per discutere delle problematiche derivanti dall’attuazione della delibera Art 178/2024 relativa al trasporto ferroviario delle Regioni Umbria, Lazio, Toscana
Il Presidente Stefano Bandecchi ha inviato una richiesta urgente di incontro all’Autorità di Regolazione dei Trasporti, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per discutere delle problematiche derivanti dall’attuazione della delibera Art 178/2024 relativa al trasporto ferroviario delle Regioni Umbria, Lazio, Toscana. La nota è stata inviata anche alla Corte dei Conti.
Nella lettera, spedita per conoscenza alle Regioni Umbria, Lazio e Toscana, il Presidente “rappresenta la grave ed urgente problematica relativa al trasporto ferroviario delle Regioni Umbria, Lazio e Toscana nel caso in cui non sia sospesa la delibera ART n. 178/2024 (Allegato “A”) – “Indicazioni e prescrizioni relative al Prospetto informativo della rete 2026, presentato dal gestore della rete ferroviaria nazionale Rfi spa”.
L’atto – sostiene Bandecchi nella lettera – stabilisce che da dicembre 2025 tutti i treni sotto ai 200 chilometri orari non potranno più percorrere la linea direttissima e dovranno passare in maniera permanente sulla linea lenta. Una manovra tesa a soddisfare le esigenze degli operatori europei che intendono entrare sul mercato italiano ma a penalizzare drasticamente la maggior parte dei mezzi delle nostre tre Regioni. Gli attuali treni regionali infatti – nota il Presidente – non rientrando negli standard dettati dall’ART, saranno quindi trasferiti sulla linea “lenta” con conseguenze senza precedenti per i nostri cittadini.
Preme inoltre ricordare che il raddoppio della direttissima Roma-Firenze è in fase di progettazione, con tempi di realizzazione non ancora immaginabili. Si tratta – si legge nella lettera – di una negazione del diritto alla mobilità con conseguenze catastrofiche quotidiane per i pendolari, ritardi e allungamenti nei tempi di percorrenza, che paralizzerebbe e isolerebbe migliaia di cittadini dei nostri Comuni. Una misura adottata senza coinvolgere le istituzioni, senza ascoltare i Comitati, quindi le nostre comunità
Ma vi è di più, secondo il Presidente.
Urge ricordare – scrive infatti – il presunto grave danno erariale che si configurerebbe dal momento che Regione Umbria e Trenitalia, nel settembre 2024, hanno investito 285,7 mln di euro (di cui 50,9 a carico della Regione) per l’acquisto di dodici elettrotreni POP200 (velocità di fiancata 200 km/h) e di un elettrotreno POP160 (media capacità) in un’ottica di miglioramento degli standard qualitativi del servizio stesso, così come riportato nello specifico nel “Atto integrativo del contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale 2018/2032 tra Umbria Tpl e Mobilità S.p.a. e Trenitalia S.p.a.
I nuovi convogli – osserva – sono in fase di realizzazione, tre in consegna entro la fine di quest’anno e gli altri nel 2026. Le tempistiche di consegna per renderli operativi potrebbero essere accelerate se il Governo riuscisse ad intervenire concretamente. Scontato quindi evidenziare come l’attuazione della delibera ART, di cui sopra, provocherebbe anche un danno erariale ingente e non riparabile. Una perdita – dichiara Bandecchi – che ricadrebbe direttamente sulle risorse finanziarie regionali: un vero e proprio dispendio di denaro pubblico, con mezzi all’avanguardia che sarebbero costretti a viaggiare sulla linea lenta e non performerebbero nell’utilizzo iniziale di progettazione.
In aggiunta, si evidenzia altresì il conseguente danno ecologico ed ambientale derivante da tale problematica. I nostri pendolari – incalca il Presidente – sarebbero costretti ad utilizzare le proprie autovetture per recarsi nella Capitale ed evitare così ritardi ferroviari di ore. In sintesi: si comprano nuovi treni, giustificati dal miglior servizio e da una maggiore tutela ecologica, poi si disperde il denaro non utilizzando le linee veloci e producendo inquinamento con l’utilizzo dei mezzi su gomma. Forse si voleva fare un favore a qualcuno, spendendo 285 milioni di euro o siamo solo di fronte all’ennesima mancanza di programmazione? Spero la Corte dei Conti voglia illuminarci.
Tali dati – aggiunge poi nella missiva – emergono anche dalla riunione online del 17 luglio scorso organizzata dalle Regioni Umbria, Lazio e Toscana con la presenza di RFI e Trenitalia, nonché di tutti i comuni coinvolti, che non ha però visto la presenza dei soggetti principali: Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e Autorità di Regolazione dei Trasporti. Le chiedo, con urgenza, di convocare un incontro al fine di sospendere l’attuazione della delibera ART alla luce di quanto detto ed emerso, e programmare le future tracce in sinergia con le istituzioni locali, rimaste inascoltate fino ad oggi.
Riunione – precisa il Presidente – che sarebbe del tutto superflua, di fronte ad una soluzione attuabile da Voi, autonomamente, attraverso l’istituto dell’autotutela. Confido – conclude quindi – nella risoluzione della problematica entro il 30 agosto 2025, dopodiché saranno messe in atto tutte le iniziative necessarie con riserva di azione nelle sedi opportune