanno molto compito – ha detto il rettore –  le parole con cui il nostro ospite odierno ha invitato a considerare l’Europa

 

 

 

 

 

dalle colonne del Corriere della Sera: essa andrebbe considerata da noi, ci dice, così come la vedono coloro che ne sono lontani e che la percepiscono come uno spazio di libertà e di diritto>>.

Lo scrittore ha concluso il suo intervento sottolineando l’opportunità di parlare di ulivi e di Xylella in una terra come l’Umbria, che ha con queste piante un rapporto antico e vitale, nell’auspicio che la loro prosperità venga promossa in modo condiviso.