Un centro popolare, riformista e civico: così si vince l’astensionismo e la polarizzazione della politica

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Dal Delfina Palace di Foligno il Consigliere regionale Donatella Porzi e l’onorevole Giuseppe Fioroni lanciano il progetto in vista delle amministrative e delle europee  2024

 

 Il centro non basta. Partire dal centro sì, ma per costruire, tutti insieme, un centro popolare, riformista, civico. Il primo partito da sconfiggere? L’aumento ininterrotto dell’astensionismo, la disaffezione al voto che ormai da anni in Italia vince ogni tornata elettorale, sia quelle politiche sia, soprattutto, quelle regionali ed europee. Serve una forza terza per riportare i cittadini al voto, colmare il vuoto lasciato da politiche – di destra come di sinistra – sempre più estremiste e polarizzate e non in grado di intercettare i bisogni e le aspettative di una grande fetta di cittadini.

Né Meloni, né Schlein. A una manciata di mesi dalle amministrative di primavera e dalle elezioni europee, dal Delfina Palace di Foligno lo dicono senza mezzi termini il consigliere regionale Donatella Porzi e l’onorevole Giuseppe Fioroni, intervenuti ieri per condividere con una platea numerosissima il progetto di costruire un’alleanza, un soggetto condiviso che riunisca una vera comunità di gruppi politici, movimenti, liste civiche, che riportino la politica al centro. Lavoro, sanità, istruzione, immigrazione sono i temi prioritari su cui intervenire guardando ai “Tempi nuovi per l’Europa”, questo il titolo dell’incontro, coniugando l’esperienza e i valori del passato con lo sguardo rivolto all’innovazione e ai giovani.

Una chiamata all’unità contro la spettacolarizzazione della politica e il “proliferare di tante esperienze politiche frazionate, spesso anche irresponsabilmente” sottolinea  Porzi, nonché di individualismi che portano inevitabilmente allo scontro, evidente riferimento alla rottura del patto tra Renzi e Calenda che ha portato al fallimento del Terzo Polo. E per contrastare la “rabbia” che da sempre anima il Movimento 5 Stelle, rabbia indirizzata contro tutto e tutti che lo rende incapace di poter governare il Paese, afferma Fioroni mentre ripete più volte che per far tornare le persone al voto è necessario prima di tutto farli tornare a credere in qualche cosa, costruire un’offerta politica interessante e che non deluda le speranze.

Insomma, non votare qualcuno per scegliere qualcosa ma votare qualcosa e scegliere qualcuno, così da sfatare il meccanismo che spinge alle urne solo chi è interessato al suo leader.

“La competizione europea, con il voto proporzionale e la possibilità di esprimere le preferenze, sarà un importante banco di prova, ma occorre essere d’accordo su ciò che deve fare l’Europa”, sottolinea ancora Fioroni. Ed è altrettanto certo che “alle amministrative divisi non si vince, e che proprio dai territori può partire la proposta di costruire una coalizione per stare insieme, che non significa essere inglobati ma sperimentare un connubio restando ciascuno con la schiena dritta”.

Ecco che, afferma Porzi, “dopo aver creduto nell’ambiziosissimo progetto del Partito unico, purtroppo naufragato, che dopo una lunga riflessione mi ha portata a fare la scelta di lasciare il Partito Democratico di cui sono stata tra i soci fondatori, e per il quale mi sono spesa anche senza prospettive di elezione, continuo ad essere convinta che c’è bisogno di qualcosa di diverso, una proposta indispensabile per la tenuta della nostra democrazia e per il buon governo del nostro Paese in grado di ascoltare ed interpretare alcuni bisogni e modi di sentire dei cittadini che fino ad ora non siamo stati in grado di soddisfare”.