Sisma: il futuro dei borghi non sarà “com’era”

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Con il bando
   

Ricostruire tutto com’era e dov’era è un’idea ”ingannevole”. Nell’Italia centrale colpita dal terremoto ci sono interi borghi distrutti, e il rischio sismico elevato può a volte sconsigliare le riedificazione nelle stesse aree rispetto ad altre aree o paesi contigui ”a minor rischio”. L’architetto Sandro Polci dedica una parte del suo ultimo libro, ”I Borghi Avvenire, visioni possibili per nuove economie”, al futuro delle aree del sisma, anche in termini di sviluppo turistico. Certamente vanno ricostruiti ”i simboli culturali, sociali e religiosi” dei luoghi, ma una riflessione seria va fatta sulle seconde case: chi oggi le frequenta lo fa in molti casi per legami con gli anziani e i luoghi dell’infanzia, condizioni che difficilmente ci saranno fra 10-15 anni. L’idea di Polci è non investire per restaurare ”abitazioni dove si va sempre meno e sempre in meno persone”, ma piuttosto nella rinascita di edifici, beni culturali e parti di borgo significativi, nuova ricettività turistica.

Fonte: Ansa.it